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Berlusconi, la strategia del sorriso

Ritorna sulla scena il premier, e la politica si riaccende sulla giustizia

di Franco Bomprezzi

Giornata intensa per il ritorno a Roma sulla scena pubblica di Silvio Berlusconi, in versione conciliante e sorridente, per accreditare il nuovo corso, mentre in Parlamento stanno per approdare le nuove norme sul processo breve, e il dialogo con l’opposizione sembra comunque assai problematico. I giornali di oggi dedicano molte pagine alla cronaca politica e agli scenari possibili.

Vertice con Napolitano, processo breve e riforma fiscale, sono i temi di copertina del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Il titolo principale è sulla giustizia: “Berlusconi accelera sul processo breve”. La sintesi della giornata politica al solito nel catenaccio: «Dal primo vertice di maggioranza del 2010 è uscita la decisione di dare impulso alle leggi su legittimo impedimento e processo breve. Ma il Pd non ci sta». In evidenza anche la frenata di Fini sulla riforma fiscale: «va bene, ma ci serve la copertura finanziaria». In prima sul tema si intrattiene anche il fondo di Massimo Franco: “Riforme sì, ma vere”. Ragiona Franco: «La maggioranza che ritrova Silvio Berlusconi dopo l’aggressione subita il 13 dicembre scorso in piazza Duomo, a Milano, ha avuto l’accortezza di allargare i propri orizzonti. L’abbinamento con le riforme costituzionali e gli accenni ad una riforma del fisco entro il 2010 hanno l’obiettivo di dare spessore all’iniziativa; e in parallelo di diluire l’impatto dei provvedimenti che peseranno sulla sorte processuale del presidente del Consiglio. La novità è che dopo le tensioni interne dei mesi scorsi, il centrodestra mostra o almeno accredita una nuova compattezza». E ancora: «La reazione di Fini all’ipotesi di una riforma delle tasse, fatta dallo stesso Berlusconi, è agrodolce. Sottolineando che senza una copertura finanziaria l’idea si riduce a propaganda, il presidente della Camera offre l’ennesima sponda alle critiche dell’opposizione; e proietta un alone di suspense sul suo vertice con il premier. Ma l’ostacolo-principe rimane la giustizia. Le modifiche offerte da Pdl e Lega sono ritenute dagli avversari inaccettabili. Il fatto che siano state ratificate a palazzo Grazioli e la volontà del governo di approvarle presto, acuiscono le diffidenze». Da segnalare anche il retroscena di Francesco Verderami: «Berlusconi aveva bisogno mediaticamente di rilanciare la riforma del fisco e il taglio delle tasse prima di marciare in Parlamento per fare approvare le leggi che gli serviranno da scudo giudiziario», una strategia che- secondo il giornalista – il premier avrebbe definito dopo aver letto i sondaggi che dicono come agli occhi degli elettori le proposte Pdl sulla giustizia sono percepite come leggi ad personam. Ma il rischio più che dal Pd, arriverebbe dalla Lega, che almeno in Veneto punta al sorpasso sul Pdl stesso.  

 LA REPUBBLICA apre sulla politica: “Giustizia, Berlusconi all’attacco”. Il premier è tornato a Roma dopo l’aggressione di Milano e ha avuto incontrato la sua maggioranza e il presidente della Repubblica. Bagno di folla, qualche battuta anche indovinata («i souvenir perdono valore e te li tirano dietro…») e riunione Pdl per riaffermare la linea (e rimarcare che non sono leggi ad personam, ma ad libertatem). La linea riparte naturalmente dalla giustizia: «o i giudici decidono nel senso che sostengo io o faccio una dichiarazione a reti unificate per dire che la magistratura è molto peggio della mafia» – questo avrebbe affermato il premier secondo la ricostruzione di Liana Milella. Che aggiunge: Berlusconi vorrebbe che la Cassazione annullasse la sentenza perché i pm hanno artatamente posticipato di un anno la data del reato e quindi la decorrenza della prescrizione. In realtà le iniziative giudiziarie sono molte: un decreto blocca processi fino alle elezioni regionali, il processo breve (che riguarderà reati gravi e sarà esteso anche alle aziende). Insofferente Fini. “Il via libera di Fini non ci può ancora essere valuteremo le modifiche” è il titolo di una intervista al suo colonnello Italo Bocchino che rilancia un faccia a faccia tra Berlusconi e il presidente della Camera.

