Non profit

Berlusconi, e adesso come uscirne?

Il premier e il Paese travolti dall'inchiesta Ruby

di Franco Bomprezzi

L’effetto deflagrante delle carte consegnate dalla Procura di Milano al Parlamento si è fatto sentire in Italia e all’estero. La situazione politica è adesso molto incerta, e il caso Ruby non sembra risolvibile dal premier come nel passato. I giornali oggi in edicola raccontano molti particolari dell’inchiesta ma affrontano anche le conseguenze immediate e future per il Paese.

“Notti di Arcore, le carte contro Berlusconi” è il titolo “tecnico” scelto dal CORRIERE DELLA SERA che dedica tutte le prime pagine del quotidiano all’argomento. Nel catenaccio i due elementi più rilevanti: “Ruby: ho chiesto 5 milioni per tacere. Il premier: violenza inaudita per eliminarmi”. Il commento in prima è affidato a Massimo Franco, il notista politico: “In un vicolo cieco”. Un passo eloquente: “Al di là dell’impasto di sostegni e ricatti che avvolge Palazzo Chigi, alla fine non vanno escluse elezioni non volute, ma subite; e destinate a riproporre una situazione quasi immutata: esposta non solo alle aggressioni speculative ma al ridicolo”. Utile a capire i tempi una piccola scheda a pagina 3: “Scrutinio palese o segreto. L’Aula voterà comunque”. Leggiamo: “Due sono le ipotesi di iter in Parlamento. Primo. La Giunta per le autorizzazioni dovrà decidere se rinviare a Milano la richiesta di autorizzazione, sollevando la competenza del Tribunale dei ministri, in questo caso sarà poi l’aula di Montecitorio a decidere a maggioranza semplice, ma a scrutinio palese. Seconda. Se invece la Giunta dovesse respingere la richiesta dei pm milanesi, il voto in Aula sarebbe a scrutinio segreto poiché la perquisizione è una misura sulla libertà personale. Se poi il caso finirà al tribunale dei ministri, tra alcuni mesi il voto dell’Aula dovrà essere preso con la maggioranza assoluta dei componenti (non dei soli presenti), che è di 316 deputati, superiore quindi a quella che ha votato l’ultima fiducia”. Lungo pezzo di Marco Galluzzo sulla giornata del premier: “Berlusconi telefona a Napolitano «Cercano di eliminarmi con violenza»”. Ma oggi il presidente Napolitano smentisce di aver avuto colloqui telefonici con il premier. Seguono tre pagine con i particolari dell’inchiesta e con le intercettazioni telefoniche. Spiccano, a parte le rivelazioni di Ruby, il ruolo svolto da Nicole Minetti, e il prestito a Lele Mora di un milione e 200 mila euro da Berlusconi, con Emilio Fede che ne avrebbe trattenuti 400 mila all’insaputa del premier. A pagina 6 la battaglia legale tra la Procura e gli avvocati del Premier e l’ennesima ricostruzione del fatto scatenante, ossia il fermo di Ruby il 27 maggio scorso, dopo una lite con una ragazza italiana che l’accusava di averle rubato tremila euro. Di qui l’allucinante notte in Questura, con le telefonate del premier (“E’ la nipote di Mubarak”) e l’affidamento (dunque era chiaro che si trattava di una minorenne) al consigliere regionale Nicole Minetti. Sul piano politico le reazioni alle pagine 8 e 9: “Pdl pronto al voto per salvare la libertà. Casini apre all’idea di «nuovi governi»”, la difesa d’ufficio di Quagliariello: «Solo i regimi mischiano pubblico e privato». Mentre Francesco Verderami cerca di sondare le intenzioni di Berlusconi: “Il Cavaliere attende i sondaggi e punta sull’operazione responsabili”. Ultimo commento quello di Beppe Severgnini, che parte dalla prima: “L’immagine imbarazzata di un Paese”. Scrive Severgnini: “C’è, in queste ore, un’aria di stanchezza stupefatta che supera le ideologie e gli steccati di partito. Conosciamo i sospetti di parte della destra sui magistrati e le speranze giudiziarie di una certa sinistra impotente. Ma non si può contestare l’arbitro all’infinito; a quel punto, tanto vale rinunciare alla partita. La nostra partita, però, si chiama democrazia: dobbiamo giocarla e vincerla, soprattutto nel 150° anniversario dell’unità nazionale. L’alternativa è trasformare un compleanno in un funerale, ma non sarebbe una buona idea. Silvio Berlusconi dovrà avere un coraggio gigantesco, perché le accuse lo sono. Ma stavolta non è possibile nascondersi: né per lui né per noi. Per tanti anni è stato il nostro complice: ci ha perdonati e incoraggiati, assolti e giustificati, illusi e rincuorati. Ma tra complicità e imbarazzo corre un confine. E ce n’è un altro, drammatico, tra imbarazzo e disgusto. Il primo è stato superato. Il secondo, in una democrazia, non andrebbe attraversato mai. Perché è umiliante, perché è pericoloso e perché ha ragione il Financial Times: l’Italia merita di meglio.”

