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Berlusconi, gli sfoghi della Minetti
Nuova montagna di carte dalla Procura, giornali sommersi
Di nuovo l’ingombro delle carte inviate dalla Procura di Milano a integrazione della richiesta, al Parlamento, di autorizzazione alla perquisizione degli uffici del cosiddetto “tesoriere” del premier: una nuova valanga di intercettazioni e di documenti che si riversa nelle redazioni dei giornali, che non possono fare altro che occuparsi di questo.
- In rassegna stampa anche:
- PRIMARIE
- BATTISTI
- MIGRANTI
- CONDOMINIO
“Nuove carte sul premier, è scontro” titola in modo asettico il CORRIERE DELLA SERA, senza entrare subito nel merito di queste carte. In sommario: “Berlusconi: scandaloso. Al telefono gli sfoghi della Minetti”. La Procura di Milano ha inviato alla Camera 227 nuove pagine sul “caso Ruby”. Intercettazioni, sms e anche i risultati delle ispezioni ordinate nelle ultime settimane nelle case dell’Olgettina, quelle delle ragazze invitate alle cene di Arcore. Silvio Berlusconi resiste: “Solo fango, prima o poi passerà. Ma è scandaloso”. E così, dopo aver lasciato le prime due pagine alla mancata sfiducia al ministro Bondi, da pagina 5 in poi il CORRIERE racconta nuovamente le reazioni e i contenuti di questo interminabile pastone. Dalle carte esce in modo sorprendente la figura di Nicole Minetti, consigliere regionale in Lombardia, la più famosa igienista dentale d’Italia. I suoi sms, ora, sono destinati a fare il giro del mondo, nel pezzo che apre pagina 5, dal titolo riassuntivo: “Regali, gioielli e buste di soldi. L’ira della Minetti al telefono – Chili di cocaina a casa di una delle ragazze dell’Olgettina”. Eccone uno, particolarmente intenso: “Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi…adesso fa finta di non ricevere chiamate” scrive il 9 gennaio in un sms inviato a Barbara Faggioli. I cronisti giudiziari del CORRIERE, Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella, continuano a firmare insieme il pezzo sulle indagini: “E due ospiti di Arcore avevano verbali difensivi. Gli avvocati: è corretto”. Nel consueto retroscena, a pagina 6, Francesco Verderami cerca di decifrare gli effetti della “guerra delle carte” all’interno del Palazzo: “Il duello tra cofondatori e la preoccupazione del Colle”. Leggiamo: “L’incendio istituzionale non si arresta, nessun Palazzo infatti ormai è al riparo dal conflitto, come se una politica impazzita avesse deciso di fare girotondi attorno a se stessa. E visto che il centrodestra ha circondato Montecitorio e il suo inquilino, Pd e Terzo polo per reazione hanno preso ad accusare di «parzialità» il presidente del Senato. Le fiamme ormai lambiscono persino il Colle, se è vero che un Napolitano assai preoccupato cerca per ora senza successo di far ragionare chi sembra aver perso il lume della ragione”.
