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Berlusconi, “ora ghe pensi mi”

Il premier arruola parlamentari incerti per evitare le urne

di Franco Bomprezzi

Berlusconi a caccia di parlamentari per evitare la crisi di governo e le elezioni anticipate. Bossi, per il momento, lo asseconda. Continua il reality della politica, con i continui colpi di scena nei rapporti difficili all’interno della maggioranza, dopo la cacciata-uscita di Fini dal Pdl. I giornali, ovviamente, dedicano pagine e pagine alla cronaca, ai commenti, ai retroscena, alle interviste. Ecco la nostra sintesi.

“Bossi: non voteremo la sfiducia”, la retromarcia del senatur dà il titolo politico della prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Precisa il leader leghista: «In parlamento non faremo mancare i voti a Berlusconi». Intanto è incominciata la campagna del premier per allargare la maggioranza. Sono questi i due temi portanti anche delle pagine interne (dalla 8 alla 12). Si parte con l’ennesima stilettata del Pdl a Futuro e Libertà con Cicchitto che chiede le dimissioni di Fini e il notista Massimo Franco che parla di “partita tattica a ruoli invertiti tra Lega e futuristi”. Si continua a pag 9 con l’allineamento di Bossi (“Seguo il premier. Se dice di continuare va bene anche per noi”). Le pagine 10 e 11 sono invece dedicate agli scenari aperti nel centrodestra: “Letta e l’ultima mediazione sulla giustizia. Il Cavaliere: riaprire a Fini? Idea residuale” e soprattutto un dietro le quinte firmata da Paola Di Caro sulla campagna acquisti del premier (“Berlusconi sicuro: in arrivo tanti moderati”). Berlusconi ieri nel corso di una riunione con i suoi parlamentari più fedeli sarebbe apparso molto più sollevato rispetto agli ultimi giorni tanto da rassicurare la platea sicuro che «il governo deve andare avanti, e io sono sicuro che ce la faremo, sto lavorando per questo e conto che non avremo problemi». E ancora: «Sono fiducioso che in questi giorni avremo il passaggio stabile e certo con noi di tanti moderati che sono convinti dell’opportunità di sostenere la maggioranza». Di Caro parla della disponibilità di 10/15 deputati peraltro  già nell’alveo della maggioranza. Infine a pagina 12 spazio alle strategie di Tremonti che “rilancia il governo: va avanti, orgoglioso di esserci”. Insomma la lunghezza d’onda è quella di Bossi. 

“Il calcio-mercato dell’onorevole”. E’ questo il titolo de LA REPUBBLICA, con tanto di lancio in prima, sulle manovre in transatlantico per formare un gruppo di appoggio a Berlusconi. «Non è che si fa compravendita di parlamentari. E che ci sono molti delusi …». Sono le parole del coordinatore Pdl, Denis Verdini, sulla formazione di un nuovo gruppo parlamentare. Il gruppone di «responsabilità nazionale», o dei «cani sciolti», o degli «ascari» al quale i due hanno lavorato più di altri è quasi al traguardo. Quasi tutta gente eletta nel centrodestra (ma non pidiellini), che si appresta a formare la nuova squadra, giurare fedeltà al governo e garantire il prosieguo della legislatura. I cinque deputati di NoiSud di Adriana Poli Bortone hanno già detto sì al nuovo gruppo. Arturo lannacone, Elio Belcastro, Antonio Gaglione, Antonio Milo, Luciano Sardelli. Più cauti, ma in trattativa, i tre Libdem Italo Tanoni, Daniela Melchiorre e Maurizio Grassano. Le trattative sono state aperte con il siciliano Giuseppe Drago, con il campano Michele Pisacane (la cui moglie eletta con l`Udc al consiglio regionale ha da poco lasciato il gruppo), col calabrese Mario Tassone e col pugliese Lorenzo Ria. Conferme, invece, da Francesco Nucara, accompagnato da Francesco Pionati.

La coppia B&B, Bossi e Berlusconi, procede di comune accordo, anche quando pare in conflitto. Così il vicedirettore del GIORNALE Alessandro Sallusti, nell’editoriale sulla  retromarcia  di Bossi dopo un’accelerata verso le elezioni, arrivata poche ore dopo che Berlusconi ha dichiarato di andare avanti avendo trovato i “sostituti” dei finiani. La posta in gioco è alta, scrive Sallusti: «Chi si addosserà la responsabilità della caduta  della legislatura, dicono gli esperti, potrebbe avere un danno elettorale. La strada del logoramento  perpetuo immaginata dall’ex leader di An si è improvvisamente chiusa, così pure quella di un ribaltone tecnico».