Dieci pagine interne, l’apertura (“Ruby, le carte dello scandalo” e un fondo non firmato intitolato “Il capolinea”. È la linea de LA REPUBBLICA che alle 389 pagine contro Berlusconi dedica anche oggi molto spazio. Tanta cronaca sull’harem, il sultano e i cortigiani che trovano le donne; ampio spazio alle intercettazioni – molte delle quali imbarazzanti al di là dell’immaginabile – che restituiscono l’immagine di una vita più che disordinata, di un declino anche patetico. Un uomo sotto ricatto, insomma. Politicamente il Pdl vuole rinviare gli atti ai pm ma dovrà affrontare l’incognita del voto in aula (che potrebbe essere palese o segreto). La strategia di Ghedini è – secondo Liana Milella – quella di contestare tutto il contestabile, prendere tempo, anche tutti i 30 giorni di cui la Giunta dispone. Quanto ai commenti di chi ha visto le carte, ecco qualche esempio. «Sembrava di essere immersi in un’atmosfera da basso impero» (Lo Presti, Fli); «Un’agghiacciante quadro di sfruttamento della prostituzione» (Ferranti, Pd); «Situazione decadente e postribolare» (Mantini, Udc). Ormai però nemmeno il Pdl (che comunque tenta di far passare l’idea che sia in atto un «blitz militare») esclude le elezioni, anche se Bossi insiste sul voto per il federalismo («andare avanti» è la sua parola d’ordine e a Silvio: «evita lo scontro con la magistratura»). Da notare il pezzo di Orazio La Rocca: “Si incrina l’asse Vaticano – Palazzo Chigi «La situazione diventa insostenibile». «A questo punto è meglio che si mettesse una macina di pietra al collo e si buttasse in mare»: a parlare una fonte vaticana che certifica lo sconcerto, la delusione e la rabbia. Reazioni ufficiali fin qui nessuna, ma il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, «comincia a valutare la possibilità di una presa di distanza». Angelo Bagnasco lunedì prossimo aprirà il Consiglio permanente della Cei ed è improbabile faccia finta di niente. Quanto al fondo de LA REPUBBLICA, inizia così: «siamo dunque arrivati alla domanda capitale del tragico quindicennio berlusconiano: può governare un Paese democratico un leader che da giorni è lo zimbello del mondo per i festini con minorenni prostitute, pagate e travestite da infermiere per eccitare il satrapo stanco?».

