Sostenibilità

Biocarburanti da girasole: un’esperienza in Toscana

Un'azienda che coltiva il fiore è diventata autosufficiente dal punto di vista energetico

di Redazione

Il trattore ecologico e la serra per gli ortaggi e in futuro anche una scuola “riscaldata” con olio di semi di girasole. Si trova dentro uno dei fiori piu’ amati, l’helianthus annuus, meglio conosciuto come girasole, una delle soluzioni offerte spontaneamente dalla natura al problema dell’approvvigionamento energetico che l’agricoltura potra’ sfruttare nei prossimi anni per limitare la propria dipendenza dai carburanti fossili, portando un notevole contributo alla riduzione delle emissioni in atmosfera di anidride carbonica. Spetta alla Toscana, e all’azienda agricola Cammelli, associata a Coldiretti (Alessio Cammelli e’ il presidente di Giovani Impresa Coldiretti) storica realta’ del fiorentino nata negli anni ’50, sperimentare la possibilita’ di sfruttare l’olio di semi di girasole (biocarburante) per riscaldare, attraverso un bruciatore, le serre dove vengono coltivati gli ortaggi e far funzionare un trattore agricolo. Obiettivo di Voice, progetto supportato dalla Commissione Europea DG Ambiente attraverso il programma LIFE-Ambiente, e’ dimostrare come il comparto agricolo possa, attraverso la logica della filiera, divenire nel tempo sempre piu’ autonomo producendo assieme alla quantita’ di energia necessaria per il normale funzionamento dell’azienda, energia al contempo pulita, e quindi, non inquinante.


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