Sanremo 2024

BigMama, troppo big per essere credibile

BigMama non rompe il cliché, anzi lo riafferma. Lei è bellissima, curatissima, l’elogio della perfezione. Il suo non è un elogio della normalità, ma un elogio del nonostante. Cosa dice questo testo a una ragazzina obesa? «O diventi BigMama o sei grassa. Che l’unica modalità per non essere sbagliata è essere vincente», dice la sociologa Francesca Gennai

di Sara De Carli

BigMama sul palco dell'Ariston

Facciamo subito disclosure: troppo big significa troppo di successo. La classica categoria dei “big” di Sanremo per intenderci. Altra disclosure: La rabbia non ti basta, la canzone di BigMama al Festival di Sanremo 2024, ci è piaciuta. Come ci è piaciuta la sua esibizione, potente, provocatoria e coinvolgente. Ma per davvero. Eppure sul fatto che lei e quel testo possano incoraggiare gli e le adolescenti alle prese con il bodyshaming, abbiamo qualche dubbio. Non che BigMama con la sua arte sia tenuta a porsi come “educatore” (o che anche solo volesse farlo, non ne abbiamo idea): ma tant’è, un Festival che vuole mandare messaggi ovviamente è giudicato anche per il fatto che i messaggi che manda arrivino o non arrivino.

Francesca Gennai, sociologa, è presidente della cooperativa sociale La coccinella e membro del consiglio di amministrazione di Cgm. Con gli adolescenti ci lavora ogni giorno. «La rabbia non ti basta evidentemente è una canzone che parla di BigMama, che poteva cantare solo lei: “Guarda me”, insiste. Guarda me, adesso sono un’altra”. In un certo senso però è come se facesse body shaming verso se stessa. È come se dicesse “guardatemi: sono grassa, ma ce l’ho fatta, sono qui su questo palco, ho successo”. In questo modo è ancora affermativa di un paradigma di bellezza canonico, nel rivendicare il suo avercela fatta a dispetto dell’essere imperfetta. Non mette in discussione il giudizio sull’imperfezione», dice Gennai.


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Chiariamoci, a tema non c’è il percorso artistico di BigMama nè tantomeno quello personale di Marianna, che comprende anche la malattia. La nostra curiosità era più semplice: questo testo può essere utile agli educatori nel lavoro quotidiano con gli adolescenti, per affrontare il tema del body shaming? Nel Sanremo dell’estetica – che avrà il suo apice con una Lorella Cuccarini che a quasi 59 anni ha il corpo perfetto di una ragazza – «BigMama non rompe il cliché, anzi lo riafferma. Lei è bellissima, curatissima, l’elogio della perfezione. Non c’è un elogio della normalità, ma un elogio del nonostante. Cosa dice questo testo a una ragazzina obesa? In sostanza, che o diventi BigMama o sei semplicemente grassa. Che l’unica modalità per non essere sbagliata è essere vincente: non c’è una valutazione di per sé positiva di un modello fisico diverso da quello canonico. C’è una imperfezione fisica che resta tale e che è riscattata dal successo. Non c’è nessun elogio della normalità, del fatto che vai bene comunque, così come sei. Questa è la cosa che più mi ha interrogato in questa canzone», continua Gennai.

Di che cosa avrebbero bisogno invece gli adolescenti alle prese con il tema del peso? «Di una coerenza tra quello che gli viene detto e chi glielo dice. E qui coerenza qui non c’è perché a parlare è una che spacca, non una che è vicina a loro. Che ha passato tutto quello che ha passato ma che è arrivata al successo. Questo non crea empatia. Loro hanno bisogno di persone loro pari, non “sopra” di loro. Tant’è che oggi ho chiesto a un po’ di adolescenti: mi hanno risposto tutte che il testo è “depressivo”, non positivo».

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