«Berlusconi verso Sud. Lombardo apre, Cuffaro ci pensa» è questo il titolo che IL MANIFESTO dedica alla “campagna acquisti” di Berlusconi per un articolo a piè di pagina 5 che apre invece sui problemi del Pd. «(…) Ieri il premier è partito per Milano convinto che gli undici voti che gli mancano alla Camera arriveranno presto e che tra i finiani (sebbene non indispensabili) vinceranno i moderati» ricostruisce l’articolo. «A cedere è soprattutto il fronte sudista, proprio quello su cui Futuro e libertà per l’Italia spera di basare il proprio consenso elettorale se davvero le elezioni dovessero arrivare in tempi rapidi» Ampio spazio viene dato alla posizione di Cuffaro «l’enigma Cuffaro» viene definito nell’articolo dove si nota che: «L’alleanza tra centristi e finiani non può prescindere dal ruolo dell’ex governatore siciliano né a livello locale né – soprattutto – a livello nazionale, visto che l’Udc è arrivata al Senato solo grazie alla spinta siciliana».  

Alla politica IL SOLE 24 ORE dedica le pagine 16 e 17. Al centro il ruolo della Lega (“Bossi: ok se si va avanti. Il premier cerca rinforzi alla Camera”), con un viaggio di Paolo Bricco nella base leghista (“La base leghista spinge: alle urne”): «Nella grammatica politica  e nella pancia della  Lega, ancora una volta omnia vincit gabina. Bossi indica  le urne, le mitiche «gabine elettorali», anche a costo di rompere l’asse con Berlusconi.  E gli amministratori del nord si schierano compatti con lui. (…) A questo punto ha davvero preso il via la competizione fra berlusconiani e leghisti. A Roma e sul territorio. Dove, a fare da ponte, pure nelle iniziative solo in apparenza minime,c’è al solito Giulio Tremonti, sempre più bossian-berlusconiano e sempre meno berlusconian-bossiano». Il commento di Stefano Folli si intitola “Vantaggi e insidie nella nuova fase del Berlusconi governante” e anche lui sottolinea la centralità leghista, con Berlusconi che ha lasciato il gioco «nelle mani di altri. Senza dubbio in quelle del capo dello Stato, come è logico; ma in termini politici in quelle di Bossi, libero di modulare il superamento della stagione berlusconiana e di gestire da posizioni di forza la fase elettorale e i nuovi equilibri di governo.  L’uscita da Palazzo Chigi – oltretutto in seguito all’autoaffondamento della maggioranza  – comporterebbe per Berlusconi la perdita non solo del potere, ma anche dell’influenza politica sui destini del centrodestra.  Da un giorno all’altro, l’uomo che ha dominato 16 anni di vita italiana si troverebbe  prigioniero degli alleati di ieri, diventati di fatto avversari».

Sono due i pezzi che ITALIA OGGI dedica alle manovre di allargamento parlamentare di Berlusconi. Il primo, ”Si mendicano i voti finiani ma senza Fini”, è un commento scritto da Marco Bertoncini sulle opzioni politiche del premier «se Berlusconi intende proseguire con l’opera di governo come ancora ieri ha insistito di voler fare» scrive Bertoncini «deve garantirsi la tranquillità parlamentare. Se ritiene Fini sostituibile a breve con Casini, Rutelli e frammenti vari dei gruppi misti, allora ha un senso la rabbiosa e diuturna polemica. Se, invece, reputa che i voti dei finiani gli siano necessari, il comportamento dovrebbe radicalmente mutare». Oltre ai parlamentari, Berlusconi pensa anche al consenso al Sud. Secondo il pezzo “Berlusconi il sudista“ il premier vuole liberarsi della morsa di Bossi e puntare sul Mezzogiorno. «Berlusconi e i suoi più stretti collaboratori» si legge nel pezzo «hanno valutato che ormai il Nord è perso a vantaggio della Lega che comunque rimane un valido alleato. A Sud invece l’emorragia di voto deriva proprio dall’alleanza di ferro con il senatur». In soldoni: tornare ad essere vincenti al sud, prima di tornare alle urne.

