Famiglia

Bimbi sicuri se c’è il filtro

In assenza di leggi,non resta che il controllo"fai da te".Perché intercettare e rendere inaccessibili le pagine indesiderate è possibile. Una guida su come fare e alcuni indirizzi utili

di Federico Cella

L a paura viene dall?ignoto. Un titolo da B-movie che calza a pennello con l?inquietudine che percorre i genitori quando pensano ai loro figli e a Internet. Quali pericoli si nascondono per i piccoli nel mare magnum della Rete? E come prevenirli? I segnali legislativi, a tutti i livelli, non sono confortanti: l?interpellanza di An alla Camera su una presa di posizione del governo al riguardo della sicurezza dei contenuti telematici è caduta nel vuoto; anche in Europa il Parlamento di Bruxelles prende tempo; negli Stati Uniti la libertà d?espressione ha ancora una volta avuto la meglio sulla censura. E così il catinone di Internet, ricolmo di notizie e immagini di ogni tipo, libero per definizione, rimane senza regole.
Ma allora i bambini rimangono con la Rete, ma senza protezione, quando i reati di cyberpedofilia continuano a spartirsi gli ?onori? della cronaca? Non è così, perché se i filtri sul contenuto non arrivano dall?alto, è possibile per tutti impostarli dal basso. E vi spieghiamo anche come. Una ricerca condotta dall?Eurisko nel dicembre?97, e significativamente intitolata ?Giovani senza informatica?, evidenziava come in Italia la bassa diffusione dei computer nelle famiglie (il 19,5%) e la ancora minore diffusione di Internet (l?1,1%, per un totale di 216 mila famiglie), dipende da una clamorosa mancanza di cultura in tal senso. Cultura che manca fin dalle scuole, ma che prosegue all?interno dei nuclei familiari, dove la mancanza di un controllo sui contenuti di Internet, con ogni probabilità, fa da freno alla sua diffusione. Eppure il controllo, e così, dunque, anche la cultura informatica, possono partire proprio dalla famiglia. Se, per esempio, avete installato il browser (il navigatore) della Microsoft, Internet Explorer 4, è possibile impostare da sé quali contenuti Internet possono essere visualizzati e quali no. Dalla barra dei menù bisogna selezionare ?Opzioni Internet?, e dalla finestra che compare, la voce ?Contenuto?: apparirà un?ulteriore finestra, dove sarà possibile inserire una password che determina la possibilità d?accesso alle limitazioni interne al programma stesso. Le voci sulle quali si può intervenire sono quelle che più terrorizzano ogni genitore che vede il proprio figlio alle prese con la Rete: linguaggio, scene di nudo, sesso e violenza. Per ognuna di queste quattro voci esiste la possibilità di scegliere cinque livelli di restrizione (da 0, livello basso, a 4, livello altissimo), ossia tipologie di contenuti dei siti Internet che possono o non possono essere visualizzati. Superata una certa ironia non voluta nella descrizione dei contenuti (il livello 1 del contenuto ?sesso? viene definito ?baci appassionati?), impostare il proprio navigatore in modo da essere a prova di bambino, dovrebbe risultare piuttosto facile.
Non così immediato, ma comunque alla portata di tutti, è invece la restrizione degli accessi in Netscape Navigator, dove dal menù ?Aiuto? bisogna selezionare la voce ?Netwatch? che rimanda a una pagina web del sito Netscape, da dove sarà possibile impostare le restrizioni. Molti altri sono, comunque, gli strumenti che possono essere adottati direttamente da casa, per impedire che contenuti e personaggi indesiderati possano sbarcare sul computer di casa. Si tratta di software appositi (alcuni possono essere scaricati direttamete dalla Rete, vedi box), che si occupano di monitorare il sano utilizzo delle pagine web. Mentre una soluzione ancor più radicale può essere quella di contattare direttamente il proprio provider di accesso a Internet, e richiedere di filtrare all?origine i siti che verranno riversati sul proprio monitor.
I contenuti della Rete, infatti, non essendo regolati da normative (anche perché ne servirebbero di transnazionali), sono comunque da anni in fase di autoregolamentazione. E il lavoro sicuramente più diffuso è quello sviluppato dal World wide web Consortium (W3C, vedi box). Ma il funzionamento di questi filtri non è garantito al 100%, essendo i contenuti della Rete ?sfuggenti? per definizione, anche per una questione di internazionalità dei siti.
In questa direzione, infatti, si sta muovendo l?Associazione dei Genitori ospitata dal sito Città Invisibile
www.citinv.it che, in collaborazione con l?Università di Perugia, sta lavorando alla costituzione della prima Rating Agency (agenzia di classificazione) italiana ed europea. Mentre un?altra iniziativa italiana di prevenzione dei bambini dai contenuti nocivi della Rete è quella portata avanti dal Progetto Onde (www.onde. net/progetto/), che, in collaborazione con il professor Fulvio Scaparro dell?Università di Milano, ha sviluppato una Carta dei diritti dei bambini in Internet.

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Per approfondire l?argomento sui contenuti illegali in Internet, di sicuro interesse sono le pagine dell?Unione europea
www2.echo.lu/legal/it/communic.html che, pur non legiferando in modo specifico, stabilisce che ?ciò che nei Paesi membri è illegale fuori dalla Rete, rimane illegale anche nella Rete?. La pagina ufficiale del consorzio W3C
www.w3.org/pub/www/pics
invece, spiega il funzionamento del sistema di filtraggio più utilizzato, il Pics (Platform for Internet content selection), che definisce l?accesso ai documenti in Internet. Per avere informazioni dirette sui programmi di limitazione di accesso (che possono essere scaricati a pagamento), segnaliamo il Recreational Software Advisory Council www.rsac.org/, un?iniziativa sostenuta, tra gli altri, anche dalla Microsoft e dalla Disney, e il software della NetSheperd (www.netsheperd.com/), l?agenzia Usa che ha classificato più siti in assoluto: circa 500 mila.

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