“Ruby, così Berlusconi pagava le donne”: LA REPUBBLICA riferisce già in apertura circa l’arrivo alla Camera di altre 227 pagine di documenti che certificano come le ragazze guadagnavano soldi e gioielli. «Questo nuovo capitolo di una storia che umilia il Paese, prima di esporre alla luce del sole l’inadeguatezza e l’irresponsabilità del presidente del consiglio.. si può raccontare dal centro della scena», scrive Giuseppe D’Avanzo, e cioè dal teatro sotterraneo di Villa San Martino. Descritto così da una danzatrice araba, Maria Makdoum: «nel giugno 2010 Mora mi chiede se sono interessata a partecipare a una serata ad Arcore…. vado in luglio… Finita la cena il presidente disse: “e ora facciamo il bunga bunga” e spiegò che cosa era, cioè era una cosa sessuale»… Subito poi ragazze che ballano, in mutande e reggiseno: «il presidente le tocca e loro lo toccano nelle parti intime. Si avvicinano anche a Emilio Fede»… ne arrivano delle altre: «tutte si avvicinano al presidente che le tocca nelle loro parti intime. Sono rimasta inorridita». Nelle case delle ragazze è stata ritrovata anche la contabilità dei versamenti. Ruby ad esempio scrive: «50mila euro per il libro; 12mila campagna intimo; 200mila da Luca Risso; 70mila conservati da Dinoia; 170mila conservati da Spinelli» (rispettivamente l’avvocato di lei e il ragioniere di Berlusconi). Spiccioli, rispetto ai 4 milioni e mezzo attesi dalla Rubacuori. Ci sono anche interessanti intercettazioni di Minetti (spiegano fra l’altro come mai da Lerner il premier si sia lanciato nell’elogio dell’igienista dentale: stava rassicurandola non potendo ovviamente telefonarle). Dice dunque la consigliera regionale: «se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati»; «non me ne fotte un cazzo. Se lui è il presidente del consiglio, cioè è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido». Il proprietario del quale comunque minimizza: «solo fango, i pm vogliono sputtanarmi non ci sono reati». Intanto l’ultimo sondaggio dà stabile il Pdl e in crescita il numero degli indecisi (al 42%).
IL GIORNALE torna ad usare il metodo già sperimentato verso Boffo e Fini. Oggi finisce sotto attacco il pubblico ministero di Milano titolare dell’inchiesta sul caso Ruby. «Amori privati della Boccassini» è il titolo di apertura della prima pagina, sotto l’occhiello «Verità nascoste». Si riferisce di una vicenda risalente a quasi trent’anni fa e subito archiviata dal Csm. Si legge nel catenaccio: «La pm finì sotto processo al Csm perché sorpresa in atteggiamenti sconvenienti con un giornalista di sinistra. Si difese invocando la privacy». All’interno le intere pagine 2 e 3 sono dedicate alla vicenda, non mancano stralci dai verbali dell’epoca. Il 4 novembre 1981, l’allora procuratore capo di Milano Mario Gresti scrive alla procura generale di Milano. «in ordine ai comportamenti tenuti in ufficio dal sostituto Ilda Boccassini in un lasso di tempo tra l’autunno del 1979 e l’inverno del 1980». Tutto si basava sul racconto di «un addetto alle pulizie», che aveva notato la Boccassini in «atteggiamenti compromettenti» con un giornalista di «Lotta continua». Il Giornale dà risalto alla descrizione della scena: «La dottoressa era seduta a gambe aperte sulle gambe di un uomo e di fronte allo stesso». La pm si difese appellandosi alla privacy e alla riservatezza. La sezione disciplinare del Csm emise una sentenza di assoluzione. In una didascalia Il Giornale parla di «Legge del Contrappasso», la pm «censurata dal Csm, fece appello alla privacy. Che oggi nega a Berlusconi». A completare il servizio su «I Guai degli Inquisitori», un commento del professore Stefano B. Galli: «Pm politicizzati? Inconcepibile per il diritto». Ai nuovi documenti inviati alla Camera sono invece dedicate le pagine successive sotto il titolo tutto maiuscolo: «Le carte del fango», il direttore Alessandro Sallusti commenta nel suo editoriale: «Vanno avanti come previsto: i veleni arrivano col contagocce». Scrive Sallusti: «La Boccassini, al culmine della sua ossessione, invade il Parlamento di carte che al massimo potrebbero trovare ospitalità su un settimanale di gossip, neppure di primo livello».
