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Bertolaso in Sicilia: un disastro causato dall’abusivismo

17 i morti. Le accuse del WWF e della Coldiretti

di Redazione

Bertolaso in Sicilia. “Io non faccio polemiche ma cerco di risolvere i problemi, è pero’ evidente che non può essere la Protezione civile a risolvere i problemi di dissesto idrogeologico creati dall’abusivismo” così il capo della Protezione civile a Messina da questa mattina. «Eravamo in allerta meteorologica da ieri mattina, più di questo non potevamo fare, bisogna mettere il territorio in sicurezza».

L’accusa della Coldiretti.  L’84 per cento Comuni della provincia di Messina è considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle strage provocata dal maltempo in Sicilia dove complessivamente i comuni a rischio idrogeologico sono il 70 per cento.
La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio è più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità. Una situazione a cui non è certamente estraneo il fatto che – continua la Coldiretti – dal 1982 al 2005 sono scomparsi quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo e che secondo le stime dell’Anbi nell’arco di tempo 1990-2016, se il ritmo di cementificazione del territorio rimanesse inalterato, si sara’ persa una Superficie Agricola Utilizzata pari al 17,5 per cento del territorio nazionale, vale a dire un’area superiore a quella delle regioni Sicilia e Sardegna.
I cambiamenti climatici che si manifestano con una modificazione della distribuzione delle piogge e l’aumento dell’intensità delle precipitazioni insieme alla sottrazione delle aree coltivate rappresenta – conclude la Coldiretti – un mix micidiale che fa aumentare la fragilità dei territori ed impone una piu’ attenta politica della prevenzione.

Il disastro di Giampilieri. «A Giampilieri è un inferno. Sembra Sarno. È franato un costone di una collina sopra le case». Lo dice un operatore della protezione civile che si trova a Giampilieri, frazione del Comune di Messina, devastato la notte scorsa da un violento nubifragio che ha colpito l’intera costa ionica. Sarebbero state recuperate già sei vittime. “Stiamo scavando sotto un mare di fango per cercare di estrarre altri corpi”. A Giampilieri in queste ore si vedono immagini da paesaggio spettrale con gente disperata alla ricerca dei propri familiari. Il lavoro dei soccorritori è reso ancora più difficile dal fatto che le strade nella zona sono bloccate. Ferma, dalla notte, anche la linea ferroviaria Messina-Catania. Nel paese sono già stati estratti sei corpi dalle macerie – riferisce la Protezione civile locale – e temiamo che siano molti di più. Un costone di roccia si è staccato ieri sera intorno alle 20, all’ora di cena, e si è portato via una ventina di abitazioni”.

Almeno 17 i morti. Sono almeno 17 le vittime del maltempo che nelle ultime ore si è abbattutto sulla Sicilia causando frane e inondazioni. Lo conferma la Protezione civile regionale, ma il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. «È una situazione critica, la macchina dei soccorsi è in azione anche se è difficile raggiungere le zone colpite dal disastro. Giampilieri è isolata; le squadre possono raggiungerla solo a piedi. Alcune persone sono state soccorse via mare dalla Guardia costiera» ha detto il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca. Il sindaco ha poi lanciato un appello: c’è bisogno di volontari, soprattutto medici e infermieri. Crolli e allagamenti si sono avuti in un tutte le province dell’isola, ma le situazioni più critiche si registrano in diversi piccoli comuni della provincia di Messina: a Giampilieri, frazione del capoluogo, sono stati recuperati tre corpi, quelli di due uomini, Pasquale Bruno, 40 anni e Francesco De Luca, 70 anni, e di una donna. Il primo è annegato nel fango, mentre il cadavere di De Luca, pensionato, è stato trovato nello scantinato allagato della sua abitazione. Nove persone, rimaste lievemente ferite, sono state soccorse da un pattugliatore della Guardia costiera. Si tratta di tre bambini e sei adulti, che stanno ricevendo le prime cure per poi essere trasferiti via mare in un ospedale di Messina.

A Santo Stefano Briga si cerca tra le macerie di una palazzina crollata, sotto cui potrebbe esserci una donna. Un altro cadavere, ancora non identificato, è stato trovato all’interno di un’auto travolta da un torrente in piena nei pressi di Scaletta Zanclea

Una ventina di dispersi. In tutta la zona di Messina sarebbero almeno una ventina i dispersi, secondo quanto riferisce il sindaco Giuseppe Buzzanca che ha aggiunto come “c’è bisogno di volontari, soprattutto di medici, che diano una mano”. Centinaia tra soccorritori, uomini della Protezione Civile e forze dell’ordine sono impegnati a scavare nel fango, ma le ricerche sono rese assai difficili dall’interruzione dei collegamenti viari e ferroviari. Le frane hanno infatti interrotto l’autostrada A18 Messina-Catania, la strada statale 114 e il tratto ferroviario all’altezza di Giampilieri-Scaletta. “Siamo ancora isolati da Catania, i soccorsi sono venuti da Palermo – ha aggiunto Buzzanca – ma sui posti più colpiti si arriva solo a piedi. Non siamo ancora riusciti a creare un varco per raggiungere le zone con le auto o i mezzi leggeri. Tra poco convocherò un altro vertice per vedere le iniziative da prendere nell’immediato, per evitare che possa accedere il peggio”.

