Salute

Bettoni (ANMIL): «Questa sentenza sia di monito a chi baratta la salute con il salario»

Il presidente di Anmil, Franco Bettoni, commenta la decisione della Corte di appello sui casi Eternit di Casale Monferrato e di Bagnoli

di Redazione

 «Tutto quello che si poteva dire di positivo su questa sentenza è stato ampiamente commentato da più parti, per una giustizia che restituisce un po’ di dignità e ripaga in parte il dolore di migliaia di famiglie di Casale Monferrato e Bagnoli, per cominciare un elenco davvero senza fine», è quanto afferma il Presidente dell’ANMIL Franco Bettoni che della lotta all’amianto ha fatto uno dei nuovi obiettivi dell’Associazione che raccoglie oltre 440.000 vittime del lavoro e sa bene quanto sia frustrante per chi subisce a danno della propria salute gli effetti di un’economia senza regole e senza rispetto per i lavoratori.

«Siamo lieti di questa sentenza che deve molto al Procuratore Guariniello e all’ex Ministro per la Salute Balduzzi, ma anche alla tenacia e alla forza di non arrendersi di associazioni come la nostra, di familiari e quanti hanno capito che l’amianto non è un problema di quartiere», aggiunge Bettoni.

«Quello che però ci lascia attoniti – spiega il Presidente dell’ANMIL – è il commento dell’avvocato difensore dell'imprenditore svizzero il quale, essendo di parte, ovviamente non poteva accogliere con gioia la sentenza, ma quando ha dichiarato: ‘Adesso quale imprenditore straniero investirà in Italia? Schmidheiny investì molto sulla sicurezza, spese 75 miliardi dell'epoca e non ne ebbe profitto. Ora è stato condannato 18 anni. E' un incentivo?’, forse non ha riflettuto sul fatto che la vita e la salute non possono barattarsi con uno stipendio. Il caso Ilva è per noi una piaga non un rimedio alla disoccupazione; e nel rappresentare circa 1 milione e mezzo di persone tra associati e familiari, possiamo dire con forza che se il motivo per attirare gli investimenti dei paesi stranieri deve essere quello di garantire a imprenditori come Schmidheiny l’incolumità, allora che questa sentenza faccia il giro del mondo e porti il nostro paese nelle liste di quelli che al lavoro e ai lavoratori sanno attribuire il giusto valore».


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