L’ultimo caso è quello del glorioso Santiago Barnabeu, il monumentale stadio spagnolo che il 22 maggio ospiterà la finale tra Bayern Monaco e Internazionale Milano assai scarsamente accessibile.
A farne le spese sono i tifosi con disabilità bavaresi e milanesi che non potranno partecipare alla finale di Champions League per via della scarsa accessibilità della struttura: i posti previsti per i tifosi in sedia a rotelle sono circa una settantina, raggiungibili a fatica e con l’aiuto di volontari. Nessuna informazione su come prenotare un posto per la finale.
A farne le spese in prima persona è Franco Bomprezzi, portavoce LEDHA e giornalista professionista che così scrive sul Corriere della Sera.it “La questione dovrebbe essere nelle mani della UEFA che al momento non fornisce alcuna informazione in tal proposito. E’ perciò per me impossibile programmare un viaggio senza avere la benché minima speranza di trovare un posto accessibile e con una visuale dignitosa”.
Quello che colpisce è la scarsa sensibilità da parte delle associazioni sportive nel garantire un diritto sancito dalla Convenzione Onu per i diritti delle Persone con disabilità all’articolo 30. Convenzione della quale la Spagna è uno dei principali firmatari.
“La situazione è emblematica – afferma Fulvio Santagostini Presidente LEDHA – di come la questione dell’accessibilità delle strutture nelle quali avvengono manifestazioni pubbliche e di luoghi pubblici non sia data per scontata né in Italia né in Europa. Per questo motivo LEDHA coglie l’occasione per sottoporre la questione alla Regione Lombardia a al Comune di Milano affinché verifichi che le strutture sportive regionali siano accessibili affinché non si verifichino più situazioni lesive della libertà dei cittadini con disabilità”.
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