“Porno spioni di stato” è il titolone con cui apre IL GIORNALE. L’editoriale come di consueto è di Alessandro Sallusti, il direttore. Un occhiello precede il pezzo «Ecco le carte dell’inchiesta: i giudici hanno schedato e intercettato per un anno tutti gli ospiti di Berlusconi. Violando leggi e libertà fondamentali. Ma il reato non c’è». « Il cortocircuito tra Pro­cure, giornali e tv ha prodotto la scintilla tan­to attesa d­a chi vuole ve­dere Silvio Berlusconi fuori dal governo, meglio se an­che dai piedi. La verità, il di­ritto, la dignità di uomini e donne non contano. Centi­naia di frasi, prese a caso da migliaia di ore di intercetta­zioni, il cui contenuto non solo non è verificato ma che in molti casi è ambiguo e contraddittorio, sono sta­te date in pasto all’opinio­ne pubblica con il solo in­tento di provocare choc, in­dignazione, destabilizza­zione politica. Come ha scritto ieri Piero Ostellino in un articolo ben nascosto sul Corriere della Sera , in questa vicenda non è in gio­co il futuro del premier ma sono in ballo le libertà fon­damentali di un Paese che vuole poter dirsi civile e libe­rale. Cioè la libertà persona­le, libertà e inviolabilità del domicilio, di circolazione senza essere controllato, di parola senza essere ascolta­to. Tutto questo è stato cal­pestato da un’inchiesta che di giudiziario, come si evin­ce dalle quattrocento pagi­ne del primo faldone dispo­nibile, non ha nulla. Nessu­na delle decine di persone coinvolte ha messo a ri­schio gli interessi e la sicu­r­ezza della comunità o di al­tre persone, nessuna si dice vittima di alcuno» tuoneggia Sallusti. A difesa del Premier scende in campo anche Vittorio Sgarbi. “I moralisti che godono a gettar fango” è il titolo del suo pezzo. « Possiamo ripartire da Travaglio che, finalmente, conviene sulle mie posizio­ni: “Come scrive Sgarbi, non c’è alcuna differenza tra fare un pompino e fare una confe­renza”. Dunque nel suo pompino quotidiano, Travaglio si af­fanna a giudicare, senza pau­ra del ridicolo «la violenza fi­sica e psicologica… dei vec­chi malvissuti che sbavano nei bunga bunga di Arcore». Chissà cosa avrebbe detto delle innumerevoli ragazze che stavano con Agnelli, o di Jacqueline Kennedy che sta­va con Onassis. Così come ro­mene, moldave, russe, ucrai­ne individuano il loro matu­ro allocco per farsi mantene­re. Una novità? Eppure anche Bersani non riesce a trattenersi: “Una mi­norenne dovrebbe andare a scuola e non a cena, per così dire, da vecchi ricconi”. È evi­dente infatti che Ruby ha bi­sogno di essere tutelata da Bersani e che, come nel Me­dioevo, occorre tenerla lon­tana dal peccato. Perché Ru­by è ingenua, lei come tutte le ragazze di 17 anni non ha nessuna idea del sesso e del­la seduzione. Bersani non ha mai letto Lolita , Bersani non ha mai letto Il diavolo in cor­po di Radiguet e ha stabilito che l’attività sessuale comin­cia a 18 anni, come sanno tut­ti i ragazzi e tutte le ragazze. Però sappiamo che Pasolini fu cacciato dal Pci perché tro­v­ato a masturbare dei suoi al­lievi di 15 anni. Ma erano al­tri tempi. Dal momento che la si but­ta in politica chissà se il futu­ro leader della sinistra Nichi Vendola non ha mai avuto rapporti sessuali con ragazzi di 17 anni perché dà per scon­tato che essi si configurino come prostituzione minori­le. A nessuno viene in mente che una ragazza di 17 possa stare con un uomo maturo per libera scelta, per piacere, attratta dalla personalità e dal potere. Fattispecie non considerata né dai magistra­ti né dai commentatori ma ben presente a quelle donne e a quei genitori, compresi quelli di Noemi Letizia, che alla domanda su un ipoteti­co fidanzamento con il pre­mier hanno risposto: “Maga­ri!”». Riportare tutti gli interventi non è possibile. Ci sono anche le dichiarazioni di Nicole Minetti che scagiopna Berlusconi dicendo che «non sapevamo Ruby fosse minorenne» e l’ex avvocato  della ragazza marocchina che fa sapera come «i 5 milioni di Berlusconi sono solo fantasia». Da non tralasciare la posizione della Chiesa che apparew in un pezzo online. “Ruby: i timori della Cei: A rischio la governabilità» il titolo. « Sul caso Ruby “al di là del gossip c’è un’unica certezza. Bisogna che si faccia chiarezza in termini stringenti”. La Cei affida alla propria agenzia Sir la richiesta di dare “celeri risposte” alla “questione sollevata dalla procura di Milano” in modo da “non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità”. La Cei sottolinea come “sono ormai più di vent’anni, per chi ha la memoria lunga, che le iniziative delle procure configgono con il sistema politico e con la stessa figura di Berlusconi”. E denuncia: “Così trasmettono un senso di conflittualità permanente e dunque di precarietà”. Proprio per questo, “in particolare di fronte ai temi oggi evocati”, i vescovi invitano a “chiarire” e “mettere dei punti fermi”. Secondo la Cei, dunque, “l’esito del referendum di Mirafiori, in contemporanea con le questioni sullo scudo al premier e con le accuse della procura milanese, dimostra che è in corso un processo di ristrutturazione importante, di fronte alla crisi economica, che deve essere accompagnato da un sistema paese efficiente”. “Questi sono i temi su cui concentrarci”, continuano i vescovi rilanciando il confronto sull’attuazione del federalismo che “in realtà è un appello a tutti i centri di spesa perché operino con senso di responsabilità e legalità”. “A questi temi non sono estranei, ma anzi ne costituiscono la base, quelli della coesione sociale, a partire dal ruolo della famiglia”. Per questo, conclude il Sir, “per mettere mano ai problemi e continuare efficacemente nelle politiche già positivamente messe in atto per affrontarli e in prospettiva risolverli innovando, bisogna che tutti si mettano al lavoro, nella chiarezza e con il massimo senso di responsabilità”. Insomma, “le risposte urgono”.

