Politica
Berlusconi e il “mal di pancia”
Pdl in fermento, ma il premier non teme Scajola e dissidenti
Mentre in Europa imperversa il duo Merkel-Sarkozy, tanto da suscitare la protesta del nostro Frattini, mentre la magistratura è nella bufera e il ministro Nitto Palma manda ispettori a Napoli e Bari, il Pdl, il partito del premier, è attraversato da manovre, abboccamenti, avanzate e ritirate, e protagonista, quasi simbolico, di questo malessere è nientemeno che l’ex ministro Scaiola. Ecco come i giornali raccontano i mal di pancia del Popolo della Libertà.
- In rassegna stampa anche:
- CITTADINANZA
- CENSIMENTO
- MIGRANTI
- EGITTO
- INDIGNADOS
- FAMIGLIA
- TURISMO
“Berlusconi apre a Scajola. E i ribelli ora frenano” titola a centro pagina in prima il CORRIERE DELLA SERA che così riassume le notizie di ieri: “Clima sempre più incerto nell’opposizione interna del Pdl. Frena Claudio Scajola, che non vuole andare alla resa dei conti e che avrebbe anche scritto una lettera al premier. Del resto da Silvio Berlusconi stanno arrivando segnali incoraggianti, promesse di aperture alle ragioni del disagio”. I servizi da pagina 5 a pagina 11. “Una lettera di Scajola e parte la trattativa” è il titolo che apre pagina 5. E’ Alessandro Trocino a raccontare bene il clima, nel pezzo di taglio. “In prima linea ci sono i fedelissimi di Scajola e quelli, molto più esigui, di Pisanu. I nomi sono quelli dei partecipanti alla famosa cena con l’ex ministro dello Sviluppo economico: tra loro Ferruccio Saro, senatore friulano amico della famiglia Englaro, noto anche per avere sostenuto il testamento biologico; Ignazio Abrignani, responsabile dell’ufficio elettorale del partito; Fabio Gava, trevigiano, ex liberale ed ex assessore regionale alla Sanità; Salvatore Cicu, avvocato palermitano. Ma la rete è molto più grande. C’è la famiglia, piuttosto vasta e frastagliata degli ex «responsabili». Ci sono gli amministratori locali, come Renata Polverini, Gianni Alemanno e Roberto Formigoni. I deputati vicini a Gianfranco Micciché e diversi altri «cani sciolti». Potenzialmente una forza d’urto di oltre 40 parlamentari. Ma non tutti sembrano convinti dell’opportunità di imbarcarsi in questa avventura. Lamberto Dini, per esempio, ha partecipato alla «colazione di lavoro» con Pisanu e gli altri, ma professa fedeltà a Berlusconi.” In questo clima diventa importante addirittura intervistare tal Sardelli, in procinto di lasciare i “Responsabili” per avvicinarsi a Scajola e Pisanu. Marco Galluzzo, che segue da sempre le mosse di Berlusconi, a pagina 6 spiega: “Il nodo principale di cui si occupa Berlusconi in queste ore resta il decreto per lo sviluppo. Di carne al fuoco sembra ce ne sia abbastanza, compreso un piano (vecchio pallino di Brunetta) per dismettere il patrimonio edilizio popolare, vendendolo agli attuali inquilini. Sembra che siano state fatte alcune stime prudenziali, che darebbero comunque un gettito molto elevato, superiore ai 30 miliardi di euro (un calcolo che deriverebbe da una semplice moltiplicazione; un milione di case per un valore medio di poco superiore ai 30 mila euro). Ma fra le ipotesi sul tavolo, a dire il vero, circola di tutto, compresa la possibilità di una piccola patrimoniale. Di certo la stesura del decreto è divenuta anche la caccia a quelle risorse che alcuni giorni fa sono state tagliate, in modo lineare, ai ministeri: servono almeno 4 miliardi di nuove entrate per non pagarne altrettanti, secondo le previsioni più allarmate, in termini di penali per opere già in corso di finanziamento”. Prova a mettere ordine Massimo Franco con la sua “Nota”: “il bunker del premier appare sempre più assediato; ma anche la sua determinazione aumenta, alimentata dalla disperazione. Il centrodestra non sembra credere allo strappo di Giuseppe Pisanu, Claudio Scajola e la loro pattuglia parlamentare; e comunque ritiene di essere in grado di arginarlo, renderlo inoffensivo. Non teme neanche l’offensiva dei centristi di Pier Ferdinando Casini, che pongono come condizione per entrare nella maggioranza l’uscita di scena di Berlusconi: condizione «impraticabile», secondo il segretario del Pdl, Angelino Alfano. La conclusione, a sentire la cerchia del Cavaliere, è che si va avanti senza scosse fino al termine della legislatura. Ma tutti sanno che le scosse sono appena cominciate: nel partito di maggioranza e nella Lega. E una via d’uscita non c’è: comunque, non è quella indolore accarezzata a Palazzo Chigi”.
