Cultura

Bioarchitettura: perché non applicarla alle scuole?

La proposta di un'organizzazione internazionale

di Redazione

Claudio Fasano, presidente della Eco-school, l’organizzazione mondiale onlus che rappresenta 63 paesi in tutto il mondo e che si occupa di educazione ambientale nelle scuole, lancia un appello a tutti gli enti locali perche’ sul bilancio dell’ edilizia scolastica siano destinati parte degli stanziamenti a nuovi interventi per nuovi edifici in bioedilizia.

”In Italia – spiega Fasano – sono 60 mila le scuole, la maggior parte asili nido e materne, totalmente da ristrutturare e da adeguare ai parametri europei di ricostruzione con materiali non inquinanti. Meglio investire questi soldi in nuovi plessi scolastici totalmente ecologici con interventi degli enti locali”. Fasano ricorda, inoltre, che ”il 10 per cento dell’inquinamento degli edifici statici, quindi anche i plessi scolastici, provenie dal gas radon che colpisce soprattutto le persone che vivono all’ interno. Quasi due scuola su dieci nel nord Italia – rileva Fasano – sono state chiuse per la presenza del radon e di altri inquinanti; nel centro Italia, compresa Roma e i Castelli Romani, l’inquinamento da gas radon e da materiale da costruzione ormai obsoleto, ha comportato la chiusura o parziale chiusura di alcune scuole”. Secondo il presidente di Eco-School ”il protocollo di Kyoto e’ chiaro su questo argomento: la salute dei nostri figli deve iniziare dalle scuole, dove passano la maggior parte del loro tempo. La massiccia presenza di cemento e suoi derivati nella costruzione di edifici – conclude – sono superati in molti paesi europei e nordamericani. Meglio costruire le scuole con materiali antinquinanti e antisismici contribuendo anche all’ abbattimento atmosferico nei centri abitati”.

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