Sostenibilità
Bianchi (WWF) : «Per il Giglio garantire il ritorno alla normalità»
WWF Italia segue con attenzione le attività di rigalleggiamento della nave da crociera che sta procedendo dall'isola del Giglio verso Genova.
di Redazione
«Ci auguriamo che siano state prese tutte le possibili misure di prevenzione per gestire la sicurezza e impedire la fuoriuscita e lo spandimento di liquidi contaminati che sono rimasti nel relitto – ha dichiarato il Presidente WWF Italia Donatella Bianchi – . Le unità che scorteranno la Costa Concordia dovranno essere dotate di un numero sufficiente di mezzi antinquinamento pronti a contenere sversamenti di acque contaminate e di oil spill. Ma il rigalleggiamento e il trasferimento del relitto concluderanno solo la triste vicenda della nave da crociera. Secondo quanto deciso nelle Conferenze dei Servizi del 15 maggio e del 25 giugno 2014 ora si dovrà garantire il ritorno alla normalità' all'Isola del Giglio, procedendo alla rimozione del cantiere, al ripristino dei luoghi e al risarcimento del danno ambientale. E' soprattutto su questo che oggi chiediamo garanzie al Governo».
Il WWF chiede al Commissario Gabrielli di garantire che siano approntate tutte le misure e i mezzi per prevenire qualsiasi forma di inquinamento visto che saranno necessari almeno quattro giorni per trasferire dall’isola del Giglio a Genova alla velocità di 2,5 nodi e in condizioni di mare calmo, la nave da crociera da 114 mila tonnellate di stazza lorda profondamente danneggiata per 200 miglia marine in pieno Santuario internazionale dei cetacei, area di importanza naturalistica. La nave ha ancora a bordo 169.000 metri cubi di acque potenzialmente contaminate e 9.000 metri cubi di acque miste ad olio, mentre sono 163 i mc di carburante “confinati” nel motore.
Il WWF rileva, infatti, come il capitolo ambiente non potrà ritenersi chiuso con lo smantellamento della Costa Concordia e ricorda al Governo che, oltre alla bonifica completa dell’area di cantiere e ripristino, si dovrà procedere al risarcimento del danno ambientale, valutato prudenzialmente da ISPRA – Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente – in oltre 13 milioni di euro. La Conferenza dei Servizi del 15 maggio aveva, infatti, già chiarito che: “Rimane fermo il quadro di responsabilità a legislazione vigente inerente il danno ambientale già determinatosi, anche con riferimento all’eventualità che nel corso delle operazioni di rimozione della nave si verifichino danni, pure all’ambiente (…)”.
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