Non profit

Bertinotti due volte contento

E la sinistra tira le somme.

di Ettore Colombo

Un filo diretto Letta-Bertinotti ancora dovevamo vederlo in atto, sul caso delle due Simone. Eppure è andata così. E che Gianni Letta si consulti e informi via cavo e de visu Rutelli e Fassino ci può anche stare, ma Bertinotti è un segno dei tempi. Franco Giordano, capogruppo Prc alla Camera, e Bertinotti sono stati in stretto e discreto contatto con Gianni Letta in questi giorni. In aula, poi, Giordano sottolineerà «il ruolo significativo di tante personalità islamiche», prima ancora di riconfermare la contrarietà alla presenza italiana in Iraq: «Resta la guerra. Resta il terrorismo e il fallimento di chi voleva combatterlo con la guerra». Resta anche, appunto, la vittoria – politica – di Bertinotti, e la strategia fallimentare di chi, nell?estrema sinistra, ha rifiutato qualsiasi intesa con la maggioranza. D?altra parte, che la strategia di Bertinotti fosse vincente – anche se rischiosa – era chiaro da quando il segretario del Prc si lanciò ben lontano dalle colonne d?Ercole del suo partito, condannando in maniera ferma prima il terrorismo internazionale, poi l?antiamericanismo e l?antisionismo, «mali diffusi anche a sinistra». Confermando la scelta nonviolenta di Rifondazione e bocciando senza appello le «frange minoritarie» che inneggiano alla strage di Nassiriya. Agli «estremisti di sinistra» che «simpatizzano» per gli integralisti islamici, il segretario del Prc dice una cosa semplice: «Non è vero che i nemici di Bush sono i nostri amici. L?idea, purtroppo, seppur minoritaria, è presente e non è da prendere sottogamba. A Londra, in occasione del Social forum europeo (che si terrà dal 15 al 17 ottobre, ndr) ne avremo la riprova». Insomma, una vera svolta, concettuale e ideologica, prima ancora che tattica e politica, quella di Bertinotti, che gli sta creando non pochi problemi, nel Prc, a causa di agguerrite minoranze interne. Ma ospitando alla festa di Liberazione Romano Prodi per un dibattito delicato in vista della possibile, futura, nascita di una grande alleanza democratica tra Ulivo, Rifondazione e movimenti per cercare di vincere le prossime elezioni politiche, il segretario del Prc si è trovato di fronte un pubblico (il ?suo? pubblico) che non solo ha fischiato Prodi in diversi passaggi ma che ha accolto con molte perplessità anche le sue parole. «Dove ci stai portando, segretario?», dicevano. Eppure anni di radicalizzazione dello scontro (e delle idee), troppe scissioni interne (da quella dei Comunisti italiani a quella del Pdci) e il ?corteggiamento? del Prc ai movimenti e in particolare alla loro ala più dura, quella no global, avevano dato i loro frutti. Bacati, a nostro (modesto) parere. Dai movimenti, infatti, a Bertinotti di recente sono arrivati solo schiaffi. Sia per l?accelerazione impressa ai rapporti con l?Ulivo sia per la scelta di aderire alla politica di ?unità nazionale?. Rifondazione comunista ha iniziato la sua traversata nel deserto. Per andare dove, forse, non è ancora chiaro. Certo è che, strada facendo, già si cambia. Tra le letture preferite dei Giovani comunisti, il braccio giovanile del partito guidato da Michele De Palma, per dire, oggi c?è anche il settimanale Vita. Particolare che non raccontiamo per fare dell?autoreferenzialità ma perché è anche questo un segno dei tempi. «Quando scrivete della sinistra e dei movimenti», ci conferma Gennaro Migliore, ora responsabile Esteri ma ieri leader dei Giovani comunisti e pupillo di Bertinotti, «siate attenti. Vita è un settimanale molto letto, anche nell?area che sta a cavallo tra Rifondazione, la sinistra diffusa e i movimenti». Cose ?e pazz?, direbbero a Napoli. Giovani leader comunisti che leggono Vita. È cambiata davvero, Rifondazione.


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