Bicigram, istantanee dal sellino

di Simone Chiaramonte

Ma dove vai, bellezza in bicicletta? Dove c’è un bene comune, ambientale e relazionale, da preservare. In un viaggio da Ventimiglia a Marsiglia il mezzo prescelto – la bicicletta – conduce inesorabilmente verso persone, gesti, pratiche che rendono una vacanza memorabile. Più di 20 sono i chilometri di ciclabile sul lungomare di Nizza, fino ed oltre l’aeroporto di una città vivibile e vitale, a conferma dell’interdipendenza tra sviluppo economico e territoriale. Considerata l’atmosfera charmante del posto, l’associazione di idee è consequenziale: ‘Annamo (in bici) ad Ostia beach’, pourquoi pas?! La ricchezza storica e paesaggistica di Roma verrebbe valorizzata da un percorso città-mare, che diventerebbe una valida alternativa per cittadini e turisti. Una sfida possibile per il sindaco ciclista, mentre qualcuno è in attesa di provare il suo nuovo “bolide”.

Circa 120 sono invece i chilometri di ciclabile nel dipartimento del Var, alcuni lungo tratti ferroviari dismessi, attraverso le località più famose della Provenza Mediterranea, percorrendo paesaggi mozzafiato alternati ad urbanizzazioni selvagge. In Italia il progetto “Ferrovie abbandonate”, database dei tratti non più utilizzati, muove proprio in questa direzione: trasformare circa 6mila km di reti dimenticate in percorsi verdi. Un’idea ambiziosa che affiancherebbe la Ciclopista del Sole, una rete di piste che dovrebbe collegare l’Italia intera con la rete ciclabile europea, agibile per ora dal Brennero fino a Verona.

Un viaggio è fatto di scoperte ma anche di imprevisti che, in bici, assumono risvolti inattesi. Così in campeggio – sul far della sera – ti accorgi che la pinza dei freni è danneggiata e la ruota semibloccata. Quando si preannunciano gli scenari più cupi, arriva il sostegno di un campeggiatore francese che per più di un’ora – nonostante la luce calante e l’insofferenza della moglie (in quel caso crescente) – si impegna caparbiamente a risolvere il problema. L’ultima tappa, l’arrivo serale a Marsiglia, è contrassegnata da un’altra sorpresa: gli alloggi della città sono quasi tutti pieni. Sonno, panico, tensione… fino alla scoperta casuale di un ostello – si rivelerà il più votato su TripAdvisor – che ha fatto della condivisione di beni e servizi (free bike sharing, bookcrossing interno, letti gratis per membri di associazioni e artisti, cene comunitarie) il suo punto di forza. Dai volontari in reception la disponibilità che fa scongiurare la notte in bianco.

Marsiglia è una città vivace e, per lunghi tratti, fatiscente. Colpisce il volto scavato di una donna che, consumando avidamente la sigaretta, osserva il figlio giocare da solo in un giardinetto deserto e degradato. Immagine che fa da contraltare ad un’altra storia a lieto fine. Un uomo con disabilità motoria, in attesa del bus alla banchina, viene ignorato da un autista un po’ burbero: diversi turisti – nonostante il caldo e il bus affollato – placano a gran voce gli ardori del conducente, pretendendo con successo che azioni la pedana per far salire il passeggero. Una ribellione di massa da replicare, di fronte ad episodi che quasi sempre hanno ben altri epiloghi (uno tra tanti ,“Notte dei musei, odissea di due disabili”).

Ultimato il viaggio in bici, impossibile non ripensare all’importanza di ogni gesto. Chiuso l’album di ricordi, rimane in vista la copertina.


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