Non profit

Berlusconi, rischio isolamento

Monito morale del cardinal Bertone, disagio dei cattolici

di Franco Bomprezzi

Una settimana dominata dallo scandalo Ruby si chiude con la presa di posizione del Vaticano, con la condivisione del turbamento espresso dal presidente della Repubblica. Intanto le indagini continuano, e sul piano politico il terzo polo mostra maggiore determinazione mettendosi di traverso al federalismo nell’attuale versione affrettata. E’ sempre più evidente, sui giornali, il legame tra la vicenda giudiziaria e le prospettive politiche di tenuta della legislatura.

“Il Vaticano chiede più moralità” apre il CORRIERE DELLA SERA. Ancora tante le pagine dedicate alle vicende del premier, si va dalla 2 alla 11. A pagina 2 “Richiamo della Chiesa: più moralità e legalità”. Non ne fa mistero il segretario di Stato vaticano,Tarcisio Bertone. «La Chiesa – spiega il cardinale – spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». Bertone chiarisce che la Santa Sede «ha i suoi canali e le sue modalità di intervento» e che comunque condivide il «turbamento» espresso nei giorni scorsi dal presidente Giorgio Napolitano. Di spalla a pagina 3 la prima reazione scomposta, poi ridimensionata, di Umberto Bossi: “«Facile parlare, lì non controllano» Poi Bossi frena: massima stima”, mentre il Pd lancia la campagna: 10 milioni di firme per mandare a casa il premier. Interessante l’intervista di spalla a pagina 3 a Giorgio Campanini, già docente di teologia all’università Lateranense: “Vada in Procura, così potrà recuperare i voti dei credenti”. Un passo: “Conosco diversi cattolici favorevoli al presidente del Consiglio che in questo momento sono molto seccati da questa situazione. Provano sdegno e indignazione. E non solo…C’è molta preoccupazione per le sorti del Paese e, soprattutto, per una serie di valori nei quali l’Italia si è a lungo riconosciuta”. E la nota politica di Massimo Franco va al dunque: “I distinguo vaticani tentano di arginare lo sconcerto cattolico”. E adesso la partita politica si complica: “Così Berlusconi assediato prova a evitare il voto”, racconta Paola di Caro a pagina 5, dove si legge di un tentativo del premier di chiudere positivamente sul federalismo, per non perdere l’appoggio della Lega, ma intanto nel centrodestra si pensa a un election-day e a una mobilitazione di piazza sulla Giustizia. Su questo sforzo all’interno del Pdl emerge la perplessità di un uomo importante nel governo, il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, intervistato da Virginia Piccolillo: “Il Pdl riunisce i suoi avvocati? Sono stati eletti per fare altro”. Intanto i legali di Berlusconi confermano alla Procura che il premier non andrà dai pm. Due pagine, la 8 e la 9, dedicate alle indagini, con la “curiosa” notizia: “«Rumori e offesa al decoro» Olgettina, ragazze sfrattate”. Lungo e inquietante pezzo a quattro mani di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella: “L’interrogatorio-fantasma a Ruby «C’è l’emissario di lui…»”: nel sommario “La ragazza sentita il 6 ottobre. Ma non sono i magistrati. Il giallo negli sms del fidanzato”. E allora chi è stato? Un vero e proprio interrogatorio al quale sarebbe seguita una telefonata di “Gesù”… Grane anche per Roberto Maroni: “L’ira degli agenti. Maroni dal premier”, scrive Fiorenza Sarzanini a pagina 10, a proposito delle pesanti frasi del premier in un videomessaggio nel quale accusava la polizia di un comportamento scorretto nei confronti delle giovani interrogate “sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente”. Dulcis in fundo, a pagina 11: “Terzo polo, mozione anti Bondi «La ritiriamo se fa cinque cose»”. A parte il caso Bondi, ereditato dall’anno appena concluso, un’altra tegola sulla maggioranza, a pagina 12: “Federalismo, i Comuni bocciano il decreto” e si va verso una proroga, chiesta da Pd e terzo polo a Calderoli. Fra i commenti, tenta una riflessione morale e pedagogica Isabella Bossi Fedrigotti, infilata a pagina 5 del CORRIERE: “Spaventano l’assuefazione, il cessato scandalo, la leggerezza con la quale si accettano e si giustificano, con un’alzata di spalle, simili modi di essere e di agire. Giustamente si osservava che era la tv, con il suo quotidiano, spesso demenziale magistero, a condurci pian piano a questo punto. Solo che, ora, a peggiorare le cose, alla tv si aggiunge e si sovrappone la vita, il cui esempio ha una potenza molto maggiore di qualsiasi pur seguitissima trasmissione. Davvero valido e degno di fede resta, alla fine, un unico principio, quello che l’antico e cinico Machiavelli raccomandava al suo principe, con la differenza che, dalla politica è stato esteso alle relazioni private, inoculatore di micidiale veleno nella vita civile. E i genitori, quelli innumerevoli che ancora si sforzano di educare i figli, non possono che ritrovarsi isolati come forse non sono mai stati prima, smarriti e sbigottiti dal silenzio che risuona loro intorno, dall’assenza di riflessioni che coincidano con le proprie riflessioni, dalla mancanza di parole simili alle parole che vorrebbero pronunciare”.