Anche se il tema principale della prima pagina de IL MANIFESTO è il Pd napoletano e i suoi problemi dopo le discusse primarie cui vengono dedicate tre pagine (il titolo è: «Vedi Napoli e poi muori»), il Rubygate ha un richiamo con foto «Nuove carte dai pm Bunga nights anche a gennaio» si legge sotto la fotografica di Karima nello studio di Signorini. Due le pagine dedicate al tema che si aprono con il titolo «La befana di Arcore» con riferimento alla festa del 6 gennaio «e i preparativi per altre notti in villa. Lo sfogo di Nicole Minetti, che parla del “casino fatto da Ruby” e si sfoga contro il premier: “Non ce la faccio più, ‘sta roba ti rovina la vita, mi dimetto”. Gli appunti con i soldi ricevuti per le serate. La procura di Milano invia alla camera altre carte, intercettazioni e nuove testimonianze» come ricorda il sommario. Ampio spazio viene dato alle prese di posizione cattoliche in un articolo dal titolo «Gerarchie timide, esplode la protesta della “base”». Scrive Luca Kocci: «Contro Berlusconi ma anche contro le gerarchie ecclesiastiche, troppo timide nel denunciare le malefatte del premier. Dopo il cardinal Bertone, il papa e, ultimo in ordine di apparizione, il cardinal Bagnasco, credenti, riviste cattoliche e associazioni ecclesiali alzano la voce contro il “satrapo di Arcore” con un volume più alto e parole più nette di quelle che, nei giorni scorsi, si sono comunque levate dalle ovattate stanze vaticane e curiali (…)», si citano le quattro pagine di lettere di Famiglia Cristiana, il teologo gesuita Felice Scalia che sul prossimo numero di Aclista « parla di “abiura della profezia” da parte della Chiesa e se la prende con “l’eccessiva prudenza” delle gerarchie, simile alla “connivenza”, e con la riduzione “ad una questione di morale personale poco degna di un uomo pubblico”. Il nodo vero, aggiunge, è che “la vita privata del Cavaliere è stata ed è modello di corruzione della nazione intera, la sua sfrenatezza è la conseguenza di una concezione di vita basata sul potere ed il denaro, l’etica sessuale è intimamente connessa con una ideologia dove tutto è in vendita”». C’è poi la posizione del movimento Noi siamo Chiesa e le Comunità di base, cui «si associa anche la presidenza nazionale del Meic, il moderatissimo Movimento ecclesiale di impegno culturale dell’Azione cattolica, la più importante associazione cattolica del Paese. “Il Movimento – si legge nella nota – manifesta sgomento per i molti episodi che emergono dall’inchiesta della Procura milanese e che esprimono un’abissale distanza dalle tradizioni e dalla prassi democratica”». Infine viene segnalata la lettera di don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale di Pax Christi inviata all’Avvenire e non pubblicata dal quotidiano della Cei di cui si citano alcuni brani: «Non possiamo più barattare un sostegno alla nostra presenza cristiana nella società italiana in cambio del silenzio di fronte all’arrogante degrado del potere istituzionale (…) Il presidente del consiglio potrà continuare ad andare orgoglioso del suo stile di vita, ma se noi pastori l’approviamo diventiamo responsabili di una degenerazione morale dalle conseguenze incalcolabili» che riguarda «il valore della persona umana, il rispetto della donna, l’educazione alla legalità».
L’apertura di oggi del SOLE 24 ORE è dedicata a Tremonti e al “federalismo fiscale irreversibile” con servizi interni spalmati su 5 pagine. Gli ultimi sviluppi del caso Ruby sono relegati alle pagine 18 e 19. Un articolo di Barbara Flammeri spiega che il premier mostra ottimismo dicendo: “Di cose complicate nella vita ne ho viste tante ma ne sono sempre uscito benissimo”: «Un ottimismo che deriva da tre convinzioni del premier: la debolezza dell’opposizione, confermata dal voto di ieri, l’assenza di una alternativa praticabile e la solidità dell’alleanza con Bossi… Berlusconi però non può permettersi di rimanere fermo… Al centro del mirino resta Gianfranco Fini. Il Pdl punta alle sue dimissioni percorrendo parallelamente due strade: l’affaire della casa di Montecarlo, su cui si discuterà oggi al Senato, e il suo ruolo non più “super partes” alla guida di Montecitorio». Un altro articolo, intitolato “Al telefono la rabbia della Minetti” riporta invece gli sms e le telefonate di sfoghi e insulti contro il premier: «Mi ha rovinato la vita, è solo un vecchio…” nelle altre 227 pagine di documenti inviati dalla Procura di Milano alla Camera. Infine Donatella Stasio parla dei processi (Mediatrade, Mediaset-diritti tv e Mills) che ripartono tra breve in tribunale contro Berlusconi senza scudo: «Tempo venti giorni, al massimo un mese, e il premier sarà costretto a correre (in senso metaforico) da un’aula all’altra del tribunale di Milano per difendersi dall’accusa di corruzione giudiziaria, d frode fiscale e di appropriazione indebita».
