Non profit

Bill Gates e Warren Buffett alla conquista della Cina

Il 29 settembre i due miliardari presentareanno a Pechino il manifesto Giving Pledge

di Martino Pillitteri

Dopo il successo in patria, Bill Gates e Warren Buffett ci provano anche in Cina. Il 29 settembre, in occasione di un gran gala a Beijing, i due multi miliardari americani chiederanno ai colleghi cinesi di aderire al manifesto “Giving Pledge”,  un’ impegno da parte dei super ricchi a donare la maggior parte dei loro patrimoni in cause filantrope e ad organizzazioni caritatevoli. Lanciato lo scorso giugno, sono già 40 i miliardari americani che hanno aderito. Tra questi, ci sono  David Rockefeller, George Lucas, Micheal Bloomberg e Ted Turner.

 Ma anche se in Cina ci sono 55.000 miliardari, per  i due paperon dei paperoni del corporale business americano non sarà facile trovare emulatori filantropi nella tana del dragone. Gates a Buffett vanno ad insegnare l’arte del dare ai nuovi maestri cinesi del vendere in un paese caratterizzato da un modello economico dove gli standard fondamentali dei diritti umani e dei lavoratori non sono osservati. Gates e Buffett non andranno solo a sbattere contro il sistema paese. La muraglia cinese è principalmente culturale. Lasciare  l’intera fortuna ai propri discendenti è una prassi fortemente consolidata nella cultura cinese. Ma ci sono anche altri motivi. Come fa notare l’Hoffiingtonpost,molti ricchi cinesi preferiscono tenere un basso profilo e ritengono che sia meglio non rendere pubbliche le loro fortune per evitare di attrarre extra attenzione nei loro confronti. Dopo tutto, molti cinesi ritengono che i nuovi miliardari hanno ammassato le loro ricchezze in modo illegale.Sempre secondo l’analisi dell’Hoffiingtonpost, un altro deterrente allo sviluppo della filantropia cinese ha a che fare con l’età del tipico neo miliardario. Diventato ricco mediamente all’età di 39 anni, 15 anni prima della controparte americana, è più che normale che a quell’età un imprenditore investa più  tempo ad incrementare la ricchezza piuttosto che nella distribuzione.

La filantropia in Cina ha vissuto un suo “moto di orgoglio” nel 2008  quando un forte terremoto colpi la provincia di Sichuan. «La gente incominciò a sviluppare un voglia di aiutare i bisognosi» sostiene  Dien Yuen, fondatore  dell’ Asian Philanthropy Forum blog. «Non era solo una questione di soldi. L’aiuto si declinava anche con il donare il proprio tempo alle attività di volontariato e di fund raising». Figlio di quell’esperienza fu il famoso attore Jet Li. Dopo il terremoto fondò a tempo di record e insieme alla Croce Rossa Cinese, la One Foundation. Una settimana dopo il terremoto, la sua fondazione aveva già raccolto 10,8 milioni di dollari.

L’anno scorso, Jet Li era seduto affianco A Bill Gates al World Economic Forum. L’attore spronò i cinesi ad avvicinarsi alla cultura della filantropia. Lo stesso messaggio lo faranno Gates e Buffett e ai neo ricchi cinesi. Sarà solo un appello. I 50 imprenditori che parteciperanno al gala del 29 settembre hanno posto come condizione di presenziare all’evento senza dover pagare pegno.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA