Salute

Big Pharma: i dieci medicinali che fanno guadagnare di più

L'anno scorso hanno portato oltre 76 miliardi di dollari nelle casse delle aziende che li producono. Costano centinaia di euro a confezione e curano soprattutto le patologie autoimmuni e il cancro, ma anche diabete e disturbo bipolare. Ecco quali sono

di Gabriella Meroni

Non si sono ancora sopiti in Italia gli echi dello scandalo che ha coinvolto due aziende farmaceutiche accusate di aver fatto “cartello” per promuovere un farmaco uguale a un altro, ma dieci volte più caro (si veda qui), che in Gran Bretagna un articolo del Guardian fa molto parlare dei profitti realizzati da Big Pharma. Il quotidiano ha infatti pubblicato la classifica dei 10 farmaci che fanno guadagnare di più le aziende che li producono.
Per la precisione parliamo di 76 miliardi di dollari, pari a circa 55 miliardi di euro, registrati nel 2013 secondo la società di analisi EvaluatePharma/EP Vantage. Si tratta per la maggior parte di preparati antireumatici e anticancro (ma c'è anche uno psicofarmaco), che hanno la caratteristica di essere stati creati attraverso processi biologici invece che sintetizzati chimicamente, come erano invece i best seller del passato. “La nuova generazione di farmaci biologici tendono a riguardare gruppi più piccoli di pazienti, ma possono essere molto più costosi”, scrive The Guardian.
Ma ecco la classifica. Al primo posto c'è l’Humira, dell’azienda Abbvie, un antireumatico e antinfiammatorio che cura anche la psoriasi e la malattia di Chron, che nel 2013 ha incassato da solo 10,659 mld di dollari. Al secondo posto troviamo l’Enbrel, della Pfizer/Amgen, di nuovo un antireumatico (8,776 mld di dollari); chiude la top 3 il Remicade, della Johnson&Johnson/Merck & Co, sempre antireumatico (8,386 mld di dollari). Quarto posto per la Seretide/Advair della GlaxoSmithKline, un broncodilatatore (8,251 mld), quinto per il Lantus della Sanofi, farmaco contro il diabete (7,592 mld). Si aggiudicano poi il sesto, settimo e ottavo posto tre anticancro della Roche, il Rituxan (7,503 mld), l’Avastin (6,751) e l’Herceptin (6,562). Chiudono la classifica il Crestor di Astrazeneca, per il trattamento dell’ipercolesterolemia (5,622 mld) e l’Abilify, di Otsuka Holdings, antipsicotico (5.500). Quest'ultimo farmaco in particolare è indicato nel trattamento della schizofrenia negli adulti e negli adolescenti dai 15 anni in avanti, oltre che di episodi maniacali di grado da moderato a severo del Disturbo Bipolare di  tipo I.
Quanto ai prezzi al pubblico, l'Humira – che in Italia è soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile o in ambito extraospedaliero, secondo le disposizioni del ministero della Salute – si va dagli 881 euro per 1 singola penna preriempita per iniezioni sottocutanee ai 5.290 euro della confezione da 6 penne.

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