Sostenibilità

Bimbi. Moderni spauracchi per la salute: ora l’uomo nero si chiama pcb.

Sono i policlorobifenili a causare nei piccoli problemi di comportamento.

di Redazione

Negli ultimi dieci anni c?è stato un incremento (pari al 3-8% circa sull?intera popolazione mondiale infantile) di malattie raggruppate sotto il nome di disordini neurocomportamentali: ritardo mentale, Adhd (sindrome da deficit di attenzione e iperattività), autismo, disabilità cognitive. Il WWF ha pubblicato un rapporto sullo stato di salute dei bambini in Europa, dal titolo Compromising our children, nel quale si denuncia l?aumento delle malattie infantili collegandole all?esistenza di alcune sostanze chimiche prodotte dall?uomo e diffuse nell?ambiente che ci circonda. Il rapporto si focalizza soprattutto sui pcb (policlorobifenili), di cui si hanno a disposizione numerosi dati, raccolti su un arco temporale abbastanza lungo. I pcb furono banditi negli anni 80, dopo che venne dimostrato che essi erano nocivi per la salute umana e per quella di tutto il pianeta. Purtroppo, a vent?anni di distanza da quella decisione, ancora oggi sono molti i Paesi in cui sono misurabili valori estremamente alti di pcb. Il pericolo nel latte Alcuni studi dimostrano che queste sostanze, accumulate nel corpo umano (soprattutto tramite l?assunzione di cibi contaminati), successivamente si trasferiscono dalle madri ai neonati attraverso la placenta o il latte materno. Il cervello e il sistema nervoso centrale, nelle primissime fasi dello sviluppo, sono estremamente delicati e possono essere danneggiati per effetto di tali sostanze. I bambini che vivono nei Paesi dell?Europa industrializzata, tra cui Austria, Belgio, Germania, Italia, Olanda e Spagna, dove sono stati misurati nel latte materno elevati valori di concentrazione delle sostanze chimiche (in particolare del pcb 153) a confronto con Paesi a più basso livello inquinamento, mostrano di aver maggiori problemi nell?apprendimento e di essere affetti da un maggior numero di malattie. Nella tabella in alto sono elencati gli effetti associati all?elevata concentrazione di pcb misurata nel latte materno. Ritardi nello sviluppo del cervello e alterazioni ormonali sono i principali problemi riscontrati, dalla più tenera età fino alle soglie dell?età adulta. Oltre a colpire il sistema nervoso centrale e il cervello, sembra che questi contaminanti influenzino anche gli ormoni tiroidei. Un?alterazione degli ormoni non solo compromette la capacità riproduttiva umana, ma potrebbe interagire con il sistema neurologico, causando i danni sopra visti. Altri contaminanti, come le diossine, i pesticidi, i ritardanti di fiamma dimostrano di causare gli stessi effetti dei pcb, colpendo sia il cervello che la tiroide. Disordini comportamentali Molte sostanze chimiche sono state definite endocrine disruptors, cioè capaci di interagire con il sistema endocrino ormonale, con conseguenze sia sulla fertilità che sugli atteggiamenti maschili e femminili dei bambini. Un numero crescente di neonati mostrano alterazioni all?apparato riproduttivo – specialmente maschile – e una carenza degli ormoni legati alla riproduzione in età adulta. Inoltre gli stessi comportamenti maschili/femminili sono andati sempre più modificandosi: bambini con un atteggiamento meno mascolino e bambine dalla spiccata mascolinità non sono più fenomeni rari, ma abbastanza comuni. Un numero crescente di scienziati, inoltre, reputa che le sostanze chimiche siano colpevoli di un aumento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), che comporta in sintesi mancanza di concentrazione, calo nell?apprendimento, comportamenti aggressivi e incontrollabili. La commissione Europea, vista la frequenza dei casi, ha riconosciuto la malattia come un problema significativo di salute pubblica. Molti studi hanno trovato una correlazione tra esposizione ai pcb e il manifestarsi dell Adhd. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un aumento di casi di bambini con difficoltà comportamentali e di relazione con il mondo esterno, e nei casi più gravi, colpiti da autismo. L?alterazione del gene, ritenuto la causa della malattia, potrebbe essere innescato da fattori ambientali. Molti composti chimici come i metalli pesanti, le diossine, i pcb e alcuni composti farmaceutici sono ritenuti responsabili di ostacolare l?afflusso di ossigeno al feto, coadiuvando l?ostruzione del cordone ombelicale. Una carenza di ossigeno provocherebbe così danni alla corteccia cerebrale.


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