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Bertolaso: Gli sfollati a casa? Ci vorranno anni

Chi ha subito crolli o danni strutturali gravi non rientrerà negli edifici prima di 12 mesi, potrebbero volerci anche anni. Un'attesa che riguarderà circa 20mila persone

di Lorenzo Alvaro

«Non potranno tornare a casa e staranno fuori casa da 12 mesi fino a qualche anno tutti coloro che hanno subito crolli o danni strutturali gravi, si parla di 15-20 mila persone. Ci stiamo organizzando per la gestirle dopo che avremo finito la fase della ricostruzione leggera». Queste le parole del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in occasione di un’audizione presso la commissione Ambiente del Senato sul Dl Abruzzo. Non sono in programma «container» e «casette di legno» per chi ha perso la casa all’Aquila ma solo nei comuni limitrofi ha spiegato Bertolaso aggiungendo che comunque «entro il 30 ottobre contiamo di dare una sistemazione a chi non ha una casa».
Per chi ha la casa agibile invece il rientro è previsto entro il mese di giugno.
Nella stessa sede Bertolaso ha parlato della situazione a 360 gradi.

Gli sfollati

Dalle indagini fatte risultano essere oltre 64mila i cittadini delle aree colpite dal terremoto assistiti, ogni giorno, dalla Protezione Civile. Il 50% alloggia nelle 170 tendopoli allestite nall’area interessata dal sisma. «Abbiamo registrato 64.657 persone», dice Bertolaso spiegando che «la metà vive nelle tendopoli allestite con 5.516 tende 99 cucine da campo e 37 posti medici avanzati» L’altro 50% «è negli alberghi e nelle abitazioni lungo la costa». Inoltre Bertolaso annuncia che «è in corso un censimento della popolazione per ricostruire l’anagrafe del territorio». Una buona quota di popolazione non risulta perchè ha abbandonato L’Aquila e si è rifugiata da parenti o amici fuori: si stima siano circa 20mila persone». Tirando così le somme, il capo della Protezione Civile spiega che «sono circa 85-90mila le persone che in questo momento vivono fuori dalle loro abitazioni».

Valutazione dei danni

Oltre 30mila le verifiche di agibilità sugli immobili fatte dalla Protezione Civile. Il 52% degli edifici è risultato agibile, il 15% parzialmente agibile mentre il 23,6% sono del tutto inagibili. Questo il quadro della situazione delle strutture. Al 6 maggio ha detto Bertolaso «sono state 29.751 le verifiche di agibilità sugli immobili, è un numero straordinario; ad oggi è stata superata ampliamente quota 30mila verifiche». Bertolaso ha poi spiegato che «la stragrande maggioranza delle verifiche ha riguardato edifici privati» di cui in particolare 38 ospedali e 1.157 fabbriche e aziende, «le prime ad essere verificate perchè abbiamo voluto dare priorità all’attività economica». Mentre «la nota dolentissima riguarda i beni culturali: il 44,2% della realtà dei beni culturali di quel territorio è completamente inagibile».

Fondi per la ricostruzione

Il governo intende presentare un emendamento al Dl Abruzzo che «affida al sindaco dell’Aquila, d’intesa con il presidente della Regione, di occuparsi della ricostruzione del centro storico dell’Aquila». Il governo intende anche garantire il 100% dell’importo per la ricostruzione della prima casa nelle aree colpite dal terremoto, anche oltre il tetto dei 150mila euro. «Verrà presentato un emendamento», spiega Bertolaso, «che prevede di chiarire nel testo del Dl che verrà garantito il 100% della ricostruzione della prima casa». E aggiunge: «ho sempre ribadito e ripeto anche oggi che, a mio parere, non dovessero essere indicati limiti di spesa nel decreto per quanto riguarda la ricostruzione pesante» e con l’emendamento che verrà presentato «il problema dei 150mila euro del tetto è risolto».

Le fasi della ricostruzione

Arriverà a fine giugno l’ordinanza per la ricostruzione «pesante» e definitiva degli edifici delle zone colpite dal terremoto contrariamente a quanto dichiarato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che ne aveva assicurato l’arrivo per la prossima settimana. «L’ordinanza per la ricostruzione «leggera» (per le strutture provvisorie da destinare gli sfollati) sarà emanata dopo che il decreto legge sarà uscito dal Senato», spiega Bertolaso. Mentre «l’ordinanza sulla ricostruzione “pesante” (per il ripristino delle case crollate) sarà approvata il 26-27 giugno», aggiunge assicurando: «soldi o non soldi, copertura o non copertura, state tranquilli che io il problema cercherò di risolverlo».


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