“Ruby, la condanna del Vaticano”: LA REPUBBLICA apre con l’intervento del segretario di Stato, Bertone: servono moralità e legalità «per chi ha responsabilità pubbliche»; «il turbamento del presidente Napolitano è anche il nostro». «Anche la Santa Sede “entra” dunque ufficialmente nel caso vanificando le speranze (e le trattative oltre Tevere) di Berlusconi, che ha cercato invano di disinnescare la “scomunica” delle gerarchie cattoliche», commenta Umberto Rosso. Plaude il centrosinistra; la destra grida alla strumentalizzazione. Il più sarcastico è Bossi: «per loro è facile parlare» (ma poi in parte si corregge). Per Bersani, l’intervento «segnala un passo della Chiesa che chiede di essere anche autorità morale oltre che autorità di fede». Per Rutelli, «Berlusconi è sempre più solo», mentre Vendola sottolinea: «lo scandalo non poteva non determinare una presa di posizione della Chiesa. Non è un’ingerenza». Diverso il parere del ministro Sacconi: «Come al solito, sono proprio le persone più lontane dalla Chiesa e più ostili ai suoi valori a strumentalizzare il messaggio». In appoggio Orazio La Rocca intervista l’arcivescovo di Campobasso, monsignor Bregantini: “Sono spettacoli indecorosi un crimine verso i giovani” è il titolo. «Quando si esaltano modelli discutibili come la corsa alla ricchezza, la forza del denaro e, ancora peggio, lo sfruttamento della bellezza della donna con modi di vivere moralmente inaccettabili, i ragazzi vengono inevitabilmente danneggiati. Al di là di tutti gli aspetti legati alle note vicende personali del premier, è questa la preoccupazione che sento di dover denunciare per quanto sta accadendo. E lo faccio come vescovo, come pastore e come uomo». «Sono preoccupazioni mie, ma anche disagi raccolti tra quanti incontro in diocesi». Francesco Bei si dedica al retroscena: “La tenaglia Chiesa-Colle scuote Silvio e nel Pdl torna lo spettro delle urne”. Due giorni fa Berlusconi e Letta hanno segretamente pranzato con Bertone. Un incontro dal quale il premier era uscito in qualche modo rincuorato. «Per questo ieri quando è uscita la dichiarazione del Segretario di Stato, il premier è rimasto di sasso, scosso dalla durezza della critica». I cattolici del Pdl sono in fibrillazione: «avanza il timore che la Chiesa stia rapidamente riconsiderando l’iniziale scetticismo verso il terzo polo, riprendendo a coltivare il rapporto con l’Udc e con Casini», scrive Bei. Dunque non è un caso se il terzo polo ha preso una posizione così critica sui decreti attuativi del federalismo fiscale. In sintonia con i comuni dell’Anci che hanno bocciato il testo all’unanimità. Ovvia la preoccupazione di Calderoli: il Polo della Nazione ha grande peso nelle commissioni e soprattutto in quella Bilancio. In “Gli incubi del cavaliere tra la svolta centrista e il ribaltone dei Lumbard”, Massimo Giannini ipotizza un possibile ribaltone, con Tremonti che sostituirebbe Berlusconi dando vita a un nuovo governo sostenuto anche dal Pd e dall’Idv. Ci sono due nodi, scrive Giannini, uno di natura tecnica (e ha a che fare con l’Imu, la nova imposta immobiliare); l’altro di natura politica: «nasce dalla sterzata del Terzo polo che ha deciso di mettersi di traverso e di esprimere parere contrario, se non saranno recepite le modifiche richieste ai decreti».

