Cultura

Bio: Associazioni, il Comitato per il biologico non funziona pi

Lo affermano i responsabili delle principali associazioni italiane

di Francesco Agresti

Così non si può andare avanti: il Comitato nazionale per l’agricoltura biologica, attivo dal 2000 presso il ministero delle Politiche agricole, organo consultivo per il settore, ha negli ultimi tempi perso ogni ragione di esistere. Vincenzo Vizioli dell’Aiab, Gino Girolomoni dell’Amab, Aldo Paravicini per l’Associazione dei Produttori Biodinamici, Gianni Cavinato per la Consulta dei Consumatori, Marco Lamonica di Qualità Italia, e Massimo Donatelli lo sottolineano polemicamente disertando la seduta a seguito di quanto accaduto per la Legge Delega sull’agricoltura Biologica. La proposta di legge, nata nell’ambito del Ministero, sottoposta in passato al Comitato per pareri e integrazioni, rivista, rafforzata e riportata, con il concorso e l’accordo di tutti, a strumento utile ed efficace per servire il biologico italiano, in armonia con il varando Piano d’Azione Europeo, è stata nuovamente modificata, senza chiedere alcun parere al Comitato, e presentata ufficialmente nella sua veste definitiva senza nemmeno informarne i membri del Comitato in un convegno organizzato dal Mipaf a Foggia, del quale buona parte dei membri del Comitato non erano stati nemmeno informati e a cui non hanno ricevuto invito a partecipare. “Ciò è la logica conseguenza della totale mancanza di considerazione che il Ministero ha del Comitato stesso e di gran parte dei suoi componenti”, sottolineano i firmatari nella loro lettera, inviata al ministro, al direttore generale Giuseppe Ambrosio , a Battista Piras, direttore del Settore bio del Mipaf, e a tutti i membri del Comitato. “Abbiamo sostenuto la prima stesura del documento apprezzandone l’impostazione, che non trattava gli argomenti a compartimenti stagni, convinti che ci fosse spazio per un confronto ed una revisione condivisa con il mondo del biologico. In tal senso molti di noi, singolarmente o collettivamente, hanno mandato proposte di modifica ed integrazione” – sottolineano i firmatari della lettera – “Il Ministero ha invece scelto di confrontarsi solo con una parte del mondo produttivo e associativo biologico e solo con la rappresentanza di una parte degli organismi di controllo. A quanto ci risulta, poi, ben pochi dei nostri contributi sono stati accolti”. I firmatari concludono la lettera chiedendo un incontro urgente al Ministro affinché possa conoscere tutte le posizioni del mondo del biologico relative alla Legge Delega ed al Piano d’Azione Europeo.


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