“Caso escort, ispezioni sui pm”: LA REPUBBLICA riferisce in apertura la decisione del ministro della Giustizia, Nitto Palma, cui dedica le prime pagine sottolineando soprattutto l’intenzione del premier di andare fino in fondo sulle intercettazioni. «Non possiamo rinviare, se lo facessimo direbbero che abbiamo paura. E noi non abbiamo nessuna paura. Contro i magistrati ho tutti con me, anche Scajola», riferisce nel suo retroscena Liana Milella. Un nome che ritroviamo a pagina 10 del quotidiano diretto da Ezio Mauro: “I ‘ribelli’ preparano le richieste Allarme del premier per la fronda” è il titolo del pezzo di Carmelo Lopapa. Da Milano arriva anche Formigoni per partecipare alla riunione indetta da Scajola e Pisanu (dovrebbe esserci anche Alemanno). Parole d’ordine: discontinuità, politica economica «più incisiva e coraggiosa», gestione del partito diversa, dialogo con il centro. «Non siamo dei ribelli, non organizziamo una sedizione» avrebbe detto ai suoi Scajola, il quale si è fatto anche attore di un’altra iniziativa politica. E cioè una lettera a Berlusconi «per metterlo al corrente delle ragioni dell’insofferenza, della delusione», annota Lopapa, «pur confermando per il momento la sua appartenenza. È anche un modo per far sapere che lui discute direttamente con il Capo, senza mediazioni». Oggi un’altra riunione, quella dei cosiddetti responsabili.
“Scajola scrive al Cav e congela i frondisti” questo è il titolo di pag. 3 che IL GIORNALE dedica interamente alle beghe interne al Popolo della Libertà e alla fronda guidata da Claudio Scajola e da Giuseppe Pisanu. Un pezzo di cronaca in cui si descrive «un quadro oscuro e costellato di interrogativi» con gli uomini dell’ex ministro dello Sviluppo Economico che «giurano che l’offensiva è ormai lanciata e non verrà ammorbidita o ritirata» e che inviano una lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma che rinviano il loro vertice. Secondo chi scrive «Scajola sa bene che non sarà facile tenere insieme le varie anime avvicinatesi a lui in questa fase» e elenca gli indecisi nei frondisti, da Miccichè fino alla deputata Deborah Bergamini Difficoltà interne ai “dissidenti” testimoniate anche dal ritiro del «documento della discordia». Chi scrive sottolinea che qualcuno vorrebbe avanzare già qualche richiesta come le primarie per la guida del Pdl, anche se dentro il partito «si ostenta scetticismo rispetto ai numeri vantati dai ribelli e si derubrica la fronda a dialettica finalizzata alla sopravvivenza in vista delle future candidature». Accanto alla cronaca la dettagliata analisi di Adalberto Signore. (“Quei salvatori della patria che turbano il Pdl”). Per chi scrive «Berlusconi tira dritto» e invita i frondisti a «sfiduciare il governo in Parlamento» ma si mette in evidenza come il movimentismo di Scajola e soci inizi a farsi sentire se sul ddl intercettazioni in discussione alla Camera la maggioranza sembra intenzionata a non mettere la fiducia. «Troppi mal di pancia e quindi troppi rischi, perchè c’è tutta una galassia di insoddisfatti e inquieti che per ragioni diverse potrebbero farsi trascinare dai fondisti della prima linea». Un gruppo di scontenti che chi scrive passa in rassegna uno per uno. Chi come Scajola «non ha gradito la gestione del Pdl degli ultimi anni e forse si aspettava una tutela diversa dal premier sulla casa del Colosseo» e che ha «un problema di poltrone», chi come Formigoni «si muove con l’obiettivo di intercettare l’elettorato cattolico di centrodestra», chi come Alemanno “è costretto scendere in campo per non morire a Roma». Tutti convinti però che «se si riuscisse a far entrare l’Udc la strada per vincere le elezioni sarebbe in discesa».