I centri di soccorso. Al momento sono stati predisposti due centri di soccorso. Il primo, in una palestra di Messina, ospita già 80 persone. Il secondo, messo in opera dalla polizia stradale, si trova a Giardini Naxos, a metà strada tra Messina e Catania. Più di 150 i Vigili del fuoco a lavoro. Mezzi di soccorso e sezioni operative sono stati inviati da altre aree della Sicilia, dalla Campania, dalla Calabria, mentre dalla Toscana è stato disposto l’invio di unità cinofile e personale specializzato nelle ricerche sotto le macerie. Le operazioni di soccorso si svolgono sotto il coordinamento del prefetto Francesco Paolo Tronca, capo del Dipartimento dei vigili del fuoco. In azione anche due elicotteri dei Vigili del fuoco, che in queste ore hanno soccorso diverse persone rimaste ferite in conseguenza della frana. Allertati anche gli uomini della Capitanerie di porto che stanno intervenendo via mare per portare soccorso agli abitanti delle località costiere non raggiungibili via terra.

Il rapporto della Protezione ciivile. «Dal tardo pomeriggio di ieri, un forte nubifragio si è abbattuto sulle province di Trapani, Palermo, Messina e Agrigento. La Protezione Civile aveva emesso un’allerta meteo nei giorni precedenti.
Numerosi allagamenti hanno creato grossi problemi alla viabilità stradale e ferroviaria, che è rimasta bloccata in diversi tratti.
La situazione più grave si è registrata nel messinese, dove nel corso della notte, con l’aumento delle precipitazioni, la zona costiera compresa tra i comuni di Galati e Scaletta Zanclea  è stata interessata da frane e colate di fango che hanno interrotto in più punti il sistema viario, la ferrovia e l´autostrada. Chiuse per frana l’autostrada a A/18 Messina-Catania, la strada statale 114 e il tratto ferroviario all’altezza di Giampilieri  – Scaletta.
Le colate hanno invaso le strade, i piani terra, i seminterrati ed i sottopassi nei centri abitati, bloccando per molte ore numerosi automobilisti.
Situazione pesante a Scaletta, completamente isolata, Molino e Giampilieri. In quest’ultimo Comune si sono registrate diverse frane e anche un’esplosione di gpl che ha causato crolli».

Le accuse del WWF. «L’amministrazione comunale fermi finalmente la variante del PRG e prenda atto che il territorio non può continuare ad essere massacrato, la Procura della Repubblica istituisca un pool tecnico in grado di verificare immediatamente la questione urbanistica , sismica ed erosiva costiera, tutte le forze dell’ordine, dopo l’emergenza, si attivino con determinazione per fermare tutti gli atti illeciti che quotidianamente vengono perpetrati sul territorio, sia nelle fiumare che a ridosso di esse, sulle fragili colline del comune».

Queste le richieste del WWF a seguito dei drammatici eventi in corso a Messina.

Al Comune sono state decine le richieste di sospensione della variante al prg inviate dal WWF Sicilia, la prima il 6 marzo 2006, l’ultima lo scorso aprile, a cui si aggiungono 5 denunce, numerose diffide, dossier e segnalazioni alle forze dell’ordine, alla Regione e al Ministero dell’Ambiente.

«C’è da chiedersi se i soldi immobilizzati per l’inutile e dannoso Ponte sullo Stretto possano essere meglio impiegati per risanare il territorio e ricostruirne la naturalità», dichiara inoltre Gaetano Benedetto co-Direttore Generale WWF Italia.

Il WWF chiede, «ormai da anni anche alla luce delle nuove norme di tutela ambientali poste dalla Zona a Protezione Speciale, di fermare la Variante al PRG e di ridisegnare la città, sottolineando in ogni lettera, denuncia, documento, comunicato stampa, che era l’occasione d’oro per fermare il sacco edilizio e la scellerata urbanizzazione stante la fragilità del territorio e l’elevato rischio sismico».

«Piogge torrenziali se cadono su un territorio sano, provocano sì danni, ma non ingenti, e tanto meno vittime innocenti», accusa il WWF. «Per anni, dal quel tragico 28 settembre 1998 – quando l’alluvione colpì la zona nord della città con quattro vittime – Messina invece si è affidata alla fortuna e alla speranza che non accadesse di nuovo il peggio, senza mai, a nessun livello amministrativo, decidere di rivedere la pianificazione urbanistica alla luce dell’aggravamento della fragilità del territorio. Oggi è stata colpita durissimamente la zona sud di Messina, già provata negli anni precedenti: torrenti stretti nella morsa di muri e case, montagne rese fragili da incendi e inevitabili frane che trovano come ostacolo verso il basso, case su case. Ma ancora sono previste nuove lottizzazioni, piani quadro, particolareggiati, centri benessere, nuove strade, nuovi centri commerciali, coperture di fiumare».

 


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