Tutta la prima pagina de IL GIORNALE è dedicata alla vicenda Ruby. Il titolone di apertura è «Macelleria Santoro: da Annozero nuovo fango», dedicato alla trasmissione andata in onda ieri sera. Lo spazio dell’editoriale ospita una scelta singolare: viene ripubblicato integralmente l’intervento di Giuliano Ferrara su Il Foglio di ieri. Sotto il titolo di «Sermoni senza decenza», Ferrara aveva attaccato la «sacerdotessa laica» Barbara Spinelli e «il monaco della comunità di Bose» Enzo Bianchi. La sua conclusione è «Non si può passare la vita ad abbassare la soglia della norma etica, e poi issare un muro di filisteismo moralistico contro il nemico politico». La foto centrale invece è dedicata al giornale diretto da Concita De Gregorio: un’immagine della campagna di lancio del quotidiano in cui appariva una ragazza in minigonna. Titolo: «Il corpo della donna che piace all’Unità». Nel taglio centrale si passa al racconto dal «residence delle polemiche»: «Alle ragazze di via Olgettina adesso tocca anche lo sfratto». Stefano Zurlo prende le difese delle giovani che adesso dovranno cercarsi una nuova casa: «Le perquisizioni. Le telecamere puntate. Pettegolezzi e perfidie su scala nazionale. È la gogna. E allora l’immobiliare Friza colpisce come birilli le ragazze: le sfratta come pacchi». Mentre nella colonna dei commenti Mario Giordano parla di «Voltafaccia», adesso «gli anticlericali corrono a tirare la tonaca del Papa». Osserva Giordano: «Ma tu guarda, adesso sono diventati tutti papisti. Silenzio, parla il cardinal Bertone. E s’inginocchiano. Interviene il Vaticano. E fanno il segno della croce. Sempre sia lodato. Ma come? Non erano ingerenze? Pericolose invasioni? Indelicate interferenze?». Nelle pagine  interne la presa di posizione di ieri del segretario di Stato Tarcisio Bertone occupa un breve trafiletto intitolato «la Santa sede è in ansia per la stabilità», dove si ricorda che le parole sul bisogno di «una più robusta moralità, di un senso di giustizia e legalità» erano indirizzate «anche alla magistratura».

«Malcomune», con questo titolo IL MANIFESTO nella cui prima pagina campeggia la fotografia di alcuni sindaci fasciati di fascia tricolore ripresi di spalle, punta l’obiettivo sul federalismo, senza dimenticare il Rubygate: «Tiro incrociato sull’asse Bossi-Berlusconi. I comuni si schierano contro il federalismo della Lega e chiedono di cambiare la legge che le opposizioni minacciano di non votare. Il Vaticano invoca “moralità, giustizia e legalità” e condivide le preoccupazioni di Napolitano per le vicende politiche italiane. Anche i poliziotti si sentono “offesi” dal premier» recita il sommario che rinvia alle quattro pagine interne (dalla 2 alla 5) in cui si sviluppano i diversi temi. In prima pagina l’articolo di Gianfranco Bettin «La guerra civica» che affronta il dissenso dell’Anci sul federalismo targato Lega. «Negli incontri, spesso notturni, ad Arcore e a Palazzo Grazioli – quelli politici, intendo – Berlusconi e Bossi non devono avere mai compulsato “La tradizione civica nelle regioni italiane”, il classico di Robert Putnam che mostra, come tanti altri studi, che il vero cuore dell’autogoverno locale risiede nei Comuni. (…) Il dissenso dell’Anci dalla proposta di federalismo fiscale municipale avanzata dal governo, e appunto sancita politicamente l’altra notte a Palazzo Grazioli, si articola in precise, puntuali proposte (e in precisi e puntuali dissensi)» e conclude: «Lo scontro in corso ha intensi e acuti connotati politici di stagione ma evoca, dunque, e per davvero, una vicenda di lunga durata, capace, nel suo sciogliersi in un modo o nell’altro, di segnare profondamente un’epoca. Non va perso di vista, non va sottovalutato, neppure in giorni e notti in cui la politica sembra fare di tutto per farci pensare a tutt’altro». La presa di posizione del Vaticano si trova a pagina 4 nell’articolo «La Chiesa ha detto amen» che nel catenaccio precisa «La Santa Sede scarica Berlusconi. E rinsalda l’asse col Quirinale». Scrive Iaia Vantaggio: «Per la Santa Sede il caso Ruby è chiuso. Ed è chiuso a prescindere da quello che deciderà la magistratura, dalla fondatezza delle prove, dai videomessaggi del premier o dagli affanni delle opposizioni, siano esse prime, seconde o terze. Il Vaticano ha archiviato il caso limitandosi a liquidare il suo principale protagonista, Silvio Berlusconi (…) L’anatema è chirurgico e colpisce Berlusconi senza nemmeno sfiorare l’esecutivo che anzi viene messo a parte delle manovre vaticane: “La Santa Sede ha i suoi canali e le sue modalità di intervento”, chiosa minaccioso il cardinale. Canali dai quali il presidente del Consiglio ormai è fuori. Non perché troppo imbarazzante e sregolato – sottigliezze queste che ai politici vaticani interessano poco – ma perché è l’ora di un cambio di passo. Quello che poteva dare, Berlusconi l’ha dato: ora faccia la sua parte, esca in modo dignitoso e Santa Romana Chiesa farà di tutto per assicurargli un salvacondotto (…)».