Solo due piccoli richiami in prima pagina di AVVENIRE sui temi della politica: la “fiducia” di Alfano alla Consulta sul processo breve e l’annuncio dell’intervista a Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (“Per i laici cattolici è il tempo del “noi”). A pagina 9 Arturo Celletta, inviato a Gubbio per seguire la scuola di formazione organizzata da Sandro Bondi, parla di “caccia alla ‘legione straniera’ anti Fini da parte di Berlusconi che per evitare di farsi logorare cerca una pattuglia di supporto alla maggioranza. Il premier non vuole più mettere in conto l’apporto di Futuro e Libertà e sostiene: «La Lega spinge per rompere solo perché teme che possa aprirsi una lunga fase di instabilità, ma io sono deciso ad andare avanti e sto creando le condizioni che ci permettano di farlo». Intanto il ministro Roberto Calderoli annuncia che una delegazione della Lega si recherà al Quirinale per chiedere lo scioglimento di una sola Camera, ma anche che, al momento del voto di fiducia sui cinque punti del governo, i parlamentari leghisti potrebbero aspettare la seconda “chiama” e decidere a seconda dei numeri. Una proposta che rappresenta una vera insidia per la tenuta del governo.

«Napolitano sciolga la Camera» è il titolo di apertura della prima pagina de LA STAMPA. La frase è del ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, intervistato dal quotidiano torinese, a pagina 3.  Sua la «proposta shock»: «C’è il rischio che la Camera funzioni male», il presidente della Repubblica «potrebbe prenderne atto e decidere, in base alla costituzione, o di sciogliere le Camere oppure anche una sola». Calderoli conferma quindi che Berlusconi e Bossi saliranno al Quirinale, forse con questa richiesta. Se verrà messa la fiducia sul Governo, la strategia leghista sarà «non partecipare alla prima chiamata» e uscire dall’aula al momento del voto. Se si prospetta un governo tecnico «scoppia una cosa che non avete nemmeno idea». Il giornalista fa notare che «se si sciolgono le camere, addio federalismo». Calderoli risponde: «Possiamo portarlo a casa prima, anche a camere sciolte grazie alle direttive di Romano Prodi del 2008». Su questo argomento si sofferma l’editoriale in prima pagina di Luca Ricolfi che si chiede: «Ma la Lega è ancora federalista?». Scrive il commentatore: «I primi dubbi li ebbi un paio di anni fa, quando venne varata la legge sui servizi pubblici locali». Altri dubbi quando si parlò della soppressione delle province. Ma «negli ultimi giorni i miei dubbi e le mie perplessità stanno diventando delle quasi-certezze. C’è una crisi di governo» e dal punto di vista legislativo «il federalismo non è affatto al sicuro». Eppure «in questa situazione la Lega non si preoccupa di attuare il federalismo, ma di tornare al voto al più presto. E racconta ai suoi ingenui elettori che il federalismo è al sicuro, è “in cassaforte”, perché nelle prossime settimane verranno approvati gli ultimi decreti delegati. Non è così». Ricolfi si chiede: «Ma perché la Lega non teme di perdere il federalismo, proprio ora che è a un passo dalla meta?». La risposta «non ideologica» è che «per la Lega, ormai, il federalismo è diventato meno importante dell’allargamento della sua presenza nella pubblica amministrazione, dai Comuni alle Province, dalle Regioni al Parlamento». In conclusione «La notizia è solo che, crescendo, la Lega sta diventando un partito come gli altri». La giornata politica di ieri è ricostruita da Paolo Festuccia in un articolo dal titolo «Dopo il vertice Pdl Berlusconi vuole l’autosufficienza» e il «retroscena» racconta del premier «a caccia della “legione straniera”. Così il Cavaliere chiama i “contattabili”. Sottobanco ripartono le trattative.

E inoltre sui giornali di oggi:

DELITTO VASSALLO
AVVENIRE – Si tengono oggi a Pollica i funerali del sindaco Angelo Vassallo ucciso in un agguato. A pagina 12 l’inviato Pino Ciocola scrive che gli inquirenti frenano sulla pista della criminalità organizzata e riporta un appello di Don Ciotti: “Fermiamoci tutti per avere più coraggio… perché l’omicidio di Angelo è una ferita alla comunità. Ci fermiamo tutti per procedere poi più determinati”.

IL MANIFESTO – L’apertura della prima pagina con una foto che va a sfondare anche sulla testata è dedicata oggi ai funerali di Angelo Vassallo con un titolo che recita «Ciao Angelo, sindaco pescatore» Vassallo è ritratto sorridente su una barca. «Nessun fiore ma un contributo al progetto Terra madre di Slow Food». È la richiesta della famiglia di Angelo Vassallo per i funerali che si svolgeranno oggi ad Acciaroli «Libera, Cgil e Legambiente: “Non abbandoneremo il Cilento” L’obiettivo dei killer non è stato raggiunto» riassume il rimando alle due pagine (la 2 e la 3) dedicate a Vassallo e dove si legge anche un contributo di don Ciotti dal titolo «Ci fermiamo per avere più coraggio».

