Ho letto con interesse il recente articolo sul numero 19 di ?Vita?, sui ?bambini rubati?, e sono rimasto deluso in quanto vi siete limitati a presentare la situazione, il parere di tre parti, ma non avete dato le informazioni necessarie perché il lettore potesse dare una propria valutazione. Per esempio, chi ha informato il tribunale per i minorenni dell?interruzione della chemioterapia? Chi ha fatto sapere che la signora Ferraro aveva tenuto nascosta per 20 giorni la vera paternità di suo figlio? Se vi limitate a sollevare il caso, non vi discostate molto dai giornali scandalistici, se non per il diverso contenuto.
Colgo l?occasione per notare – sull?argomento dei bimbi rubati – come il frazionamento delle responsabilità viene sempre più utilizzato per lavarsene le mani, dimenticando che il ladro è sia chi ruba sia chi fa il palo, però potrei anche aggiungere chi costruisce grimaldelli destinati ai ladri o compra materiale sapendolo rubato. Allora, dato che in Italia abbiamo regolamenti che obbligano, ma che non sono sempre puntualmente eseguiti, penso che quando qualcuno sa che la conseguenza di una determinata informazione sarebbe un furto di bambini ha il dovere di non metterci troppo zelo e di mandare avanti le altre pratiche arretrate. Non ci si può sempre mascherare dietro il regolamento, perché in questo modo si perde sempre più la coscienza. Distinti saluti
Paolo Cortelli
Bologna
Risponde G. Meroni. Caro signor Cortelli, lei ha ragione: nei casi giudiziari che vedono coinvolti minori in difficoltà, il frazionamento delle responsabilità tra magistrati e servizi sociali offre spesso un paravento per chi vuole scaricare le responsabilità e non prendere decisioni giuste ma difficili. Non capita sempre, ma capita. È anche questo ciò che intendevamo far capire con l?articolo in questione. Volevamo sollevare il caso, ponendo un dubbio: non sarà da cambiare, questo benedetto regolamento, se poi alcuni bambini vengono sottratti alle famiglie per motivi discutibili? Su una cosa non sono d?accordo: dare informazioni su chi aveva ?fatto sapere? al tribunale le situazioni a rischio non avrebbe aiutato la comprensione del problema, ma solo colmato una certa curiosità. Quel la a cui di solito rispondono i giornali scandalistici.
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