Politica
Berlusconi si gioca la pensione
E' l'ultima carta per rispondere all'ultimatum dell'Unione
Una domenica strana per il futuro del nostro Paese. Le risate in Europa all’indirizzo della credibilità delle nostre misure contro la crisi, e poi un po’ a sorpresa l’annuncio di Berlusconi che è giunto il momento di innalzare l’età pensionabile, portandola a 67 anni, su indicazione dell’Europa. La Lega si mette di traverso, ma ormai la strada sembra segnata.
“Si andrà in pensione a 67 anni” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA, perché, come si legge nell’occhiello: “L’Europa chiede entro mercoledì misure coraggiose per crescita e taglio del debito. Il premier convoca il governo”. Sulla imbarazzante conferenza stampa di Bruxelles scrive un editoriale Franco Venturini: “Colpe non solo nostre”. Ecco il suo pensiero: “Ma detto degli eccessi della Merkel e di Sarkozy, come non chiederci se e quanta ragione avevano? Il governo Berlusconi è in effetti inadempiente e non ha portato a Bruxelles quel decreto sviluppo che già da tempo avrebbe dovuto varare. Così facendo Berlusconi mette a rischio l’intera manovra anticontagio che sarà varata mercoledì. E non sono serviti a nulla, finora, gli avvertimenti che sono stati fatti pervenire a Roma sulla tagliola che Sarkozy ha di nuovo ribadito ieri: per chi non fa la propria parte di lavoro, niente aiuti di solidarietà dal Fondo salva Stati. L’incontenibile e ostentata irritazione franco-tedesca, dunque, non è priva di motivazioni. Si dice anzi che in forme più morbide parecchi altri soci europei la condividano. Ed è evidentemente questa la circostanza più grave alla quale il governo dovrebbe se possibile dedicare la sua tardiva attenzione. Anche se, nella sala stampa di Bruxelles, il nostro disagio ci è parso poter essere quello di tutti gli italiani”. A pagina 2: “Merkel-Sarkozy, schiaffo all’Italia. Ultimatum su crescita e debito”. E a pagina 3 la risposta di Berlusconi, raccontata da Marco Galluzzo: “Delle sollecitazioni ricevuta dalle istituzioni comunitarie il premier dice che farà tesoro «per fare cose che non ho potuto fare sinora, per colpa di altri». E su questo punto si mostra risoluto, indicando un imminente consiglio dei ministri per mettere mano sia al sistema delle pensioni che al patrimonio dei beni pubblici che possono andare sul mercato. La novità riguarda le pensioni, l’argomento sembrava archiviato per la contrarietà della Lega. E invece il Cavaliere torna sul punto forte delle raccomandazioni europee sulla necessità di riforme strutturali: «In Europa si è parlato di un’età pensionabile uguale per tutti, a 67 anni, lo farò presente alla Lega anche perché siamo l’unico paese ad avere anche le pensioni di anzianità»”. E che l’accelerazione sia in atto lo si capisce bene a pagina 4, con il pezzo di Mario Sensini: “Il piano potrebbe essere approvato già oggi dal Consiglio dei ministri, in tempo per essere presentato a Bruxelles mercoledì, quando i capi di Stato e di governo torneranno a riunirsi. Insieme agli interventi sulla previdenza potrebbero essere varate altre misure già abbozzate e accantonate, e che in questa fase di emergenza potrebbero resuscitare. Come la patrimoniale e la liberalizzazione degli ordini professionali per accompagnare le misure già studiate per il decreto sviluppo: la semplificazioni dei controlli sulle imprese, la decertificazione, l’abrogazione di leggi che limitano la libertà d’iniziativa, le agevolazioni sul lavoro part-time e sull’apprendistato, l’accelerazione delle infrastrutture e l’anticipo della riforma fiscale. Lo snodo cruciale sarà, però, la nuova, ennesima, riforma delle pensioni. Da fare più per dare credibilità, che non per fare cassa”.