ROM
IL GIORNALE – Strasburgo ha votato una risoluzione che  chiede alla Francia l’immediata sospensione del provvedimento  di espulsione dei rom. Il voto di Strasburgo è ininfluente perché  il Parlamento non ha alcun potere coercitivo. Il ministro francese dell’immigrazione, Eric Besson, a Bucarest per concordare con il governo romeno un processo d’integrazione dei rom,  ha detto: «la sospensione non è neppure in discussione».

IL MANIFESTO – Due gli articoli dedicati alla richiesta del Parlamento europeo di sospendere le espulsioni dei Rom, in apertura di pagina 8 il titolo recita «Rom, Parigi dice “no” alla Ue. Nei prossimi giorni potrebbero essere cacciati centinaia di nomadi» e si chiude con un’altra richiesta degli eurodeputati che «hanno chiesto unanimi, una politica Ue più attiva per l’integrazione dei rom. Difatti, i soldi stanziati spesso non vengono spesi dai paesi membri e queste popolazioni abbandonate a se stesse e considerate un fardello da scaricarsi uno all’altro». Al tema è dedicato anche un commento di Anna Maria Merlo «Populismo e Xenofobia – Se Sarkozy rincorre la destra». Si legge «Il politologo Olivier Duhamel, che è all’origine di un appello pubblicato dal sito Mediapart “siamo tutti francesi”, paragona Sarkozy a Berlusconi sia per “il modo videocratico di governare” che per il suo “tentativo incessantemente rinnovato, perché incessantemente contraddetto, di decidere in tutti i campi” (…)».  E prosegue citando un altro politologo Pascal Perrineau che «descrive la crisi della presidenza di Sarkozy, dopo tre anni di Eliseo, come una “dispersione ideologica”», in pratica ha deluso le due grandi tendenze della destra francese: il gollismo e il liberalismo con la sua deriva populista.

IMMIGRAZIONE
IL SOLE 24 ORE – Il nuovo numero della rivista «Vita&Pensiero», diretta da Lorenzo Ornaghi, e in uscita il 15 settembre, pubblica il saggio “Gli autori “migranti” che reinventano la scrittura” di Ermanno Paccagnini, ordinario di Letteratura italiana contemporanea. IL SOLE ne anticipa un brano: «Quello degli scrittori di madrelingua non italiana che hanno scelto di esprimersi nella loro  nuova lingua è ormai un fenomeno quanto mai esteso (…) Sono opere in cui il racconto delle proprie difficoltà e del comportamento degli italiani si intreccia con varie tematiche, tra cui la fedeltà o meno alle proprie tradizioni; la volontà di adattarsi a una nuova realtà culturale vivendo internamente il conflitto sulle modalità della convivenza; la nostalgia, a sua volta spesso vissuta  conflittualmente”.

ISLAM
LA STAMPA – Intervista al disegnatore danese Kurt Westergaard, le sue vignette fecero infuriare i musulmani. Oggi dice: «Rifarei le vignette su Maometto ma è sbagliato bruciare libri sacri». Si descrive come «un provocatore, però ateo e tollerante», a 75 anni vive sotto scorta ma non si pente: «Il risultato che volevo raggiungere era esattamente questo: dimostrare a quale livello di assurdità può arrivare l’intolleranza dell’estremismo islamico».

PROSTITUZIONE
LA REPUBBLICA – “La tratta delle transessuali. Un business da 20 milioni al mese”. Oggi in Italia i transessuali sono 40mila e circa 10mila vivono prostituendosi: di questi, il 60% è di origine sudamericana (nell’ordine vengono da Brasile, Colombia, Perù, Argentina ed Ecuador), il 30% italiana e il 10% asiatica (dati dell’associazione Free Woman). Il giro d’affari della prostituzione transessuale supera in Italia i 20 milioni di euro al mese. Gran parte di loro è vittima di sfruttamento. Pagine 28 e 29.

ADOZIONI
CORRIERE DELLA SERA – Via Solferino dedica pag 26 alla vicenda di una ragazza trentina di 20 anni con un reddito mensile di 500 euro diventata madre per la seconda volta ad agosto, senza compagno, a cui il tribunale ha tolto la figlia perché troppo povera e quindi non in grado di garantire stabilità alla piccola, che è stata dichiarata adottabile. Ora Anna, questo il suo nome di fantasia, ha deciso di rivolgersi a un avvocato per riavere indietro la bambina.  

