Economia

Bill Gates: “Non tradite i poveri”

Così il filantropo americano alla vigilia del Summit del G20 cui parteciperà da bandiera del settore privato

di Joshua Massarenti

“Non possiamo abbandonare i poveri, anche in questi tempi difficili. La crisi budgetaria non dovrebbe colpire i programmi come quelli che riguardano l’agricoltura. [Questi programmi] hanno un forte ritorno su investimenti e consentono di rafforzare la stabilità e la crescita”. E’ uno dei passaggi chiave dell’intervista che Bill Gates ha rilasciato a Le Monde alla vigilia del Summit del G20, dove il filantropo americano sarà il primo rappresentante del settore privato a intervenire durante un summit delle venti nazioni più potenti del mondo.

L’invito di Sarkò

Su invito del presidente francese Nicolas Sarkozy, il capo della Bill & Melinda Gates Foundation effettuerà un discorso che rischia però di passare inosservato tanto la crisi dell’euro sta prendendo il sopravvento sull’agenda politica del G20. Ma Gates non si scoraggia.

Nel rapporto commissionato dalla presidenza francese, il magnate chiede ai leader che saranno presenti a Cannes “di mantenere le loro promesse. Parlo di alcune delle tasse che, per ognuno dei paesi chiamati in causa, possono aiuitarli a rispettare i loro impegni. C’è la tassa sui trasporti aerei, già adottata da cinque o sei paesi. Oppure una tassa sulle transazioni finanziarie, che utilizzata per finanziare lo sviluppo, ma che dimostra che si possono mettere in piedi strumenti efficaci” per la lotta contro la povertà. Gates si è detto pronto a sostenere una tassa sulle transazioni finanziarie, “perché ho potuto vedere come funzionano”.

Il Regno Unito, un esempio da seguire

Sugli aiuti pubblici allo sviluppo, Bill Gates sostiene che l’esempio da seguire è la Gran Bretagna. E questo vale anche per l’amministrazione Obama. “Per la malaria e l’Aids, gli Stati Uniti sono stati esemplari. Ma in termini di percentuale rispetto alla sua economia, l’aiuto pubblico americano è fermo allo 0,21%. Sono andato a Washington per spiegare le ragioni per cui questo aiuto andrebbe aumentato. Il Congresso potrebbe decidere il contratrio, ma se soltanto [i deputati] potessero capire a che punto gli aiuti sono diventati più efficaci rispetto a venti o trent’anni fa, allora non ridurrebbero i crediti. Sono davvero impressionato dal Regno Unito che, nonostante il suo deficit, è sul punto di raggiungere lo 0,7% nel 2013”.

L’agricoltura, un settore prioritario

Sui settori da privilegiare, il filantropo americano ha le idee molto chiare. Assieme alla salute, c’è l’agricoltura. “La Banca Mondiale ha dimostrato che il miglior investimento per ridurre la povertà è lo sviluppo dell’agricoltura. Oggi il 77% delle persone più povere nel mondo sono coltivatori”. Nell’intervista concessa a Le Monde, Gates sottolinea che il suo desiderio di fare qualcosa per il settore agricolo risale al 2000.

“All’epoca abbiamo iniziato a riflettere sul modo migliore per aiutare i paesi poveri a diventare autosufficienti”. Dalle lezioni tratte in Asia, “abbiamo creato l’Alleanza per la rivoluzione verde in Africa (AGRA)” assieme all’ex Segretario generale dell’Onu, Koffi Annan. “Abbiamo lavoraro con molti paesi del continente sulla loro pianificazione agricola e recultato molti africani. Uno di loro è diventato ministro dell’Agricoltura in Nigeria, dove ha instaurato una pianificazione molto più efficace, in particolare sull’uso dei semi e dei concimi. Per la quasi totalità dei raccolti” sostiene Gates, “è possibile raddoppiare la produttività. E’ fondamentale! Ma tutto questo prende tempo. Una delle iniziative più promettenti riguarda il mais reistente alla siccità. Grazie alle ricerche che abbiamo finanziato, oggi due milioni di contandini dell’Africa orientale ne possono beneficiare. Con questo mais, i rendimenti aumenteranno del 30% da qui al 2016, il tutto a favore di 40 milioni di persone di 13 paesi dell’Africa sub-sahariana”.

Si tratta di un’iniziativa ambiziosa che alcune organizzazioni della società civile occidentali e africani contestano perché sospettano l’agenzia messa in piedi da Gates e Annan di voler diffondere gli Organismi geneticamente modificati e favorire così le multinazionali pro-OGM in cerca di nuovi mercati.

E la speculazione finanziaria sul cibo?

L’altra macchia di Gates riguarda la speculazione finanziaria sul cibo, tema sul quale il filantropo americano non si è espresso durante l’intervista. A ricordargli l’importanza della sfida è stata la Coldiretti che oggi chiede a Bill Gates di impegnarsi “per fermare i danni irreversibili che l’economia di carta rischia di determinare a quella reale che sono ancora più gravi se ad essere colpita è l’agricoltura dalla quale dipende il futuro alimentare del pianeta. L’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre piu’ fortemente condizionato dai movimenti di capitale” sottolinea Coldiretti, “che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime come grano, mais e soia dove hanno provocato una insostenibile volatilità dei prezzi che mette a rischio le coltivazioni e l’allevamento in molti Paesi e provoca fame e morte”.

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