“Ue, ultimatum a Berlusconi”: LA REPUBBLICA titola sull’incontro di Bruxelles e nel sommario aggiunge: “Ironia di Sarkozy e Merkel sul premier. Il Cavaliere: sì alla riforma delle pensioni”. Le prime cinque pagine interne sono dedicate all’ultimo avviso dell’Unione Europea: entro mercoledì l’Italia presenti un piano serio, visto che ormai non è più accomunata alla Spagna, ma alla Grecia. «Più di tante parole, più del pressing», scrive da Bruxelles Elena Polidori, «valgono alcuni istanti di una conferenza stampa congiunta». Quella in cui i leader francese e tedesco sorridono riferendosi alla credibilità italiana. Praticamente inesistente. Nonostante le rassicurazioni del premier di ieri mattina («non sono mai stato bocciato») e nonostante la rabbia del dopo, ben descritta da Francesco Bei che parla di un Berlusconi irritato per essere stato «trattato come uno scolaretto». Di ritorno in Italia il premier ha deciso che oggi anziché presentarsi al tribunale di Milano (processo Mills) incontrerà Bossi. «Con Umberto dobbiamo guardarci in faccia», avrebbe confidato ai suoi, «e deve dirmi chiaro e tondo se pensa alle elezioni anticipate. Perché se vogliamo andare avanti bisogna dare subito una risposta all’Europa. A partire dalle pensioni». Il Belpaese è insomma nelle mani del Senatùr, mentre il cavaliere crede di spiegare il rigore con l’irritazione francese per l’affaire Bini Smaghi (che avrebbe dovuto dimettersi dal board delle Bce ed è ancora lì) e con l’«opposizione anti-italiana che per fare la guerra al governo diffonde pessimismo e disfattismo. Queste cose vengono riprese dai giornali di sinistra che vengono copiati all’esterno e quindi si diffonde un’immagine negativa dell’Italia che non è reale». Parole parole parole… Quanto ai fatti è probabile che nel Consiglio dei ministri previsto in tempi assai stretti si discuterà di alzare l’età pensionabile a 67 anni e di vendite di Stato. Fra le ipotesi anche la patrimoniale. All’interno del Pdl però, cogliendo la gravità del momento, ci si prepara (secondo quanto riferisce Luisa Grion) a fare la festa a Tremonti, considerato un ministro «che va contro gli eletti», secondo le parole del sottosegretario alla Difesa Crosetto. Le reazioni delle opposizioni invece sono di grande preoccupazione e tutti – da Casini a Veltroni – sottolineano l’umiliazione ricevuta dall’Italia. Da New York, Federico Rampini riferisce l’opinione americana sulla crisi attuale, spiegando come il debito italiano sia nelle mani di molti stati, a partire dalla Francia (che ha 416miliardi di dollari del nostro debito) e come questo renda instabile il quadro economico mondiale. Il commento di Tito Boeri ha un titolo che dice tutto: “Commissariati da Merkozy”.
“Sarkozy come Zidane”. E’ il titolo d’apertura de IL GIORNALE sul vertice europeo di questo fine settimana e sull’ironia francese sulla situazione italiana. Nell’editoriale di prima pagina a firma di Alessandro Sallusti mano pesante su Sarkozy. «I francesi hanno un brutto vizio. Quando sono in difficoltà con noi italiani perdono il controllo, diventano arroganti». Un atteggiamento che per chi scrive è legato alla faccenda Bce più che ai conti pubblici. La nomina di Mario Draghi alla presidenza e le mancate dimissioni di Bini Smaghi «mettono in minoranza la Francia nella gestione della finanza europea». La risata di Sarkozy alle domande sull’affidabilità dell’Italia sono per chi scrive «il riso isterico di un uomo in difficoltà nel suo Paese e che le sta provando tutte per risalire la china». Un politico che si sottolinea non avrebbe molto da ridere visto la possibilità di declassamento del debito francese. Come poco da ridere ce l’ha per Sallusti Berlusconi che però è «tornato a casa con quello che voleva, cioè un mandato della comunità internazionale di fare quello che avrebbe fatto se Tremonti e la Lega non si fossero messi di traverso». Cioè riforme strutturali, da decidere nel prossimo consiglio dei ministri definito il «momento della verità». E su Sarkozy una profezia. «Carriera finita». Al vertice europeo sono dedicate pagine 2 e 3. “L’Europa in pressing sull’Italia: «Giù il debito e rilanci la crescita»”. Cronaca degli incontri di Bruxelles con un po’ di ironia sul presidente francese. Che ha fatto «un po’ di vaudeville». Si sottolinea che «un po’ di bon ton non avrebbe guastato. Soprattutto da parte del leader di un paese che Standard and Poor’s hanno messo sotto osservazione per un possibile downgrade». Un comportamento contrario a quello prudente del cancelliere tedesco Merkel. Deciso invece il presidente del Consiglio Ue Van Rompuy che ha chiesto misure rapide per far fronte alla situazione ma ha sottolineato come non si «possa paragonare la situazione italiana con quella di altri paesi». Taglio basso commento sulle politiche di crescita per l’Italia. Il Giornale sostiene come «la politica di crescita non si può esaurire in un solo decreto esige intanto un’azione concreta rilevante da parte nostra con tale decreto. In cambio di questo si può e si deve chiedere uno sforzo europeo di mobilitazione, in un quadro generale di sviluppo stabile». “Berlusconi gela Sarkò: «Risate fuori luogo». Nel pezzo si racconta la giornata di Berlusconi a Bruxelles e le sue reazioni all’atteggiamento del presidente francese. Un presidente del consiglio che non gradisce molto l’incontro contemporaneo tra Ue, Italia e Grecia ma che mantiene un profilo basso sulla vicenza Sarkozy. Un atteggiamento definito in privato «fuori luogo e inappropriato» ma su cui Berlusconi non dice nulla in pubblico «per evitare uno scontro diplomatico pericoloso a poche re dalla riapertura dei mercati». E sull’ultimatum Berlusconi convocherà oggi o domani un consiglio dei Ministri in cui «potrebbero rientrare anche le pensioni». Taglio basso dedicato proprio alla possibile riforma della previdenza. “Previdenza, l’ultima mossa sullo scacchiere dei conti». Pezzo in cui si sottolinea come la riforma delle pensioni sia quella che «l’Europa ci chiede con maggiore insistenza». Innalzamento età pensionabile e abolizione delle pensioni di anzianità i provvedimenti più importanti. Mentre per il mercato del lavoro, c’è l’abolizione dell’articolo 18 e il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici. Una serie di misure a cui il ministro Giulio Tremonti è stato contrario, fatto che lo mette ancora al centro della polemica politica con uno dei fedelissimi di Berlusconi, Giorgio Stracquadanio ha detto «Si ragiona su una mozione di sfiducia a Tremonti».