Su IL MANIFESTO la prima pagina è dominata dai “mal di pancia” del Pd con il titolo “Paura di volare” e un sommario che spiega: “Rottamatori in ordine sparso, veltroniani terrorizzati dalle elezioni (e dall’alleanza con Sel e Idv), il vice segretario Letta che evoca il crollo del muro di Berlino per la fine di Berlusconi. Nella forsennata rincorsa di Casini e Fini, il partito di Bersani rischia l’implosione. E il segretario non è mai stato tanto solo”, ma anche una serie di richiami che sottolineano i diversi articoli alle pagine 2 e 3, i malpancisti del Pdl li si trova a pagina 3. Un piccolo riquadro con le foto di Formigoni, Alemanno e Scajola “Quelli del mal di pancia” recita il titolo e tre didascalie intitolate rispettivamente: «I problemi sono chiari a tutti» Formigoni, “No all’uomo solo al comando” Alemanno e infine “Frondisti senza fronde” Scajola. E sempre al fronte del centrodestro guarda l’articolo, una colonna di spalla a pagina 3, “Scajola frena, Tremonti attacca insieme a Bossi”. «La “scossa” annunciata da Claudio Scajola può attendere (…) Domani sera gli scajolani rinunceranno anche alla cena di comitiva, a quanto si dice. Non mancheranno riunioni e confronti. Ma il loro capofila avrebbe deciso di congelare l’offensiva (…)» e si osserva «Non che sul Pdl e nella maggioranza sia improvvisamente tornato il sereno. Si litiga sul condono, i decreto sviluppo ancora non si vede all’orizzonte (…)» e si conclude «(…) nonostante la frenata di Scajola, nel Pdl si continua a ritenere più che possibili l’ipotesi di un incidente parlamentare proprio sullo sviluppo, e si disegnano scenari più o meno probabili. Come l’eventualità di un governo guidato dall’attuale presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani».
Berlusconi è «arroccato» e tira dritto, nonostante le difficoltà di Pdl e maggioranza. Questa l’analisi del SOLE24ORE, che davanti ai due “scogli” della settimana – l’incontro Alfano-Scajola e la fiducia sul ddl intercettazioni – descrive un premier deciso a non mollare, anche perché Berlusconi pare convinto che lo strappo di Scajola si ricucirà presto. A riprova di ciò il Sole ricostruisce in un altro pezzo le manovre dei «dissidenti», che sarebbero stoppate dalla consapevolezza di non avere un gran seguito elettorale: «la vera minaccia è per lui (Scajola, ndr) perché se si va alle elezioni non saprebbe con chi e dove ricandidarsi». E indiscrezioni parlano di una lettera che l’ex ministro (l’unico a doversi dimettere per ben due volte da due diversi governi, nota malignamente il Sole) avrebbe inviato a Berlusconi per siglare una tregua. Conclusione, «oggi non dovrebbe esserci nessuna cena di frondisti alla quale, si era detto, avrebbe partecipato anche Gianni Alemanno e che includeva l’invito anche a Roberto Formigoni».