ITALIA OGGI dedica ampio spazio e diversi commenti alla scena politica. Il primo è un box di Marco Bertoncini che titola “Una situazione tesa degli sbocchi difficili”. «La sintesi più efficace del momento politico l’ha trovata quell’immaginifico creatore di arrischiate metafore e d’indecifrabili meditazioni che è Nichi Vendola: “Per Berlusconi è arrivato il momento della Caduta degli dèi. Peccato, però, che la colonna sonora non sia di Wagner, ma di Apicella”. Perfetto. Per restare in arrischiati raffronti, potremmo rifarci a una considerazione di Ardengo Soffici sulla morte di Mussolini, avvenuta in una rissa da osteria, contrapposta alla fine nibelungica di Hitler. Giovannino Guareschi in una vignetta ritrasse, sulle nuvolette, un Hitler sdegnato che rimproverava un Mussolini torvamente corrucciato con una frase tagliente: «Puah, un ragioniere» (il riferimento era al rag. Walter Audisio, da poco indicato come fucilatore del Duce). Ebbene, siamo veramente in una situazione tanto squalificante quanto avvilente. Per molti giorni (Berlusconi prevede un’offensiva mediatica di due settimane, ma i precedenti non spingono all’ottimismo) andremo avanti con elucubrazioni sull’ignorata o conosciuta minore età di Ruby; con rivelazioni sulla Dama misteriosa; con trascrizioni di molteplici maialate; con prediche contro corruzione dei giovani, esercizio della prostituzione, sfruttamento della propria ricchezza ecc. ecc. Su una vicenda che non aveva mosso le procure, come quella di Noemi, e su un’altra nella quale i magistrati non erano riusciti a trovare appigli per inguaiare il Cav, come l’affare D’Addario, i giornali (quelli antiberlusconiani in prima battuta, ma per difesa anche la stampa berlusconiana) ci hanno campato mesi. Figuriamoci in questa storia, in cui i procuratori milanesi hanno inzuppato il biscottino. Conseguenze negative? D’immagine, senz’altro. Internazionali, fuor di dubbio. Di seguito popolare, bisognerebbe dire di no. Ma occorrerà attendere, per misurare, sondaggi alla mano, gli effetti dell’indagine milanese». Franco Adriano  invece firma “Una piemontesina bella per il Cav” in cui si svela che «la fidanzata di Berlusconi sarebbe Roberta Bonasia». «Da Castagneto Po a Nichelino sempre della provincia di Torino di tratta. Seppure un po’ in extremis è partita per Silvio Berlusconi un’operazione d’immagine (che sembra irrimediabilmente compromessa) sulla falsariga di quanto fece Nicholas Sarkozy finito all’angolo nel caso Cécilia. Tuttavia, la coincidenza geografica tra i luoghi di provenienza di Carla Bruni Tedeschi e Roberta Bonasia non è che un curioso dettaglio. Ciò che conta, invece, è che davvero il Cavaliere crede a ciò che ha detto nel video-messaggio sul caso Ruby: «Da quando mi sono separato ho avuto uno stabile rapporto di affetto con una persona». E certi berlusconiani, forse esagerando un po’, dicono che il Cavaliere sarebbe pure pronto ad impalmarla. Ma chi è (se c’è) la fidanzata prescelta? La più indiziata è la Bonasia, 26 anni, laureata in Scienze infermieristiche, già Miss Torino». “Lo stile esagerato del premier è un tema per la stampa” è invece il pezzo di Diego Gabutti in cui il giornalista inizia ogni suo ragionamento con una domanda che in tanti si pongono: «Vanamente inquisito come boss della mafia, corruttore di giudici e di testimoni, evasore fiscale, sarà come vecchio sporcaccione che il Cavaliere, alla fine, andrà incontro al suo destino: la destituzione (anzi, il disarcionamento) per via giudiziaria?». A quanto pare sembra di si a leggere “Le cene di Silvio preoccupano il Pdl”. Marco Bertoncini firma anche questo articolo e parla di «Un sordo e un livoroso risentimento nei confronti di Silvio Berlusconi. Così potremmo sintetizzare lo stato d’animo tra i parlamentari del Pdl». Pietro Mancini invece analizza gli eventi nel suo «Affaire Ruby, non tutto torna». In un piccolo box Serena Gana Cavallo scrive iol “Dubbio Conflittuale”. «Il problema del conflitto di interessi del Cavaliere, su cui opposizioni e opinionisti si arrovellano da più di un decennio, sta nel fatto che Berlusconi dirige il consenso a suo favore tramite il controllo dell’informazione sui canali Mediaset, o nel fatto che recluta le ospiti per le sue feste nei programmi di intrattenimento di Mediaset?».