«Berlusconi firma il nuovo contratto con gli italiani  non in diretta tv come accade  nel 2001, ma quello siglato ieri dai vertici di palazzo Graziali ricorda molto quel contratto», scrive Alessandro Sallusti su IL GIORNALE. Che continua: «Oggi la stessa maggioranza, orfana di Casini, è al governo e numericamente in grado di onorare gli impegni. Un pacchetto del genere  non lo si era mai visto e essere realizzato potrebbe davvero innescare quella rivoluzione liberale che si attende dal crollo della Prima Repubblica. Usiamo il se non per scetticismo, ma per cautela.  Non è facile  avere ancora fiducia in una classe politica che nell’ultimo anno non ha certo dato un grande spettacolo di se stessa.  Se c’è da esser ottimisti è per un motivo: questa è davvero l’ultima occasione del centro destra per dimostrare la sua diversità e dare un senso concreto e definitivo al fenomeno Silvio Berlusconi». ILGIORNALE  mette in evidenza  con un’infografica fra i punti del nuovo contratto quello sul processo breve e sul legittimo impedimento perché è la questione su cui il Pdl accelera. Anna Maria Greco fa la cronaca del pranzo di palazzo Grazioli partendo dal menù «fumante pasticcio di melanzane e tagliata di carne» registrando le dichiarazioni di chi, due ore dopo esser entrato usciva e  diceva: «clima buono, coalizione compatta (anche con i finiani)».

IL MANIFESTO affida alla vignetta di Vauro in prima pagina la sintesi politica approfondita poi a pagina 6, cui è dedicato un piccolo richiamo sotto l’apertura. “Leggi ad libertatem” titola Vauro che sul disegno di un Berlusconi in peplo gli fa dire nel fumetto «Mea!». Negli articoli si osserva come il Maxiemendamento al senato irrita il Pd, confronto rinviato alla Camera «Un nuovo processo breve. Cambia la legge, ma resta ad personam. Il premier: è per la libertà» sintetizza il titolo dell’apertura mentre di spalla si dà da un lato la posizione del Pd affidata a Bersani «Dialogo impossibile» e dall’altro il commento di Berlusconi «Tutto ok, anche con Fini». Nell’articolo di spalla a firma di Micaela Bongi si sottolinea che «Il Berlusconi new age è accogliente e disponibile. Amorevole, naturalmente. Si lascia alle spalle contrasti e ruggini, antiche e recenti, cercando di giocare d’anticipo (…)» e sulle leggi ad libertatem si osserva pure che «L’opposizione non intende adottare la nuova dicitura (…)»
 
Vertice di maggioranza, incontro con Napolitano, bagno di folla, accelerata sul processo breve e legittimo impedimento, intesa con Fini. Per il ritorno di Berlusconi a Roma, ITALIA OGGI propone un articolo con tutti i temi importanti dell’agenda di governo con un titolo “Giustizia, Silvio non Tartaglia” che la dice tutta sulle intenzioni del premier. Scrive ITALIA OGGI: «Dal vertice di maggioranza il via libera alla riforma costituzionale della giustizia, quindi alla separazione delle carriere dei magistrati e la divisione in due del Consiglio superiore della magistratura». E l’opposizione cosa fa? La risposta la dà lo stesso Bersani:« Andando avanti a testa bassa sui suoi provvedimenti il governo sa bene che mette a repentaglio una discussione di sistema istituzionale, ivi compreso il rapporto tra Parlamento e magistratura». Secondo il pezzo, mentre Berlusconi spinge sulla giustizia, questi tartaglia sul tema del fisco e delle riforme istituzionali «che resteranno» sostiene l’analisi di ITALIA OGGI «per ora solo nel dibattito della campagna elettorale». Sul tema delle riforma fiscale però, il quotidiano dei professionisti non si accontenta delle promesse. Anzi, l’editoriale “Sulle tasse, il Cavaliere non annunci ma faccia” ripercorre 16 anni di promesse in materia di divisione delle aliquote ed esorta il premier a passare dalle parole ai fatti ricordando che «come nel caso dell’Ici, avrebbe  con sé i cittadini, lasciando isolati i capataz della sinistra, i vertici sindacali, i pauperoni per partito preso, i piagnoni che ce l’hanno con i ricchi».

Due pagine di politica varia per il SOLE24ORE, che mischia regionali del Lazio, caso Craxi e relazioni Berlusconi-Napolitano, con anche un divertente «borsino» del loro rapporto caratterizzato da nuvole tempestose e rasserenamenti improvvisi. Tra le burrasche, la mancata firma di Napolitano al decreto su Eluana Englaro, la bocciatura del lodo Alfano difesa dal Colle, il “rammarico” dopo le esternazioni del Cavaliere a Bonn; i momenti di sereno invece sono stati la solidarietà post aggressione in Duomo; l’invito concordato a procedere sulle riforme; il discorso di fine anno improntato a dialogo.