“Caso Ruby, i pm giocano altre carte” titola ITALIA OGGI. Cos’è il bunga bunga? Lo spiega nei dettagli la danzatrice del ventre Maria Makdoum, la protagonista delle nuove carte inviate alla camera. Nel verbale di un interrogatorio del 15 gennaio trasmesso alla giunta delle autorizzazioni della Camera, la Makdoum racconta che nel giugno del 2010 Lele Mora le chiese se sapeva ballare la danza del ventre e se voleva fare parte del suo harem. Ma il bello viene quando la Makdoum descrive il dopo cena di una serata ad Arcore lo scorso luglio. «Finita la cena il presidente disse: ora facciamo il bunga bunga e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale. Il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parte intime». Ma queste descrizioni sono solo l’antipasto. Il resto del menù è veramente piccante. Il quotidiano dei professionisti passa nella stessa pagina dal profano al sacro. Nel pezzo “Il codice penale non è assolutamente un chewingum” l’autore Angelo Matteo Socci, che è giudice penale del tribunale di Terni, spiega cosa prevede e consente la legge italiana in vigore nei confronti della prostituzione. «Per il reato di prostituzione minorile ( art. 600 bis comma 2, del codice penale)» scrive Socci «non è ammesso il rito immediato poiché per lo stesso è competente il giudice monocratico e non si deve effettuare l’udienza preliminare». Ancora Socci: «Piaccia o no, ma per la legge un rapporto sessuale con una “maggiorenne” di 14 anni non è reato, se non si è usato violenza. Cosa diversa è lo sfruttamento o il favoreggiamento della prostituzione, o il reato di prostituzione minorile. Infatti, solo se si induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni 18, o se ne favorisce o sfrutta la prostituzione, si commette un reato punito da sei a dodici anni».
Taglio medio in prima per AVVENIRE il quotidiano della Cei che dedica inoltre due pagine – la 8 e la 9 – alle nuove carte in arrivo in Parlamento sul caso Ruby: “Altre 227 pagine di accuse al premier” e ancora “Berlusconi: scandalosi sono questi pm”. Quello che offre AVVENIRE è uno ampio scenario dei casi giudiziari che coinvolgono non solo il premier, ma anche ministri come Scajola ed esponenti politici come Fini. Se da un lato la procura di Milano spedisce ulteriori 227 pagine in Parlamento, dall’altro la stessa Minetti – dalle ultime intercettazioni pubblicate – sembra voler scaricare il premier e si presenterà in Tribunale.
“Bondi, il governo si salva. Dai pm nuove carte su Ruby”. LA STAMPA apre con cinque pagine dedicate alle logoranti vicende che riguardano il presidente del consiglio e un governo in stallo. In prima un bell’editoriale del direttore Mario Calabresi che si lancia in un paragone con gli Usa, dove il presidente Obama ha pronunciato il “discorso alla nazione”, nel quale ha annunciato i prossimi obiettivi. «Se noi guardiamo dall’altra parte dell’Atlantico vediamo un Paese che attraversa una crisi profonda ma continua a parlare di progetti e prova senza sosta a rialzarsi e a recuperare il suo posto nel mondo. Un Paese che sa che è il tempo di scelte strategiche, di investimenti sulla crescita, di riforme e coraggio». «Ma se guardiamo a casa nostra» prosegue il direttore de LA STAMPA, «non possiamo che provare vergogna per la miseria del nostro dibattito, privo di ogni idea e progettualità e prigioniero dei vizi e degli umori dell’uomo che ci governa».
