Salute

Bettoni: «Scongiurato il rischio dei risarcimenti dimezzati»

Così commenta il presidente ANMIL, Franco Bettoni, dopo la decisione del Presidente della Repubblica di soprassedere dal mandare avanti il regolamento di attuazione che, in pratica, avrebbe dimezzato l’entità dei risarcimenti da infortuni e malasanità, anche nei casi più gravi.

di Redazione

«Siamo compiaciuti che il Governo abbia ritenuto di dover approfondire con le organizzazioni che rappresentano le vittime della strada (che, tra queste ultime, annoverano molti lavoratori) la paventata attuazione degli articoli 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni con un regolamento gravemente limitativo rispetto ai valori che la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha, nel frattempo, consolidato utilizzando le esperienze in tal campo del Tribunale di Milano», continua Bettoni.
 

Nei giorni scorsi la proposta aveva suscitato lo sdegno e la conseguente mobilitazione di avvocati e medici che, in massa, hanno firmato una petizione rivolta al Presidente della Repubblica sottoscritta anche dall’ANMIL.

«Il carattere risarcitorio dell'intervento assicurativo non può essere scalfito e va tenuto fuori da ogni tentazione di trasformare lo stesso in una sorta di indennizzo sociale – continua Bettoni -, alla mercé di compatibilità finanziarie generali e degli interessi del mondo assicurativo, come l’esperienza dell’infortunistica del lavoro conferma».

A detta del Governo, il provvedimento emanato nelle ultime ore trovava la sua giustificazione nella necessità di individuare un criterio unico per la quantificazione del danno alla persona, analogamente a quanto già previsto dagli articoli 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni che prevedono l’utilizzo di tabelle di legge uguali per tutto il territorio nazionale (l’articolo 138 per le “macrolesioni”, maggiori al 9%, e l’articolo 139 per le “microlesioni”, 9% o inferiori). Le attuali tabelle di legge si riferiscono solo alle lesioni inferiori o uguali al 9%, mentre per le lesioni maggiori si ricorre ai criteri fissati dai tribunali che però non sono uniformi su tutto il territorio nazionale.
 

«Si tratta di un’evidente iniquità – spiega il Presidente dell’ANMIL – dato che una grave lesione, a Roma, non può essere pagata diversamente da una identica lesione a Milano e il Tribunale di Milano, con le sue tabelle, in una personalissima interpretazione della pronuncia della Suprema Corte quasi in risposta a Cassazione e Assicurazioni, ha inglobato il danno morale nel biologico, aumentandolo, rendendolo di fatto ancora più automatico e prevedendo la possibilità di ulteriori aumenti personalizzati».

«Nel grave momento di crisi istituzionale che stiamo vivendo – conclude Bettoni – l’intervento del Capo dello Stato è stato prezioso in quanto, senza entrare nel merito delle tematiche, ha consentito di spostare la discussione a un momento più sereno con maggior tempo e informazioni a disposizione ed il costruttivo contributo di quanti, come l’ANMIL, hanno sempre condiviso la necessità di un giusto ristoro dei danni per i singoli con attenzione alle priorità sociali ed economiche del Paese».


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