ITALIA OGGI annuncia “Sempre più folte le mine contro Berlusconi. Se costituiranno un gruppo misto la maggioranza va a fondo”. Marco Bertoncini scrive: «Le difficoltà emergono proprio dalla qualità e quantità di chi è in campo per contestargli il primato. Dietro il titolare dell’Economia non c’è un seguito politico, ma il personaggio ha saputo imporre le proprie decisioni con un piglio tale che non si riesce né a ridimensionarlo né a bloccarne le iniziative né a licenziarlo. Dietro Formigoni c’è una minoranza ma ben organizzata, forte solo in Lombardia, punto di riferimento per il mondo cattolico che il centro-destra non ha mai inteso ignorare. Pisanu è molto più debole, ma all’occorrenza potrebbe tirar fuori qualche seguace: fossero pure tre o quattro parlamentari infastidirebbero». Anche Scajola ha i suoi, e Bertoncini sostiene che la formazione di un gruppo misto non è così lontana. «Berlusconi preferisce affidare le rogne del Pdl al segretario nazionale del partito fidando che una pezza la si possa mettere. Tuttavia i problemi ci sono, acuiti dai millantanti o veri tentativi di fette di mondo cattolico per recuperare una maggiore visibilità».
AVVENIRE riassume il tema politico con un «È tregua con i frondisti». Quella che AVVENIRE definisce «la proposta di tregua di Scajola», sarebbe «una lettera franca ma non di rottura» in seguito alla quale Berlusconi avrebbe tolto dal capo di Scajola «l’accusa di tradimento, derubricandola a normale dialettica di partito». Quanto all’intervista-ultimatum di Formigoni, per Berlusconi «un atto di ingratitudine che non ha precedenti nella politica italiana», per Sandro Bondi è un «suicidio politico». Le manovre dei malpancisti, tuttavia, conclude AVVENIRE, potrebbero tornare a vantaggio del premier: la sua speranza «nemmeno tanto segreta, è che gli scajoliani alla fine si rendano utili per spingere Tremonti alle dimissioni». Sempre sulla politica c’è l’analisi del mezzo flop dell’ultimo condono (20,8 miliardi incassati contro i 25 attesi), e un conteggio sull’ipotesi del prelievo dell’1% sulle baby pensioni (100 milioni di euro), mentre Cicchitto accusa Tremonti di concepire la lotta all’evasione come un modo «per realizzare in questo mondo corrotto il messaggio di Savonarola».
Sulle manovre e manovrine di palazzo per cacciare o logorare il qui presente agonizzante governo, LA STAMPA dedica un doppio francobollo di taglio alto in prima, dove lancia un’intervista a De Mita (sì, lui, Ciriaco) e un commento di Michele Brambilla. A pagina 8 e 9, invece, la cronaca e un’intervista al ministro Frattini: «non vogliono che si dimetta (precisa l’astutissimo guardiano della Farnesina), solo che non si candidi nel 2013 (no comment)». Ma andiamo con ordine. L’intervista di Marcello Sorgi a De Mita è un piccolo capolavoro di umorismo giornalistico: tanto per dirne una, sono più lunghe le domande delle risposte. Al di là di questo, la morale è sempre quella: «Il punto è prendere atto che il bipolarismo è finito». Michele Brambilla, invece si dedica a pagina 12 allo strisciante complesso di Elettra che sta elaborando la Lega Nord: è ora di uccidere (politicamente s’intende) Bossi oppure no? Il titolo del commento è tutto un programma da psicodramma farcito di pinzoccheri: “Ma Maroni non vuole “uccidere” il padre”. Chissa? Boh? Segui la prossima puntata di “Un posto in Parlamento” domani sui giornali.
E inoltre sui giornali di oggi:
CITTADINANZA
LA REPUBBLICA – “Dall’asilo al parco, ecco il popolo della ramazza”. Ovvero come i sindaci e i volontari siano in prima fila nella cura degli spazi pubblici, in particolare nei piccoli comuni. È il fai da te che LA REPUBBLICA scopre ora dando una interpretazione singolare: «Partito dai politici come segno di protesta contro i tagli del governo, il fai da te si è diffuso a macchia d’olio. Sempre più spesso partecipano genitori, figli, professori, semplici cittadini».
