Lavoro

Milano, la protesta della cooperative sociali. Il Comune: «Il Governo deve intervenire»

L'assessore al Welfare Lamberto Bertolé ha ricevuto una delegazione dei lavoratori delle cooperative sociali in presidio davanti a Palazzo Marino. Tra i risultati i primi aumenti e un appuntamento al 9 settembre. All'interno le voci di Attilio Dadda (Legacoop Lombardia); Francesco Carrara (Confcooperative Milano) e Rossella Sacco (Forum Terzo settore Milano)

di Antonietta Nembri

Il welfare a Milano dipende per larghissima misura dai lavoratori delle cooperative sociali. A febbraio scorso dopo anni è stato firmato il nuovo Ccnl. Gli aumenti previsti dal contratto nazionale però non hanno visto un adeguamento di rette e tariffe dei servizi. 

In piazza per la dignità del lavoro

Il nuovo contratto prevede un significativo  aumento delle retribuzioni, indispensabile per sostenere la dignità del lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori che si occupano dei servizi di cura, a favore delle persone più fragili e  rendono così possibile parlare di Milano come città “che non lascia indietro nessuno”.  

Così, lunedì 22 luglio, in concomitanza con il Consiglio comunale riunito per votare l’assestamento di bilancio, centrali cooperative e rappresentanti sindacali con il Forum del Terzo settore sono scesi in piazza, animando un presidio proprio davanti a Palazzo Marino. 

A spiegare le ragioni della manifestazione il presidente di Legacoop Lombardia Attilio Dadda che invita a uscire dalla logica ragionieristica. Per lui, inoltre il welfare va considerato «un progetto di crescita e di sviluppo della città non è solo una spesa e non è solo un investimento sulle future generazioni di educatori e cooperatori e sul futuro del nostro modello di città».


Gli fa eco il presidente di Confcooperative di Milano e dei Navigli, Francesco Carrara che ricorda che sono 68mila i lavoratori nell’area metropolitana di Milano e 482 imprese cooperative, ma anche che non ci sarebbe welfare a Milano senza la cooperazione sociale. 

Una manifestazione colorata e rumorosa che ha avuto come primo risultato la presenza dello stesso assessore al Welfare del Comune, Lamberto Bertolé che è intervenuto al presidio prendendo la parola tra due ali di lavoratori. 

L’assessore Bertolé interviene al presidio dei lavoratori sociali

I tagli del governo agli enti locali

Tra i primi punti dell’intervento dell’assessore la sottolineatura del fatto che uno dei cambiamenti che la giunta ha dovuto fare tra il bilancio preventivo e quello di assestamento è stato quello di scrivere un «meno 15 milioni dovuto al taglio dei trasferimento da parte del governo. Governo che ha tagliato un miliardo agli enti locali». Mentre i comuni «devono rispondere alla domanda sociale e garantire qualità al lavoro con meno risorse di prima. Per questo serve una norma nazionale che ci permetta l’aumento previsto dall’adeguamento contrattuale di febbraio del +14%, come è stato fatto per affrontare un evento straordinario come l’inflazione di pochi anni fa. Una legge che dia l’autorizzazione ai Comuni per correggere anche gli appalti già assegnati. Come Comune di Milano ci siamo attivati con Anci Nazionale per scrivere una proposta di legge per modificare la norma nazionale e centrare questo obiettivo». 

«Comune e Terzo settore si alleino»

L’assessore ha ricordato che dal giorno dopo il nuovo Ccnl «tutte le gare successive le abbiamo fatte con le nuove tariffe come previsto dalla legge». Ma non solo, ha anche rivendicato che in assestamento di bilancio «abbiamo stanziato sul welfare 16,2 milioni che servono non solo a garantire gli aumenti contrattuali da marzo in poi, ma anche la revisione prezzi per le gare precedenti, dove possibile perché già previsto dalle regole dei contratti stessi», ha continuato Bertolè che ha portato come esempio l’assistenza domiciliare che avrà un più 4,8% da settembre, mentre un più 4% da ottobre riguarderà i centri diurni per disabili.

Bertolé ha infine invitato il Terzo settore a un’alleanza con il Comune per lanciare un messaggio chiaro contro i tagli del governo. Dando la sua disponibilità a incontrare nell’immediato una delegazione delle realtà in piazza ha anche ricordato il suo trascorso da operatore sociale. «Non possiamo più far leva sul sacrificio e la generosità dei lavoratori sociali. Pensare a un welfare ridotto a inseguire la domanda del bisogno a scapito del lavoro sociale è miope», ha concluso invitando a una battaglia comune.  

Uno dei cartelli portati in piazza dai manifestanti

Mentre la delegazione è entrata a Palazzo Marino il presidio è rimasto in piazza Scala in attesa della fine dell’incontro durato oltre un’ora e mezza. 

Appuntamento al 9 settembre

Un primo esito positivo dell’incontro è un primo adeguamento tariffario per l’assistenza domiciliare e i centri diurni per disabili. Il secondo un incontro già fissato per il 9 settembre.
Al tavolo oltre all’assessore al Welfare anche altri settori dell’amministrazione in cui è presente il lavoro della cooperazione sociale. Un incontro positivo anche per l’unità dei manifestanti: centrali cooperative, sindacati con il Terzo settore, come sottolinea Rossella Sacco, portavoce del Forum del Terzo settore che ha fatto parte della delegazione ricevuta dall’assessore Bertolé.

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