Politica
Bill, che fai, il piazzista?
Il 31 gennaio il fondatore di Microsoft sarà a Palazzo Giustiniani. Parlerà di globalizzazione. Ma in realtà cè in gioco la partita delle pubbliche amministrazioni
Mr. Microsoft in visita al Senato italiano. Ed è subito polemica. Il 31 gennaio, infatti, Bill Gates, invitato dal presidente Marcello Pera, terrà un discorso su comunicazione e globalizzazione, nel quadro delle Lectures della Sala Zuccari. Verrà a completare un ciclo aperto da Giovanni Agnelli e continuato con Vaclav Havel, Henri Kissinger e Valery Giscard D?Estaing.
A senso unico
Ma questa volta la coincidenza dell?arrivo del fondatore di Microsoft viene giudicata, dal mondo open source, al limite del tempismo manageriale: la conferenza cade infatti proprio in un momento in cui la strategia del colosso di Redmond sembra registrare ripensamenti, qualche sterzata, alcune flessioni. E questo, per la rapida ascesa agli onori delle copertine del suo unico e reale competitor: il sistema operativo GNU/Linux e la relativa comunità di programmatori, volontari e accademici di tutto il mondo e in Italia.
Questa comunità ?virtuale? non si è lasciata sfuggire l?occasione, e ha marcato in Rete il proprio disappunto per una scelta quantomeno a senso unico: quella di invitare solo Bill Gates, senza concedere spazio ad alternative. E che per il 31 gennaio organizza, da un lato un presidio davanti a Palazzo Giustiniani, con i partecipanti travestiti da pinguini (mascotte del sistema GNU/Linux, chiamato “Tux”), e dall?altro una conferenza stampa.
Windows e GNU/Linux dunque. Sistema operativo sviluppato da Microsoft, che noi tutti più o meno conosciamo e utilizziamo, il primo. Simbolo di un modello culturale oltre che tecnologico alternativo, di cui sappiamo troppo poco, il secondo. E paradossalmente, proprio quando del sistema GNU/Linux potremmo conoscere tutto, persino come è fatto dentro, sotto e di fianco, cosa viceversa impossibile per Windows.
Il motore segreto
Eggià, perché Windows è un sistema operativo proprietario, legato a una licenza d?uso a pagamento, e di cui non è possibile verificare il cosiddetto codice sorgente. Come se di una macchina non potessimo aprire il cofano e dal meccanico fossimo costretti a sentirci dire: “E io come faccio ad aggiustarla? Vada da chi gliel?ha venduta”.
Per Carlo Formenti, giornalista, saggista e direttore di Quintostato.it, la posizione di dominanza culturale ed economica della Microsoft e dei suoi prodotti impedisce non solo concorrenza, “ma nel caso dell?eventuale assunzione da parte di uno Stato di sistemi operativi proprietari come Windows, impedisce al pubblico di avere una propria politica industriale, riducendosi al ruolo di cliente, anche quando, come in questo caso, ha a disposizione un prodotto in qualche modo sviluppato in proprio e migliore, come GNU/Linux, che”, ricorda Formenti, “nasce e si sviluppa sostanzialmente in ambiente universitario”.
“La visita di Bill Gates in Italia ha un duplice significato”, continua Formenti; “contrastare un?alternativa al dominio Microsoft, ma anche promuovere alcune novità”. Microsoft, infatti, proprio per scavalcare il problema della sicurezza in ambito dei servizi al pubblico, ha recentemente lanciato il ?Programma per la sicurezza governativa?. I governi (in lizza sono 60), che acquisteranno soluzioni Microsoft, potranno accedere al riservatissimo codice sorgente per costruire soluzioni tecnologiche più sicure e integrate. “Cedimento che dimostra la bontà delle nostre idee”, commenta Stefano Maffulli, presidente della Free Software Foundation Europa (Sezione Italia), e che non convince Associazione Software Libero. “Il problema maggiore infatti”, dicono, “non è tanto l?accesso o meno al codice sorgente, quanto la dipendenza da un singolo fornitore per un prodotto sul quale non si ha praticamente nessuna capacità di controllo”.
E su questo punto Fiorello Cortiana, senatore verde ed estensore di un disegno di legge per l?introduzione del software libero nella pubblica amministrazione, precisa: “La visita di Bill Gates è un attacco alla pubblica amministrazione, dove l?adozione di soluzioni open source è possibile”. E poi va all?attacco dell?apparente concessione fatta da Bill Gates: “Concedere di vedere il codice sorgente non vuol dire granché: prima di tutto perché in ogni caso non sembra contemplare la possibilità di modificarlo, e in secondo luogo perché tale concessione avviene a fronte di un accordo vincolante”.
Aspettando marzo
Per questo motivo Cortiana ha scritto a Marcello Pera invitandolo a prendere in considerazione un incontro con Richard Stallman, presidente della Free Software Foundation, in visita in Italia a marzo. Invito fatto suo dalla rivista Quintostato.it che, sul proprio sito, ha predisposto la possibilità di inviare un?email al presidente del Senato invitandolo a seguire il suggerimento di Cortiana. Appuntamento a marzo quindi?
Intanto, non solo hacker, smanettoni, e assertori del software libero si mobilitano contro questa visita. Lo fa anche chi, come sottolinea il comunicato del Gruppo Zucchetti (azienda italiana leader e produttrice di software gestionali), in difesa della libera concorrenza di fronte alle tentazioni monopolistiche dell’azienda americana: “Chiediamo solo la libertà di poter continuare a fare il nostro lavoro” si legge sul comunicato del Gruppo Zucchetti, che promette di essere presente alla conferenza stampa del 31 “e quella, ancora più importante, delle aziende private e pubbliche e dei cittadini di poter scegliere le soluzioni che preferiscono e non quelle imposte da un monopolista che farebbe sparire dal mercato anche tante soluzioni notevolmente migliori”.
Info:
Focus: Chi ha scelto l?open source. Firenze è già libera
Sono diverse le pubbliche amministrazioni che hanno adottato tecnologie open source: Firenze, Lodi e Pescara. Città in cui sono state approvate mozioni in questo senso. Altri Comuni, come Vigevano e Guidonia, utilizzano modelli misti . Guidonia ha addirittura prodotto un proprio software sotto licenza Gpl per lo Sportello unico per le imprese.
Per saperne di più SUAP- Comuni dell’area tiburtina. E’ infine allo studio una mozione in tal senso per la Regione Toscana.
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