SCUOLA
AVVENIRE – A pagina 6 l’inchiesta “Come ti guarisco il mal di scuola” parla di un progetto vincente per gli adolescenti difficili avviato a Padova. Nella città veneta 60 scuole e oltre 500 studenti in rete per risolvere le difficoltà e prevenire l’abbandono. Il “segreto”: test e programmi specifici, gruppi di lavoro ristretti. E la convinzione che chi è più “lento” merita più attenzione. Il progetto coinvolge l’Università e la Fondazione Opera Edimar onlus.

LAVORO
IL SOLE 24 ORE – “Agricoltura e volontariato lanciano i voucher”. IL SOLE fa il punto sugli esiti dei buoni lavoro, che ad agosto hanno superato quota 8 milioni. Viene fuori che oltre all’agricoltura, sono stati molto usati dal volontariato. «I prestatori d’opera che hanno  potuto fruire dei buoni lavoro sono 150mila, il 10% sono lavoratori  stranieri. Le vendite sono state più consistenti in agricoltura.  Segue nella classifica la voce  “altri settori”: ne fanno parte quegli impieghi che non sono compresi nelle altre categorie definite dall’Inps (si veda la tabella  in basso). Al terzo posto le manifestazioni sportive, culturali,  caritatevoli (compresi i lavori  di emergenza o di solidarietà)».

IL GIORNALE– “Prima rivolta di operai cinesi: «Lavoriamo 18 ore al giorno»” è il titolo che invita a leggere. Il pezzo, di Luca Fazzo, rivela che due donne hanno denunciato  i loro datori di lavoro alla compagnia dei Carabinieri Monforte di Milano. L’arma ha fatto un sopraluogo nel luogo indicato delle due donne  ma il laboratorio  era stato smantellato, tuttavia nello stesso palazzo in via Pascarella 11, sono stati individuati altri due laboratori». IL GIORNALE dice a proposito delle denunce: « difficile pensare che si tratti di casi isolati. Le due donne di 40 e 46 ani rappresentano una novità poiché la comunità cinese è noto sia ermeticamente chiusa e queste due persone e hanno trovato il coraggio chissà dove di sporgere denuncia “agli italiani”».

CONSUMI
IL SOLE 24 ORE – “Coop lancia l’allarme sui prezzi”. «La ripresa che non c’è, è quella dei consumi. E potrebbe ancora ritardare se dovesse nuovamente consolidarsi un’ondata speculativa sulle materie  prime, della quale già si avvertono segnali inquietanti. Il rapporto Coop 2010 su “Consumi  e distribuzione”, presentato  ieri a Milano, riflette da un lato il timore delle famiglie italiane per il futuro – con una propensione  a spendere ancora anestetizzata dai postumi della  crisi – dall’altro quello di uno degli attori più importanti della  grande distribuzione: si parla  tanto di deflazione, ma il rischio  vero potrebbe essere quello di un’inflazione alimentare  al 5%.  A lanciare l’allarme prezzi è stato Vincenzo Tassinari, presidente  del consiglio di gestione di Coop Italia:  “C’è il rischio di un nuovo tsunami nelle materie  prime. Nel 2007 esprimemmo  una preoccupazione analoga e purtroppo ci azzeccammo.  Oggi potremmo assistere a un ritorno della speculazione  finanziaria proprio sulle materie di prima necessità”.

LA STAMPA – Riprende il rapporto annuale presentato ieri da Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia. Il titolo dell’articolo è «Allarme Coop: “Le famiglie tirano la cinghia”». Secondo l’indagine «una spesa imprevista da mille euro mette in difficoltà due italiani su tre». Tassinari commenta: «di ripresa dei consumi proprio non si può parlare». Infatti «tra gennaio e agosto i consumi registrati da super e ipermercati sono scesi – in generale – dell’1,8%». Per Coop si tratta di un «fatto straordinario, direi storico».

VENEZUELA
AVVENIRE – “Venezuela, la grande carneficina” è il titolo del reportage di pagina 3 dedicata alle faide spietate nel Paese sudamericano dove avviene un omicidio ogni 27 minuti. Per il presidente Chavez è solo propaganda dell’Oligarchia controrivoluzionaria”. Ma la popolazione venezuelana, che il 27 settembre va a votare, vive nel terrore tra faide spietate e impunità.


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