Famiglia

Bielorussia, giovedì un incontro sui soggiorni

In discussione la partecipazione di "fasce delicate" di minori. Avib tranquillizza: «Si tratta di fare il punto sui soggiorni», senza nessuna spada di damocle sul capo

di Sara De Carli

Si terrà giovedì, a Minsk, un incontro tra la nostra ambasciata e le autorità bielorusse per fare il punto sui soggiorni di accoglienza dei minori in Italia. «Si tratta di fare il punto sulla situazione», dice Antonio Bianchi, presidente di Avib, appena rientrato dalla Bielorussia. «Una valutazione già prevista da tempo». Tra gli argomenti in discussione, ci sarà anche il tema di chi può partecipare ai soggiorni.
Un argomento che nelle ultime settimane ha messo in allarme il mondo delle accoglienze, soprattutto per il rincorrersi di voci e la mancanza di notizie certe. Tutto è partito con una lettera dell’ambasciatore bielorusso in Italia, che ha espresso la sua personale perplessità sul fatto che ragazzini già grandi, venuti in Italia per molti anni, continuino a partecipare ai soggiorni. L’ambasciatore ha chiesto al suo paese di prendere una decisione in merito alla partecipazione ai soggiorni di alcun fasce “delicate” di minori. Nella riunione di giovedì si affronterà questo tema, valutando se le garanzie attualmente previste dall’accordo fra Italia e Bielorussia siano sufficienti a scongiurare mancati rientri.
«La nostra proposta è di mantenere aperta a tutti la partecipazione ai soggiorni, e ci impegniamo a dare le massime garanzie per il rientro di tutti i minori», dice Bianchi. «Se qualche famiglia ritiene che per l’equilibrio del’adolescente che ha ospitato per anni ora il soggiorno in Italia può essere dannoso, abbia il coraggio di rinunciare all’accoglienza per il bene del ragazzo. Si tratta di una assunzione di responsabilità. Ci sono famiglie che non se la sentono di accogliere un adolescente, ma non per questo chiedono di estromettere tutti gli adolscenti dal programma di accoglienza».


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