Cultura

Bill Kill, un genio ostaggio dell’ironia

Recension del film "Bill Kill" di Quentin Tarantino.

di Giuseppe Frangi

Premessa numero uno: questa non è la recensione di un film, ma di mezzo film, perché con decisione discutibile Bill Kill di Quentin Tarantino esce in due tranche: il finale lo vedremo in primavera. Premessa numero due: Quentin Tarantino è uno di quei personaggi che hanno una marcia in più, capace di trasformare scelte in controtendenza in audaci tendenze. Ad esempio, nel suo ?mezzo film? ha fatto ricorso a tutte le antiche arti del cinema (migliaia di ore di allenamento per tutti, controfigure straordinarie, mezzi scenici da grand guignol), snobbando computer e diavolerie tecnologiche. In Bill Kill ogni inquadratura ha l?aria di qualcosa di mai visto, pur se impastata di rimandi che un cinefilo come Tarantino non manca mai di cucire.Alcune scene sembrano nate per entrare in cineteca, come il risveglio della straordinaria Uma Thurman dal coma; o il combattimento sulla neve, con il filo di sangue che sporca la scarpetta bianca di Lucy Liu annunciando la sua fine. Insomma, Tarantino è sempre sulla frontiera del nuovo. Per questo non può essere perso. Resta solo un rammarico: è audace in tutto, meno che nel lasciare la sponda tutto sommato tranquilla dell?ironia. Quando libererà il suo genio da questa invisibile catena, vedremo di nuovo capolavori stile Le iene.


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