Prima pagina de LA STAMPA dedicata all’«ultimatum» dato dall’Ue all’Italia, con a pagina 2-3 la foto di Merkel e Sarkozy che ridono alla domanda «Vi fidate dell’Italia?», mentre l’articolo nota: «La credibilità che i due leader attribuiscono a Berlusconi è prossima allo zero». Di spalla, un pezzo in cui si dà conto di un premier imbufalito per l’atteggiamento europeo nei suoi confronti, e «gelato» da Barroso che gli ha consigliato esplicitamente di fare come Zapatero, ossia di dimettersi: «il messaggio è chiaro», nota LA STAMPA mettendosi nei panni del presidente della Commissione, «se non sei capace di andare avanti, fatti da parte». Lapidario l’intervento del direttore Calabresi in prima pagina. Poche righe per dire che siamo il malato d’Europa perché il governo è paralizzato e non riesce a indicare una direzione di crescita e riforme. In tutto il Continente, pur tra mille divisioni, si concorda su una cosa: o il premier italiano cambia improvvisamente marcia o – per il bene di tutti – si fa da parte seguendo l’esempio spagnolo».
E inoltre sui giornali di oggi:
CDO
LA REPUBBLICA – L’inserto Affari e finanza in prima ha un pezzo di Ettore Livini Su “Compagnia delle Opere il forziere del ‘prtito di Dio’”, ovvero come la Balena bianca, variamente risorgente, conti sull’aiuto anche economico della «Confindustria dei Cieli», una lobby che secondo Livini sarebbe fortissima specie in Lombardia con «la politica che distribuisce le carte e i privati (aziende e non profit) che si spazzolano il piatto». «È sbagliato dire che noi siamo il braccio di Cl. Non riceviamo direttive e non le diamo», replica Bernard Schiolz, a capo di Cdo.
PERSONE
LA STAMPA – Incontro a Milano con don Domenico Liu Enci, 35 anni, sacerdote cinese in missione in Italia in qualità di cappellano della comunità cinese che ruota attorno a via Paolo Sarpi. Don Enci ha fondato una onlus – associazione Giulio Aleni (un missionario alla Matteo Ricci) – il cui scopo è promuovere l’integrazione, offrire corsi di italiano, fare mediazione culturale e attività ricreative. Dice: «Non è vero che la comunità cinese ama isolarsi» e smentisce un altro luogo comune: «Non è vero che i cinesi non muoiono mai», perché da anziani spesso preferiscono tornare in patria.
AMBIENTE
ITALIA OGGI – Focus sulla direttiva 2011/76/Ue relativa alle regole comunitarie sulla tassazione degli autoveicoli pesanti adibiti al trasferimento di beni. Secondo il pezzo “Ecopedaggio, ora si fa sul serio” dall’ottobre 2103 entrano in vigore pedaggi stradali maggiorati per mezzi di trasporto merci a elevato inquinato atmosferico e sonoro.
TUNISIA
CORRIERE DELLA SERA – Due pagine dedicate al voto libero in Tunisia, la 10 e la 11: “La Tunisia in coda per voltare pagina”. Scrive Giuseppe Sarcina: “E la linea politica? Al di là di tutte le rassicurazioni del leader Rachid Gannouchi, questa resta la domanda chiave del dopo elezioni. Il fronte laico si è presentato frammentato: un grave errore per molti commentatori. I risultati probabilmente scioglieranno anche il problema della leadership nel campo modernista: avranno un pò il ruolo delle primarie, verrebbe da dire, indicando quale dovrà essere il polo di riferimento. Il Pdp di ispirazione socialdemocratica guidata da Najib Chebbi, vecchio oppositore di Ben Ali, tollerato dal regime e accreditato di 10-12% dei voti dai sondaggi; Ettakatol, altro partito di centro sinistra, con alla testa Mustafa Ben Jaafar, emerso come ministro della Sanità nel governo provvisorio (9%). Oppure gli outsider, come il Congresso per la Repubblica (8%) e il blocco della Coalizione democratica modernista, nelle cui liste figura il candidato più giovane, Amal Nasser, 24 anni”.
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