CENSIMENTO
ITALIA OGGI – Dal caso del server Istat intasato dal mezzo milione di clik , prende le mosse l’editoriale di Pierluigi Magnaschi che scrive sotto al titolo “Chi ci governa suppone che siamo indietro come lui” «L’intasamento del server dell’Istat dimostra che gli italiani sono moderni e ligi al dovere. L’intasamento è un fatto grave che manda un messaggio devastante. E cioè che in Italia non vale la pena fare le cose in modo svelto e al minimo costo perché poi la pubblica amministrazione non è in grado di fra fronte alla modernità, frenando così lo sviluppo del Paese».
MIGRANTI
IL MANIFESTO – La pagina 6 del MANIFESTO è completamente dedicata a una storia di accoglienza. Viene riportato l’esempio del comune di Malegno, in provincia di Brescia, che accoglie una parte dei rifugiati di Montecampione insegnando loro anche l’italiano. “E la Lega protesta dimostrando di aver fallito come forza di governo”, si sottolinea nella fascia alta della pagina. “Italiani, brava gente: l’accoglienza possibile” è il titolo alla lunga inchiesta riassunta nel sommario “La storia di 114 rifugiati scaricati a 1800 metri nelle montagne bresciane. Solo l’intervento di associazioni come K-pax, l’impegno di alcuni sindaci, Asl, sindacato e terzo settore hanno trasformato l’isolamento in buona cittadinanza”.
EGITTO
IL GIORNALE -Taglio basso pagina 14: intervista al presidente dell’Unione egiziana per i diritti umani e della Corte del Cairo del Nord “Dopo il terrore arriverà la pulizia etnica”.
INDIGNADOS
LA REPUBBLICA – R2 esce con una interessante inchiesta “Marx a Wall Street”, firmata da Federico Rampini che racconta come i giovani americani abbiano rispolverato il filosofo tedesco, riscoprendo teorie classiche (che sono oggi studiate di più anche nelle università). Paul Krugman scrive invece “Quei ricchi isterici che minacciano i valori americani”: descrive la sindrome dei ricchi, che beneficiano di un sistema truccato a loro favore, e che reagiscono istericamente di fronte a chiunque faccia loro vedere quanto il sistema sia truccato. Così facendo si mostrano i veri antiamericani.
FAMIGLIA
AVVENIRE – LA prima lettera pastorale del cardinal Scola alla diocesi di Milano è sul tema della famiglia, anche in vista dell’incontro delle famiglie con il Papa del prossimo giugno. Famiglia-festa-lavoro sono «fattori costitutivi della vita di ogni uomo» e l’averli messi a tema «esprime bene il nesso tra la fede e la vita». Scola insiste molto anche sulle tante forme di volontariato richieste dall’evento: «non importa la quantitià di tempo o di spazio o di disponibilità, ognuno offra quello che può, senza pensare che sia troppo poco per essere significativo: ciò che conta è il sì di ciascuno».
TURISMO
IL SOLE 24 ORE – Turisti cinesi, è boom. Il nostro paese è diventato tappa obbligata dei nuovi giri turistici d’Europa per studenti (e non solo) cinesi. Nei primi nove mesi 2011 i visti per gruppi sono saliti dell’86%, dimostrazione che l’effetto-Expo Shanghai, rilevato a metà 2010, con migliaia di visitatori in coda al nostro padiglione per ammirare la Ferrari verde o i pezzi storici del made in Italy, non si è esaurito. Anzi: siamo al cospetto di «una nuova specie di viaggiatori ben determinati a visitare il nostro paese, dalle città d’arte ai centri della moda e del design, con una spiccata predilezione per gli outlet con le migliori griffe. C’è da esserne orgogliosi», nota il Sole, «ma c’è da prepararsi in tempo per accoglierli, coccolandoli a tutto campo come stanno facendo altri paesi nostri concorrenti come la Spagna e la Francia».
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