Lancio in prima  de IL SOLE 24 ORE ed editoriale dell’imperturbabile Stefano Folli anch’egli intento a discettare sull’affaire Ruby. I servizi sono invece a pagina 10 e 11. Un bel paginone di “Ruby: a Silvio ho chiesto 5 milioni”, spezzoni di intercettazioni dal titolo “O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi”, “Il Pdl valuta il voto anticipato”, “Berlusconi infuriato: o me o le elezioni”, per concludere con un soave “Chiesa prudente, primi malumori”. In spalla, una breve rassegna stampa internazionale e la notizia che la giunta per le autorizzazioni a procedere ci metterà circa due settimane per concedere o meno ai giudici di Milano di indagare sull’indagato B. Il commento di Stefano Folli è invece riassumibile così: «Come tutti i cittadini della Repubblica, Silvio Berlusconi gode dei diritti inalienabili di libertà che devono essere salvaguardati, primo fra tutti la presunzione di non-colpevolezza. Come presidente del Consiglio in carica, i suoi diritti individuali vanno contemperati con un altro diritto: quello dell’opinione pubblica di vedere assicurato il decoro, anzi la dignità istituzionale della carica e garantito il prestigio del paese in Europa e nel mondo. C’è una responsabilità del capo del governo verso la nazione e la si misura attraverso i suoi comportamenti pubblici e privati».