AVVENIRE a pagina 11 fa questo titolo: “Il ritorno di Berlusconi: farò leggi ad libertatem”. La giustizia è in cima alla lista del premier che «si getta a capofitto” nella prima giornata di lavoro, «con ostentata voglia di fare» e l’idea di «andare avanti come un rullo compressore» proprio sulla giustizia, «per combattere una giustizia ad personam», come precisa Bonaiuti. Intanto «il processo breve si allunga un po’» visto che il maxiemendamento presentato dal relatore Giuseppe Valentino prevede la prescrizione dopo tre anni al posto di due per il primo grado e  quattro per i reati che prevedono pene oltre i dieci anni. Nessuna intervista a commento.

“Giustizia, il Pdl stringe i tempi” titola in prima pagina LA STAMPA. Il ritorno di Berlusconi e soprattutto l’emendamento al processo breve che va in aula questo pomeriggio al Senato sono le notizie di apertura dell’edizione di oggi. Il processo breve cambia, scrive LA STAMPA. Dopo l’emendamento che porta il nome del senatore Giuseppe Valentino non ci saranno più le categorie degli incensurati e non, le regole della durata varranno per tutti. Né ci sarà più la sfilza di reati esclusi dalla riforma: i nuovi tempi varranno per ogni tipo di reato. L’emendamento modificherà anche l’attuale norma transitoria. «Per essere chiari, anche con questa nuova norma transitoria decadrebbe il processo Berlusconi-Mills» annota LA STAMPA. Il quotidiano di Torino 
mette in un pezzo di spalla la posizione del leader del Pd Bersani: «Andando avanti sui suoi provvedimenti, il governo sa bene che mette a repentaglio una discussione di sistema sulle riforme istituzionali».

E inoltre sui giornali di oggi:

ROSARNO
LA REPUBBLICA – Oltre a riferire del proseguo delle indagini e della presa di posizione di Fini (le istituzioni non hanno fatto il loro lavoro), LA REPUBBLICA dedica il focus all’ipotesi di sciopero degli immigrati. È previsto per il 1 o 20 marzo. L’obiettivo è dimostrare che senza di loro il paese sarebbe alla paralisi.

IL MANIFESTO – «Belpaese» è il titolo scelto a sfondare sulla fotografia di apertura dedicata alla manifestazione di ieri nel paese calabrese «Sei immigrati in testa al corteo, dietro l’intera cittadinanza. Conclusa la caccia al “negro” con la cacciata di duemila africani, Rosarno torna in piazza per vendere ai media l’immagine di “brava gente” vittime e non razzisti. L’ordine è ristabilito, come se nulla fosse accaduto. Mentre dalla Francia all’Italia avanza l’idea dello sciopero dei lavoratori migranti», ben quattro le pagine dedicate al tema all’interno oltre al commento di Alessandro Portelli «L’amore dei bianchi» che inizia in prima e prosegue a pagina 3 che si apre sottolineando l’ipocrisia del razzismo italiano «Siamo gente civile, ci  mancherebbe altro – razzisti ma ipocriti (…) Rosarno allora è un elemento di chiarezza: la rivolta nera mette a nudo la violenza della schiavitù e dello sfruttamento (…)».

IMMIGRATI
LA STAMPA – “Il tetto inventato dal Pd”. Il tetto del 30% di alunni stranieri in ogni classe di scuola primaria è stato introdotto nel 2008 dalla città di Vicenza amministrata dal centrosinistra. A questo progetto si è ispirata il ministro Gelmini, con l’ipotesi di estenderlo al territorio nazionale. Nella stessa pagina Roberto Cota della Lega ribadisce in un’intervista il no alla cittadinanza breve.

5 PER MILLE
CORRIERE DELLA SERA – Seconda puntata dell’inchiesta del Corriere sui fondi del 5 per mille. A firmarla, come ieri, è Elisabetta Soglio. Titolo: “I volontari e quei soldi che non arrivano”. Sottotitolo: “Da Milano a Olbia, storie di associazioni in attesa del 5 per mille. L’incertezza rende impossibile programmare gli interventi”. Il pezzo di fatto è una carrellata di interventi di presidenti o direttori di associazioni (fra gli altri Marco Lucchini del banco alimentare e Mirella Savegnago di Archè). La chiusura invece è per i prodotti mirati sul 5 per mille che offre Banca Prossima per cui parla l’amministratore delegato Marco Morganti.

