Palestina

Betlemme, in classe dopo l’inferno, un sogno realizzato

I 68 bambini evacuati dal Villaggio Sos di Rafah nella Striscia di Gaza hanno ricominciato a studiare in Cisgiordania. Per recuperare il ritardo scolastico Sos Villaggi dei Bambini ha collaborato con la scuola privata Zouhour Al Amal. «Sognavo il giorno in cui sarei tornata a scuola. Mi mancava studiare, scrivere, avere uno zaino e delle matite», racconta la quattordicenne Siwar

di Antonietta Nembri

È chiamata Educazione in Emergenza – EiE ed è fondamentale per il futuro dei bambini in zone di conflitto. Riuscire a educare offrendo ai minori un senso di speranza, che protegga lo sviluppo cognitivo e sostenga il loro benessere psicosociale, l’obiettivo che si propone di realizzare Sos Villaggi dei Bambini. L’organizzazione, presente in Israele e Palestina, in questi mesi ha anche subìto delle perdite umane sia tra i beneficiari sia tra gli operatori.

Gli scontri nella Striscia di Gaza e in Israele hanno portato alla drammatica perdita di migliaia di vite umane, decine di migliaia di feriti e centinaia di migliaia di famiglie sfollate e bisognose di assistenza umanitaria. I combattimenti e gli attacchi contro le infrastrutture civili, tra cui ospedali, scuole, rifugi e reti di alimentazione elettrica, continuano incessantemente a calpestare i diritti umani.

Già nell’ottobre 2023 Sos Villaggi dei Bambini si è unita a 20 organizzazioni domandando all’Ue di chiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario e un cessate il fuoco immediato da parte di tutte le parti, poiché il numero di bambini uccisi continuava ad aumentare. Sono passati molti mesi, ma è importante ribadire l’importanza di dare priorità alla preservazione della vita umana sopra ogni altra cosa.

Quello in corso è un conflitto destinato a produrre conseguenze sociali e psicologiche, sostanziali e durature, sia sui bambini sia sulle loro famiglie. Ciò è ancora più vero per i bambini che hanno perso o rischiano di perdere le cure genitoriali che sono il centro dell’azione dell’organizzazione in tutti i Paesi in cui è presente.
I bambini e i giovani – sottolinea l’organizzazione – sono tra i più esposti alla violenza e, come per ogni guerra, subiscono maggiormente le privazioni e le disuguaglianze derivanti dai conflitti. Oltre al proprio trauma, sentono le difficoltà e le paure degli adulti che si prendono cura di loro.

Dal Villaggio Sos di Rafah a quello di Betlemme

A marzo di quest’anno sessantotto bambini sono stati evacuati dal Villaggio Sos di Rafah, nella Striscia di Gaza in Cisgiordania e sono ora accolti dal Villaggio Sos di Betlemme. A causa della guerra per otto mesi non sono potuti andare a scuola.
Per rispondere alle esigenze educative dei minori che erano stati evacuati Sos Villaggi dei Bambini ha collaborato con la scuola privata Zouhour Al Amal in Cisgiordania, con l’obiettivo di far recuperare il ritardo scolastico che si era prodotto. La scuola  – precisa una nota dell’organizzazione – offre l’opportunità di un recupero educativo, grazie al quale i bambini possono continuare il loro percorso, in base al loro piano scolastico, all’età e alle capacità cognitive.
Il piano iniziato il 5 giugno proseguirà fino al 5 agosto.

Le parole di Siwar una ragazza di soli 14 anni colpiscono per la loro semplicità «Sono molto felice di tornare a scuola dopo questa lunga pausa. Stiamo iniziando a migliorare e a ricordare ciò che abbiamo dimenticato».

«Sognavo il giorno in cui sarei tornato a scuola. Mi mancava studiare, scrivere, avere uno zaino e delle matite» racconta Fares, un ragazzo di 14 anni.

«L’impatto della guerra sui bambini è stato molto negativo. Ha influenzato il loro comportamento e il loro rendimento scolastico», afferma Sami Ajjour, direttore del Villaggio Sos di Rafah. «Stiamo facendo molti sforzi per aiutarli a superare questa fase». 

Il sostegno psicologico e sociale

Anche per questo uno psicologo e un assistente sociale lavorano con i bambini. Organizzano sessioni di sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione e su come mantenere e stimolare il loro apprendimento, soprattutto dopo un’assenza dalla scuola durata ben otto mesi. Inoltre, seguono i progressi scolastici dei bambini e collaborano con gli operatori di Sos Villaggi dei Bambini per supportare al meglio il lavoro con i bambini in maniera integrata.

Per garantire il successo del processo educativo e di recupero, gli operatori prendono parte regolarmente a corsi di aggiornamento, ai seminari sul supporto all’apprendimento a casa e a sessioni collaborative di definizione degli obiettivi.
Il team – spiega l’organizzazione – conduce, inoltre, revisioni e valutazioni periodiche del programma di recupero educativo per valutare l’efficacia, apportando delle modifiche, se necessario.

L’impegno di Sos Villaggi dei Bambini

Dall’inizio del conflitto Sos Villaggi dei Bambini ha supportato 16.368 persone (13.918 Gaza, 2.620 Cisgiordania), ed evacuato 68 bambini da Gaza al Villaggio Sos di Betlemme, nonché accolto 227 persone nei campi allestiti dall’Organizzazione.
È riuscita a ricongiungere 17 bambini con le famiglie di origine, ha assicurato supporto economico per la copertura delle esigenze primarie, alimentari e non, a 10.267 persone, e sostegno psicosociale e alla salute mentale a 2.156 persone (1.286 attraverso la consulenza familiare, 660 grazie alla consulenza di gruppo e 210 percorsi individuali)

Nelle immagini i bambini evacuati al Villaggio Sos di Betlemme a scuola – foto Lama Qattush da Ufficio stampa

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