Famiglia

Berlusconi e la cooperazione allo sviluppo. Ma che belle parole!

Vis: "Aspettando l'1% del Pil alla cooperazione allo sviluppo, ci accontenteremmo che venissero assegnati i pochi finanziamenti che già ci sono"

di Barbara Fabiani

Ha spiazzato tutti il Presidente del consiglio Berlusconi annunciando la volontà di un portentoso balzo in avanti per i finanziamenti alla cooperazione allo sviluppo, addirittura l’1% del Pil, ben oltre lo 0,7% stabilito internazionalmente e mai raggiunto da nessuna nazione. Tanto meno dall’Italia che oggi mette a disposizione un misero 0,12 % corrispondente ad un centinaio di miliardi, ponendosi al penultimo posto tra i paesi donatori del gruppo Ocse. Ma il Vis, l’ong di riferimento delle opere salesiane, ricorda al Presidente quanto sia arduo passare dalle parole, certamente belle, ai fatti. “Ci rallegriamo per quanto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato ieri durante la cerimonia di firma del protocollo d’intesa tra il Governo Italiano e le tre agenzie dell’ONU con sede a Roma (FAO, Ifad, Wfp), la cooperazione allo sviluppo italiana ha finalmente trovato un sostenitore e portavoce ufficiale. – comunica Antonio Raimondi del Vis aspettando il Presidente del consiglio alla prova dei fatti – È urgente, quindi, che sia rivisto il funzionamento della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo presso il Ministero degli Affari Esteri che, soprattutto nell’ultimo anno, si è completamente paralizzato.” Il Vis infatti denuncia che dei cento miliardi stanziati ala cooperazione allo sviluppo dello scorso anno sono stati effettivamente assegnati soltanto 60. “Auspichiamo che l’Italia diventi il primo Paese capace di erogare lo 0,7% dei contributi ai paesi in via di sviluppo, in tal modo diventerebbe un esempio positivo da imitare per tutti gli altri paesi industrializzati – ha aggiunto Raimondi – Perché è indubbio che “la visione di un bambino stremato dalla fame sia una visione di sconfitta e di colpa per tutti noi”, ma a nostro avviso lo è maggiormente la visione di un bimbo al quale avendo fatto credere di ricevere un pezzo di pane glielo si nasconda per omissione di atti di ufficio”.


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