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Betancourt, davvero libera

Dalla liberazione all'impegno instancabile per gli altri ostaggi nelle mani delle Farc. Dall'incontro con il Papa ai progetti di film su di lei. Ritratto della Betancourt, una delle figure che più ha segnato questo 2008

di Paolo Manzo

Anche se il personaggio dell’anno 2008 è stato Obama, per il prestigioso settimanale statunitense Time la lista delle 20 persone più importanti dell’anno che si sta per concludere è capeggiata da Ingrid Betancourt, l’ex candidata alla presidenza della Colombia che per sei interminabili anni abbiamo visto solo attraverso scarne immagini rubate nella selva amazzonica da qualche guerrigliero delle Farc. Immagini che, si badi bene, non dimostravano compassione da parte dei carcerieri, ma la necessità, da parte delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, di dare una «prova in vita» dell’ostaggio. Fotogrammi che, soprattutto negli ultimi mesi prima della liberazione, colpivano per la fragilità di Ingrid, magra sino all’inverosimile e allo stremo delle forze.

Una fragilità che adesso sappiamo essere stata solo apparenza, una sorta di autodifesa dell’anima della Betancourt. Liberata dalle Forze Armate colombiane lo scorso 2 luglio nel corso della controversa Operazione “Scacco Matto”, Ingrid ha infatti ripreso immediatamente a far sentire forte la sua voce affinché anche gli altri 700 ostaggi nelle mani della guerriglia siano liberati al più presto. Sventurati che sono prigionieri delle Farc in alcuni casi da oltre dieci anni ma che, a differenza della Betancourt, non hanno mai avuto alle loro spalle una potenza mondiale come la Francia e, di riflesso, l’Unione europea e l’Occidente. Questo, del resto, continua a ripetere la 47enne da quando è tornata libera: «Pensiamo agli altri, facciamo qualcosa affinché possano tornare a riabbracciare i loro figli, le loro mogli e i loro mariti».

Del resto se c’è stata una fortuna per lei in tutta questa vicenda è stata proprio la sua nazionalità transalpina che le ha permesso di fare uscire il suo dramma sui mass media occidentali, superando i confini, angusti e sanguinolenti, della selva colombiana. Igrid ne è perfettamente consapevole mentre altri, indegnamente, gliene hanno addirittura fatto una colpa. «Mi fermerò per un anno, voglio scrivere un libro», ha detto qualche giorno fa Ingrid, dopo mesi di visite in giro per il mondo a testimoniare la sua lotta contro la violenza e la necessità di una fine pacifica del conflitto colombiano che, ogni anno, uccide oltre migliaia di persone. A Roma, Parigi, in tutta l’America latina. L’immagine che più ha fatto il giro del mondo, nelle ultime settimane, è stata quella al fianco di Madonna e della presidentessa argentina Cristina Kirchner ma è un’altra, insieme al Santo Padre, quella che vorremmo qui ricordare . Risale a un paio di mesi dopo la sua liberazione e testimonia il più grande cambiamento che la lunga prigionia nelle mani del gruppo marxista-leninista più storico dell’America latina ha avuto sull’animo di Ingrid che, oggi, non si sposta se non ha al collo il crocifisso di legno che l’ha accompagnata per oltre sei anni nella foresta amazzonica. «La fede in Dio mi ha salvato. È stato un miracolo», disse appena liberata (leggi qui) e passati neanche dieci giorni era già a Lourdes, in pellegrinaggio (leggi qui). Dopo l’incontro con il Papa lo scorso 2 settembre aggiunse, «ho coronato un mio sogno» (leggi qui). Il 18 dicembre scorso Ingrid è andata alla Basilica della Madonna di Guadalupe, in Messico, dove ha chiesto alla Vergine di sensibilizzare i leader delle Farc (leggi qui) che «devono cambiare o morire».

Alcuni l’hanno accusata di misticismo e di essersi “venduta” al presidente Uribe in modo molto duro e volgare (leggi qui) ma resta il fatto inequivocabile: oggi la Betancourt è personaggio universale. Al punto che, dopo avere ricevuto la Legione d’Onore e il premio Principe delle Asturie, ovvero le massime onorificenze di Francia e Spagna, Ingrid è tra le più serie candidate a vincere il Nobel per la Pace nel 2009 mentre la Warner Bros sta preparando un film su di lei (leggi qui).

Ma per capire esattamente il fenomeno mediatico di cui stiamo parlando, più di mille parole vale questa didascalia pubblicata dalla versione in spagnolo della rivista People: «Durante la sua visita in Argentina, Madonna ha avuto il privilegio di conoscere Ingrid Betancourt»…


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