Strillo in prima de IL SOLE 24 ORE sulla presa di posizione del Vaticano: “Vaticano preoccupato sul caso Ruby. «Servono più moralità e legalità»”. Il servizio di Carlo Marroni è pagina 19 “Il Vaticano chiede più moralità”: «Una presa di posizione assunta con modalità a un livello intermedio di “ufficialità” ma che di certo non attenua la portata critica, già espressa qualche giorno fa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano. (…)  con le dichiarazioni di ieri Bertone, considerato l’interlocutore principale di Berlusconi di là dal Tevere, risponde alle sollecitazioni per un intervento e allo stesso tempo rivendica il suo primato dentro la Chiesa nei rapporti con la politica. Quando sottolinea che la Santa sede “ha i suoi canali” fa sapere che ci sono stati o ci saranno segnali attraversi i canali della diplomazia, ufficiale o parallela. Se non ci saranno incontri riservati prima l’appuntamento tra i due premier (presente anche il capo dello Stato) è fissato per il 18 febbraio a palazzo Borromeo, anniversario dei Patti lateranensi».

“Berlusconi, clima da ultimi giorni”. «Anche se hanno il sapore della paterna tiratina d’orecchie ad un ex allievo (salesiano) un po’ troppo indisciplinato, le parole del sottosegretario di Stato, Tarcisio Bertone, oggi rendono bene il significato di un isolamento più forte del presidente del Consiglio». Lo sostiene il pezzo che ITALIA OGGI pubblica a pag 3 nella sezione Primo Piano.  Ma quello che tiene banco nel pezzo firmato da Franco Adriano, non è il monito del Vaticano, ma l’ultimatum, federalismo o morte, della Lega. «Tolto il federalismo» scrive ITALIA OGGI «viene eliminata l’essenza dell’azione del governo del suo movimento. Ma il punto  è che l’Anci ha capito che il governo è debole e dunque tenta di andare all’incasso dei soldi che mancano alla riforma di qui al 2014 quando andrà a regime». Sempre secondo il pezzo «L’opposizione inizia a vedere nel federalismo più che nel caso Ruby ( o tutte e due insieme) il modo per far cadere il governo». 
Interessante il pezzo a pag 5 “Calderoli tende la mano alla Chiesa”  sulla reintroduzione nel decreto fiscale dell’esenzione Imu ( la nuova tassa che sostituirà l’Ici dal 2014) per gli immobili di culto ma anche per alberghi gli esercizi commerciali, le scuole private. Ieri, tra le modifiche portate in commissione al senato da Calderoli, sono rispuntate proprio le esenzioni fiscali previste dal decreto legislativo n. 504/1992, la legge che istituiva la tassa sulla casa. «Le esclusioni riguardano soggetti destinati allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Si tratta degli enti ecclesiastici che operano nella sanità (ospedali e cliniche), nell’educazione ( scuole private), nel turismo (convitti e alberghi spesso a 5 stelle) e i circoli».

