Politica

Bersani segretario Pd. «Sarà un partito senza padroni»

Ha vinto con il 53% dei voti le primarie

di Redazione

«Sarà partito senza padroni, non di un uomo solo, ma un collettivo di protagonisti, il Pd è un partito senza padrone. Farò il leader a modo mio, il PD non sarà di un uomo solo. Un grande partito popolare è un collettivo di protagonisti e questa sarà la chiave del mio lavoro». Pier Luigi Bersani si presenta alla stampa come neo segratrio del Pd dopo il successo alle primarie di ieri dove ha ricevuto il 53% dei voti. Sottolinea un passaggio importante che prefugura la sua linea: «Preferisco che il Pd si definisca un partito dell’alternativa piuttosto che dell’opposizione, perché l’alternativa comprende anche l’opposizione ma non sempre è vero il contrario, e stare in un angolo a urlare non porta a nulla».

Tre milioni al voto. Il neo segretario a spoglio in corso riflette: «Voglio cominciare con l’orgoglio per quanto successo oggi. Tre milioni di persone sono una grande prova di democrazia. Tre milioni di persone che hanno pagato due euro a testa per partecipare alle primarie sono un grande risultato. Noi siamo orgogliosi di essere quelli che stanno costruendo un partito. Chi fa un partito realizza la costituzione repubblicana che parla di partiti e non di “popoli”. Questo mette l’Italia al pari delle altre democrazie mondiali che non hanno partiti con dei padroni. Spero che questo nostro esempio induca qualcuno a riflettere sull’assenza di trasparenza su altri soggetti politici. Noi siamo stati e siamo un libro aperto. Questo risultato mi consegna la responsabilità di guidare il Pd. Sopra o sotto il 50%? Vedremo, a noi risulta sopra il 50%. Ora collaborazione con tutte le opposizioni, ma io voglio il partito dell’alternativa”. E annuncia la sua prima iniziativa sul tema del lavoro: «Domani sarò a Prato, per incontrare gli artigiani che vivono la crisi, perché bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori».

Che pertito sarà. Un Pd che sarà “di alternativa piuttosto che di opposizione” visto che, è il ragionamento, il primo concetto va sempre a braccetto con il secondo ma non sempre vale il viceversa. Un partito popolare e radicato sul territorio. Tema centrale della sua politica resterà quello del lavoro. E domani la sua prima iniziativa sarà a Prato dove incontrerà un gruppo di artigiani perché “bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori”. Nelle parole dei tre candidati prevale il fair play (“il Pdl prenda esempio dalla nostra discussione trasparente”, è l’invito di Bersani) così come l’orgoglio per la grande mobilitazione di popolo.

La biografia. Pier Luigi Bersani, 58 anni, nasce a Bettola in provincia di Piacenza il 29 settembre 1951. Dopo la laurea in filosofia, sposa nel 1980 Daniela dalla quale ha due figlie Elisa e Margherita. Dopo una breve esperienza come insegnante si dedica, nelle file del Pci, alla politica.
Diventa presidente della Comunità Montana Piacentina e successivamente consigliere regionale dell’Emilia Romagna. Nel 1990 ne diventa vice-presidente e il 6 luglio 1993 viene eletto alla presidenza della Regione. Poi Roma e i vari incarichi da ministro. Dal maggio 1996 al dicembre 1999 è titolare dell’Industria per poi dirigere il dicastero dei Trasporti fino al giugno 2001.
Alle politiche dello stesso anno viene eletto deputato per la prima volta e nel novembre 2001 viene nominato membro della Segreteria nazionale dei Ds e responsabile economico del partito. Nel 2004 arriva a Strasburgo come europarlamentare. Al Parlamento europeo è membro della “Commissione per i problemi economici e monetari”.
Dal maggio 2006 al maggio 2008 ha ricoperto la carica di ministro dello Sviluppo Economico nel II governo Prodi. Nel febbraio 2008, dopo le dimissioni di Veltroni, lancia la propria candidatura alla segreteria del Pd.
Da stasera è il secondo segretario nella storia del Partito Democratico.


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