“Carte-choc sul premier” è il titolo di apertura di AVVENIRE che annuncia le 4 pagine interne sul caso Ruby e sullo scontro politico. Il Pdl fa quadrato e accusa la congiura contro il premier. Per le opposizioni si tratta di uno “scenario squallido e desolante”.  Il Pd attacca definendo la vicenda “umiliante per il Paese”. Berlusconi, con una mossa d’anticipo, rassicura il presidente Napolitano ed esclude le dimissioni dicendosi perseguitato. AVVENIRE riferisce che «secondo il Cavaliere “Ci sono troppe cose che non quadrano in questa storia”. Cresce l’idea di essere finito in un complotto che coinvolgerebbe non solo i pm che manipolerebbero ed estorcerebbero “strane confessioni”, ma anche i servizi segreti. Di certo, ricorda chi lo sente tutti i giorni, nel suo vocabolario la parola “dimissioni” non esiste. E dunque sono frasi gettate al vento quelle che ipotizzano la sua successione… Restano allora le solite due opzioni: allargare la maggioranza (domani è previsto a Montecitorio il varo del “gruppo dei responsabili”) o andare alle urne, purché sia chiaro che non è lui il responsabile». Di fronte all’accelerazione mediatico-giudiziaria, il leader Udc Pier Ferdinando Casini, dopo un vertice del Terzo Polo con Fini e Rutelli, ha consigliato a Berlusconi di “diradare le nebbie” andando dai pm a difendersi e ha dichiarato che «la minaccia del voto è un’arma spuntata. Potrebbe servire solo a Bossi e non gli faremo questo regalo». Di “Chiarezza necessaria” parla anche il direttore Marco Tarquinio nell’editoriale scrivendo : «I lettori di AVVENIRE conoscono bene le nostre battaglie contro l’infame industria della prostituzione, contro le lusinghe e le violenze tese a indurre qualunque persona a fare mercato del proprio corpo… Il metro con il quale misuriamo fatti e problemi è sempre lo stesso, e anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione ferisce e sconvolge. Eppure, oggi, nessuno può dire come si concluderà l’indagine milanese… Io so che questa indagine, questa articolata ipotesi d’accusa col suo corredo di nomi esotici e di intercettazioni piccanti, è esplosa fuori dal forno dove era stata cucinata riportando sul tavolo – e non solo quello delle istituzioni, ma anche quello da pranzo delle famiglie italiane – il fumo più che mai tossico della guerra tra settori del mondo delle toghe e settori del mondo della politica… Io non so, come si concluderà l’indagine milanese su Berlusconi. Ma so che deve concludersi presto. A noi italiani, a tutti noi, comunque la pensiamo e comunque votiamo, è dovuto almeno questo: un’uscita rapida da questo irrespirabile polverone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l’indispensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo».

