Mondo

Bielorussia: il 1 marzo meeting delle famiglie

L'Italia ha bloccato ufficialmente le nuove adozioni, mentre non si è ancora espressa sul destino della pratiche già depositate

di Sara De Carli

L’appuntamento è a Roma per sabato 1 marzo. Il Coordinamento nazionale famiglie adottanti in Bielorussia e il Comitato Italy Belarus for Children chiamano a raccolta per quella data tutte le famiglie che hanno una procedura di adozione aperta. Da quell’incontro scaturirà la linea comune delle famiglie all’indomani dell’ammissione bielorussa di voler chiudere le adozioni internazionali.

Il blocco di fatto delle adozioni si trascina da ormai tre anni, nonostante la firma, la primavera scorsa, di un accordo bilaterale in cui la Bielorussia si impegnava a esaminare le procedure già depositate a Minsk. Un accordo non rispettato: la fumata nera è arrivata nella seconda metà del mese di gennaio, quando la delegazione tecnica andata a Minsk per sollecitare il rispetto dell’accordo ha raccolto solo l’esplicita volontà politica del Paese a chiudere le adozioni internazionali. Senza però – e questo da un lato confonde ulteriormente le cose, dall’altro lascia aperti spazi di speranza per le famiglie – che ci sia una chiusura ufficiale delle adozioni e il ritiro degli acccreditamenti degli enti. A giugno anzi la cosa più probabile è che gli enti italiani vengano comunque riaccreditati, e che qualche adozione sporadica continuerà ad esserci.

Il Governo italiano, che all’indomani della missione aveva promesso una presa di posizione ufficiale, ancora non si è espresso in proposito. A breve – ha detto il capo di gabinetto del ministero per la Famiglia, Giuseppe Cabras – ci sarà un incontro ufficiale tra famiglie, ministero della Famiglia, ministero della Solidarietà sociale e ministero degli Affari Esteri. Il coinvolgimento del ministero della Solidarietà sociale sarà essenziale nel periodo di interregno che precederà la nuova legislatura: il timore della famiglie è che i bambini possano essere esclusi anche dai soggiorni di accoglienza, così come già si temeva a dicembre, e in questo senso il ruolo del Comitato Minori Stranieri è essenziale.

L’unica novità formale, nella vicenda, è la decisione dell Cai di bloccare (per parte italiana quindi) tutti i depositi di domande di nuove adozioni nominative per minori bielorussi. Ancora nulla, invece, si sa della strategia che la Cai metterà in atto per le pratiche già depositate: alcuni enti vogliono rimettere il mandato, ma il timore delle famiglie è che in questo modo si crei una situazione di svantaggio per alcune coppie. La loro richiesta è che ci sia una politica uniforme, tale per cui se gli enti rimettessero il mandato, le pratiche passino tutte in carico alla Cai. Ma anche su questo non ci sono risposte.


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