E inoltre sui giornali di oggi:
PRIMARIE
LA REPUBBLICA – Caos a Napoli, appello di Saviano ai democratici: l’ombra del voto di scambio avrebbe pesato sulla consultazione, che quindi è da rifare. Lo scrittore rilancia l’ipotesi del pm Cantone (pare che pure Veltroni gli avrebbe telefonato in tal senso; lui si schermisce, anche oggi nell’intervista in appoggio: «mi manca la competenza per guidare una grande città»). Nel frattempo salta l’assemblea nazionale del partito prevista per domani a Napoli e Bersani chiede ai due contendenti napoletnai (Cozzolino e Ranieri) di fare un passo indietro.
BATTISTI
IL MANIFESTO – A pagina 9, con un richiamo in prima pagina, si trova l’intervista a Cesare Battisti che esce sul settimanale “Brasil de Fato” e che IL MANIFESTO pubblica in anteprima. «L’ex-militante dei Pac, condannato all’ergastolo in Italia, racconta la sua versione sulla sua vicenda in Brasile e sugli anni di piombo in Italia. Si definisce un “anarco-comunista” e lancia dure accuse a Berlusconi, al “Pci e ai suoi giudici”, ai media per aver “costruito un mostro che non ha nulla a che vedere con lui”» Accanto all’analisi del suo essere un perseguitato Battisti parla dell’Italia rispondendo a una domanda su possibili rappresaglie dell’Italia verso il Brasile se non venisse estradato: «L’Italia non è mai stata abbastanza forte per collocarsi fra i paesi più ricchi del mondo. Se ci sta è per via della Nato e della mafia, che impingua le casse delle banche del mondo. L’Italia è sempre stata un bluff. È l’Italia che ha bisogno del Brasile. Quello che i media dicono sono menzogne. In Italia c’è molta gente che mi difende. Se io ci tornassi, ci sarebbero dei casini, e Berlusconi lo sa». Subito dopo dice: «L’Italia non è più il mio paese. Io mi sono formato come cittadino del mondo (…)».
MIGRANTI
AVVENIRE – Il procuratore capo di Brescia, Nicola Pace, ha firmato una circolare, diretta ai magistrati della Procura, in cui considera illegittimo l’arresto degli immigrati per il reato di clandestinità. «Devo segnalarvi con molta soddisfazione – ha detto il procuratore incontrando i giornalisti – che una direttiva europea in materia d’espatrio ha praticamente consentito d’azzerare l’operatività di una norma interna nazionale: quella che sanzionava con una pena molto elevata il soggetto che non ottemperasse all’ordine d’espulsione del questore. Questa norma, in quanto contrastante incompatibile con parametri comunitari, ormai si rende inapplicabile. In Procura siamo stati pronti, con una mia direttiva di qualche giorno fa, a recepire questo indirizzo comunitario che fa piazza pulita di ipotesi di reato che erano state formulate sotto spinte legislative molto condizionate da impostazioni ideologiche». Tutto questo a pagina 4 dell’inserto su Milano.
CONDOMINIO
SOLE 24 ORE – “Manutenzione straordinaria per le regole di condominio” è il titolo in prima che annuncia la riforma approvata ieri in Senato che dopo 70 anni rivoluziona la vita degli amministratori di stabili. Tre le novità della legge, che ora passa alla Camera: la responsabilità degli amministratori, che potrebbe anche prestare garanzia assicurativa, la possibilità di vendere spazi comuni (solai e portinerie abbandonate), la sicurezza degli edifici, con l’amministrazione che potrà ispezionare gli appartamenti. I servizi di Saverio Fossati sono a pagina 29.
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