 “Ruby: ho chiesto 5 milioni a Silvio”, è il titolo di apertura de LA STAMPA, che affida l’editoriale in prima a Marcello Sorgi: “Il cavaliere prigioniero di se stesso”: «Un presidente del Consiglio che da un telefonino riservato solo a questo genere di traffico chiama continuamente, e compulsivamente, le protagoniste delle sue feste, o aspetta nevroticamente di essere richiamato. Trattato, nelle conversazioni registrate in cui è nominato, con una confidenza innaturale tra un ultrasettantenne del suo rango e del suo ruolo e ragazzine qualsiasi tra i venti e i trenta anni. Lo definiscono con soprannomi untuosi, gli stessi che adoperano quando gli parlano personalmente. Lo giudicano ferocemente, senza pietà, col cinismo di gente del mestiere. E lo sommergono con capricci urgenti, richieste irripetibili e bisogni inderogabili, una per una aspirando a diventarne la preferita e mostrando di sapere che sarà accontentata. Già solo per questo sarebbe davvero utile e auspicabile che Berlusconi in un tempo ragionevolmente breve potesse ribaltare il quadro che lo riguarda. Ma non, o non solo, quello delle accuse giudiziarie, appese tuttora alla necessità di dimostrare realmente i suoi rapporti sessuali con la minorenne Ruby. Il premier dovrebbe piuttosto provare a dissolvere la sensazione, che lo circonda dopo la diffusione dei documenti dell’inchiesta di Milano, di essere diventato un uomo prigioniero dei suoi vizi e ricattato da quelle che li conoscono, li accarezzano e li accontentano a pagamento. Intendiamoci, non è affatto facile che Berlusconi si rassegni a questa necessaria operazione-verità. Ma a questo punto, per il bene di tutti, è diventato davvero indispensabile». Alla vicenda è dedicato anche il Buongiorno di Massimo Gramellini: «Il residence delle extravergini di via Olgettina, ai margini nebbiosi di Milano 2. La valletta-consigliere della Regione Lombardia che istruisce un’amica in anglo-milanese: “Ti briffo, ne vedrai di ogni”. Le ragazze travestite da infermiere e poliziotte come nei balletti di Drive In. La danzatrice del ventre: “Sono scandalizzata”. La Ruby desnuda che serve i sanbittèr. Le confidenze fra donne: “Tocca i culi alle ragazze davanti a tutti, mi chiedo il giorno dopo come faccia a lavorare”. «Lo chiamano tutte amore e tesorino”. “Sembra di stare al Bagaglino, ma è peggio, è un puttanaio”. “Il premier è un uomo no limits, o sei disposta a tutto o te ne vai”. “E’ ingrassato e imbruttito, deve sganciare di più”. “Adora i gay, dice che hanno una marcia in più. L’ho visto parlare con i miei amici gay prendendoli per mano: quando succede, loro si emozionano”. Una parlamentare della Repubblica italiana a Emilio Fede: «Che palle che sei, bunga bunga fino alle 2 di mattina? Ti saluto”. Ruby Rubacuori all’ex fidanzato: “Ho chiesto a Silvio 5 milioni e lui mi ha detto: ti metto tutto in oro, l’importante è che nascondi tutto, cerca di passare per pazza, racconta cazzate”. I cd di Apicella. Le buste di euro pizzicate fra i cd di Apicella. Il ragioniere addetto a riempire le buste. La caccia alla fidanzata fantasma: la valletta-consigliere, l’ex valletta di Telecafone o miss Torino? Il fratello di miss Torino, alla domanda se sia sua sorella: “Magari!”. Per favore, sipario».

E inoltre sui giornali di oggi:

FIAT
LA REPUBBLICA – Ezio Mauro intervista Sergio Marchionne: “La mia sfida per la nuova Fiat salari tedeschi e azioni agli operai”. «La Fiom ha costruito un capolavoro mediatico, mistificando la realtà, ma non ci è riuscita… Sono convinto che le nostre ragioni sono ottime. Ma non sono riuscito a farle diventare ragioni di tutti». Marchionne, dice, «non cercavo la rottura»: «Qual che volevo era rompere questo sistema ingessato, dove tutti sanno che noi imprese italiane siamo fuori dalla competitività». Quanto alla distribuzione degli utili «le dico che ci arriveremo. Ma prima di parteciparli, gli utili dobbiamo farli».

QUOZIENTE FAMILIARE
IL SOLE 24 ORE – Oggi Roberto Calderoli presenterà in bicamerale il nuovo testo del decreto attuativo sul fisco comunale con le modifiche illustrate la settimana scorsa all’opposizione e all’Anci e anticipate dal Sole 24 ore: cedolare secca al 23% con contestuale detrazione del 3% per le famiglie con figli; sanzioni doppie per chi denuncia in ritardo un immobile fantasma; attribuzione ai sindaci di una compartecipazione all’Irpef da 4 miliardi più una da 1 miliardo all’imposta erariale (e non più municipale) sugli immobili. Siamo a pagina 22.

MIGRANTI
AVVENIRE – A pagina 13 si parla del primo test di italiano per gli stranieri che si è svolto ieri a Firenze. 16 i promossi su 17 per un esame definito “giusto e utile”. Chi ha superato l’esame (sei prove su comprensione della lettura e produzione scritta) rimarrà in Italia a tempo indeterminato.

SUD SUDAN
AVVENIRE – “Voto in Sudan, plebiscito per la secessione” è il titolo del servizio di sul referendum per l’indipendenza dal Nord. Anche se i risultati definitivi saranno disponibili tra qualche settimana, secondo i primi dati parziali dello spoglio, il 97% degli elettori ha scelto in tal senso.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.