AVVENIRE oggi apre sulla risoluzione bipartisan all’Europarlamento per la difesa dei cristiani. Strasburgo chiede con urgenza ai Ventisette una strategia comune con possibili misure restrittive contro gli Stati che volutamente non tutelano le confessioni religiose. Al clima politico e giudiziario “rovente” e agli inviti di Napolitano e Bertone sono riservate però quattro pagine interne, riassunte in prima dal titolo “Nuovi appelli a sobrietà ed esemplarità. E sul federalismo si va a un mini-rinvio”. Si comincia a pagina 8  con la presa di posizione di Anci e opposizioni che bocciano l’accelerazione imposta sul federalismo fiscale. La pagina 9 la posizione della Lega che fa un passo indietro. Tremonti apre all’Anci e Bossi, che invita ad abbassare i toni, concede “qualche giorno di proroga”. A pagina 10 AVVENIRE registra la posizione della Chiesa, di Napolitano e di Luca di Montezemolo. Nell’articolo “Santa Sede preoccupata per le vicende italiane” riporta la riflessione del cardinale Tarcisio Bertone: «Serve esemplarità. Giustizia, legalità e moralità sono i cardini per chi ha responsabilità in qualsiasi settore amministrativo, politico o giudiziario». Dal Colle arriva un monito a tenere “Comportamenti più sobri”, mentre il leader di Italia Futura invita a guardare avanti perché “Si rischia la catastrofe” e detta la sua lista di priorità per l’ Italia: ricerca ed educazione, non il federalismo. Infine a pagina 11 la notizia che oggi i legali del premier depositano la richiesta di trasferire per incompetenza a indagare l’inchiesta da Milano al tribunale dei ministri o a Monza. Berlusconi per rompere l’assedio pensa alla piazza e si fa strada l’idea nel Pdl di promuovere un grande raduno contro l’uso politico della giustizia.