CRISI
LA STAMPA – “L’Istat: le famiglie in crisi ma aumentano i risparmi”. Dice l’Istat che il potere d’acquisto delle famiglie italiane è diminuito  dell’1,6% da ottobre 2008 a settembre 2009. Quello italiano si conferma un popolo di risparmiatori: secondo l’Istat la paura del futuro ha portato le famiglie ad aumentare il risparmio dello 0,4% su base annuale. Federconsumatori e Adusbef dicono che è urgente intervenire detassando il reddito fisso, da lavoro e da pensione per almeno 1200 euro annui.

RITORNO DEI CERVELLI
ITALIA OGGI – Cresce il numero di scienziati cinesi che rientrano dagli Usa. E spesso rinunciano a stipendi competitivi e budget da milioni dollari. Il pezzo “Ritorni di cervelli” spiega  che dietro a questo trend c’è la volontà della  Cina  di colmare il proprio gap scientifico e tecnologico con i paesi avanzati. «Il governo di Pechino sta investendo in maniera massiccia ( circa l’1,5% del proprio Pil) in ricerca e sviluppo nella speranza di far risalire al paese la china che lo porterà dalla produzione di beni manifatturieri a centro di sviluppo tecnologico».

ENGLARO
IL GIORNALE – Il Giornale dà la notizia dell’archiviazione del procedimento a carico di Beppino Englaro e di alcuni medici della clinica la Quiete. «Dunque se c’è un assassino, questo è la legge – Non c’entra Beppino Englaro, non c’entrano i medici», scrive Marino Smiderle che riporta un passo della decisione del giudice secondo cui: «La prosecuzione di trattamenti di sostegno vitale di Eluana Englaro non era legittima in quanto contrastante con la volontà espressa dai legali rappresentanti della paziente, nel ricorrere dei presupposti in cui tale volontà può essere espressa per conto dell’incapace. Il decesso non è stato conseguenza di pratiche diverse da quelle autorizzate e specificate nei provvedimenti giudiziari”.

DON MAZZI
CORRIERE DELLA SERA – Intervista a tutta pagina nelle pagine milanesi al fondatore di Exodus: “Don Mazzi: «Sogno Muti al parco Lambro che dirige per i miei figli”. Aggiunge Mazzi: «Il vero problema di oggi sono i padri quarantenni fragili e gli insegnanti più deboli dei ragazzi». E su Craxi: «È giusto intitolare una via a Craxi. Di Pietro non la vuole: ma chi è senza peccato in politica?».  E infine: «Non si vive di capricci. Bisogna uscire dalla fogna profumata, fare la rivoluzione a partire da noi stessi».

SOSTEGNO A DISTANZA
AVVENIRE – Un’indagine della Commissione adozioni internazionali realizzata dall’Istituto degli Innocenti mappa il mondo del sostegno a distanza. Sono 213 gli enti attivi in Italia (dati 2008), di cui ben 196 al Nord e al Centro (il 60% nel Nord Italia) e intere regioni – Val d’Aosta, Abruzzo, Molise – che non ne hanno nemmeno uno registrato. Due terzi degli enti seguono bambini in Africa ma una buona metà è attivo anche in America Latina. Il 60% degli enti affianca il sostegno diretto al bambino e alla sua famiglia con un programma di sostegno alla comunità, anche se i numeri sono a tutto vantaggio della prima formula, più tradizionale: 465.405 sostegni a distanza attivi su singoli bambini e 12.128 su comunità, il 91% attivate da donatori singoli cittadini. Il costo che un ente affronta per aiutare un bambino è di 19,22 euro al mese, mentre per garantirgli gli studi si sale a 46,84 euro. Le spese di gestione dell’ente sono del 10/19%.

CINA
SOLE24ORE – Drammatico ancorché breve reportage sui «bambini lasciati indietro» (liushuo ertong) cinesi, ovvero i piccoli lasciati nelle campagne dai genitori che si trasferiscono nelle città in cerca di lavoro e miglior fortuna. Sono un numero sterminato (c’è chi dice 40 milioni), hanno tra i 6 ei 15 anni e vivono spesso letteralmente da soli (i più fortunati con i parenti); si arrangiano in tutto in casa e soffrono nel 60% dei casi di disturbi mentali provocati dalla solitudine e dalla mancanza di figure affettive di riferimento. Inoltre spesso finiscono vittime di violenze sessuali o di incidenti domestici, e in molti casi devono fare chilometri e chilometri a piedi per raggiungere le scuole. Ormai in Cina il problema è una vera piaga sociale cui si cerca di porre rimedio attraverso figure di educatrici ad hoc, ma non è facile, e il sistema scolastico accessibile ai poveri lascia a desiderare sia in termini di educazione che di offerta di cibi salubri.


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