LA STAMPA apre a tutta pagina con la notizia di giornata “La Chiesa: più moralità”. L’editoriale di Enzo Bettiza, che titola “A Oriente si è chiusa una ferita, sottolinea come «un avvenimento di storica serietà nazionale e di significativa rilevanza intereuropea è passato purtroppo sotto silenzio, quasi inosservato, tra le fragorose miserie della politica italiana e i disagi comunitari provocati a Bruxelles e Strasburgo dai primi passi della presidenza ungherese dell’Unione. Mi riferisco alla visita di Stato appena conclusa dal presidente della Slovenia, Danilo Türk, e alla cerimonia del suo incontro al Quirinale con il presidente Napolitano». Per entrare nel merito delle questioni italiane bisogna andare a pagina 2 e 3. In un box, “Tenaglia col Colle che chiede sobrietà”, viene dato spazio alla manovra a tenaglia di Quirinale e Vaticano, «il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, pur precisando che «la Santa Sede ha i suoi canali e non fa dichiarazioni pubbliche» sul caso, lancia un appello affinchè «moralità, giustizia e legalità » siano «cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo». La linea di Bertone è quella del Quirinale. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, scrivendo agli organizzatori della presentazione di un libro su Enrico Berlinguer, invita «forze politiche, forze sociali, e ogni cittadino» ad avere «maggiore consapevolezza e sobrietà nei comportamenti individuali e collettivi». Due i commenti. Uno di Massimiliano Panarari dal titolo “La propaganda rosa di casa Signorini”  in cui il programma del re del gossip è definito «una macchina comunicativa perfetta, dove ogni minimo dettaglio risulta curato in maniera maniacale, e nulla è lasciato all’ improvvisazione». Detto questo il giornalista decide di smontare la puntata «che ha ospitato un’intervista a Karima El Mahroug, alias “Ruby Rubacuori”». In conclusione Panarari dimostra come «una trasmissione di spettacolo e pettegolezzo che, in realtà, come conferma l’intervista alla neodiciottenne più chiacchierata del momento, si converte in un programma eminentemente politico, investito del delicato compito di sostenere con forza una tesi di stampo “innocentista” sulle feste notturne del premier». Il secondo commento è di Lucia Annunziata: “C’è un rischio anche nel voto”. «L’ombra del voto viene agitata o invocata alternativamente – ed è già più volte successo in questi ultimi due anni – come spauracchio o come minaccia a fasi alterne, magari dagli stessi soggetti politici» è l’incipit dell’Annunziata che poi si chiede se sia il caso di andare alle urne. «La risposta alla domanda iniziale può dunque essere una seconda domanda: come si difende la stabilità italiana? Forse non andando alle elezioni? O forse proprio scegliendole? Qualunque sia l’opzione, ora che siamo di nuovo davanti a una drammatica scelta della vita pubblica, abbiamo il diritto di avere dalla nostra classe dirigente una opinione chiara non sul sesso con Ruby ma sul prezzo che in ciascuno dei due casi pagheremo» scrive in conclusione la giornalista. Massimo Gramellini invece propone “Il Santo Bunga”: «E’ iniziata la beatificazione del bunga bunga e del suo santo patrono. Si riscrivono i fatti da piantare nella memoria collettiva, come nel 1994 quando “i giudici fecero cadere Berlusconi con un avviso di garanzia al G7 di Napoli”. Non era il G7 ma un convegno Onu, non era un avviso ma un invito a comparire e non furono i giudici a far cadere il governo ma la Lega. Fiato sprecato: la vulgata di Arcore ha seppellito la realtà. Ora si tenta il bis. Tale Sabina Began, detta Ape Regina (chissà le operaie), si strucca e va a immolarsi in tv: Bunga bunga è il mio soprannome, dice fra le occhiaie, lui non c’entra nulla, non fa nulla e non sa nulla, nemmeno che io sono qui a proteggerlo e che lo amo con tutta me stessa. Gli orfani di Beautiful hanno appena intaccato la scorta dei fazzolettini quando su un canale del diretto interessato (per chi è ancora sensibile a queste quisquilie) appare la pietra dello scandalo, Ruby. Non sarà stato facile convincerla a forzare la proverbiale ritrosia per rivelare che la sua vita è un susseguirsi di orchi che la usano e la maltrattano. Finché appare lui, il Santo Pagatore, prodigo di sorrisi & cauzioni in cambio di un semplice grazie. Ci sarebbero quelle 400 pagine di telefonate in cui Ruby parla come un’inviata a Crapulonia, ma gli sceneggiatori hanno pensato anche a questo: “Per non soffrire, fin da piccola mi sono inventata una verità parallela”. Suggerirei un miglioramento della trama: le intercettazioni sono un gigantesco falso ordito da alcuni imitatori di Zelig passati al nemico. P.S. Se l’idea piace, sarebbero 7000 euro, ragioniere». 

E inoltre sui giornali di oggi:

MARCEGAGLIA
CORRIERE DELLA SERA – Intervista a tutta pagina (la 13) al presidente di Confindustria: “Marcegaglia, rappresentanza e contratti, è ora di riformare la Confindustria”. Lunga conversazione a tutto campo con Dario Di Vico. Con riflessioni anche su Marchionne e il rapporto con le organizzazioni sindacali.

MEDIO ORIENTE
IL MANIFESTO –Richiamo in prima pagina «Edilizia israeliana e soldi degli emiri. È Palestinaville» e un’intera pagina (la 7) per presentare la costruzione di Rawabi (in arabo le colline), la cittadella della nuova borghesia palestinese che sta sorgendo tra Nablus e Remallah. Nel sommario in prima si riassumono due posizioni «L’ira dei coloni israeliani: quelle aziende ci boicottano. E quella dei palestinesi: sembra una colonia». Nell’articolo di Michele Giorgio si spiega il progetto che sarà realizzato da un’impresa palestinese, con diverse ditte israeliane che per lavorare firmano nel contratto una clausola sugli insediamenti ebraici. 

CINA
AVVENIRE – “Sorpasso cinese: Pechino seconda forza mondiale” è il titolo in prima che annuncia le pagine 4 e 5 sul colosso asiatico. Nel 2010 il Pil è aumentato del 10,3% e secondo le stime di Goldman Sachs Pechino supererà gli Stati Uniti nel 2017. 

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.