Cultura
Berlusconi-Dal Bosco: pace è fatta
Non ci saranno querele nè denunce. Del Bosco sorpreso ringrazia
di Redazione
E venne il giorno del perdono. Alla fine e’ successo quello che tutti, in cuor loro, in questo paese del Mantovano auspicavano per svelenire il clima politico. E per spegnere i riflettori sui marmirolesi sfiniti da giorni di telecamere, polemiche e battute al vetriolo sulla terra natia del ‘lanciatore di treppiedi’. Roberto Dal Bosco che con una lettera chiede scusa a Silvio Berlusconi, la sua vittima di un momento di euforia (l’ha definita cosi’), il premier che gli telefona a casa, parla anche con la mamma e la rassicura circa la sua decisione di perdonare il figlio e di non querelarlo. All’ora di pranzo si conclude cosi’ la ‘bravata’ di fine anno che e’ costata una ematoma al presidente del consiglio e ha dato notorieta’, con relativo ‘assedio’ mediatico, a Roberto Dal Bosco, muratore 28/enne, dall’animo anarchico, simpatizzante di Che Guevara e dei Ds, ma ”incapace di fare male ad una mosca” come dicono in paese. ”Ora mi sento molto piu’ rilassato” e’ stato il primo commento del giovane operaio nel primo pomeriggio, che subito dopo il colloquio con il premier ha ripreso il lavoro nel cantiere edile a Marengo, a pochi chilometri da Marmirolo. ”Spero che tutto finisca al piu’ presto e possa cosi’ ritornare alla vita normale”. La cazzuola non l’ha mai abbandonata nemmeno in questo giorno che per lui e’ diventato di catarsi, ma dopo la telefonata di Berlusconi gli sembra piu’ leggera: ”Non mi aspettavo che il premier mi chiamasse a casa – dice -. Gli avevo scritto una lettera in cui gli manifestavo tutto il mio pentimento sincero per quanto avevo fatto, ma parlare con il presidente del consiglio mi e’ sembrata una cosa strana. Sono ancora confuso”. Poco prima aveva ringraziato a piu’ riprese il premier, accettando il suo invito ad andare a Roma per un colloquio a quattr’occhi. Ora ripete l’autocritica che aveva gia’ fatto dopo piazza Navona: ”E’ stata una stupidaggine che potevo evitare”. Oltre che per Berlusconi, Dal Bosco ha parole di scuse anche per gli uomini della scorta del premier che a piazza Navona non e’ riuscita ad evitare il contatto con il suo cavalletto fotografico: ”Magari sono stati messi in cattiva luce e invece hanno fatto il loro dovere”. Nella giornata dei buoni sentimenti ringrazia il personale della questura di Roma e del carcere (dove ha trascorso una notte), e si toglie un sassolino dalla scarpa: ”Non mi e’ piaciuta la strumentalizzazione che tutte le parti politiche hanno fatto del mio gesto; una stupidaggine isolata e’ diventato un caso nazionale e questo non mi sta bene, soprattutto quando intorno a noi ci sono tanti drammi a cui pensare, come quello che stanno vivendo le famiglie dei nostri connazionali dispersi nel sud est asiatico”. E’ finito un incubo anche per i suoi familiari. Dopo aver parlato al telefono con Roberto, il premier ha voluto farlo anche con mamma Jole: proprio con colei che sarebbe andata a piedi sino a Roma per chiedere scusa. ”Sono rimasta di stucco – confessa la donna -, quasi confusa quando mio figlio mi ha passato al telefono Berlusconi. Non me lo sarei mai aspettato, e mi spiace che non ci fosse stato mio marito, lui era gia’ andato al caseificio a lavorare”. La signora, emozionata, ringrazia il premier: ”Mi ha anche detto che gli dispiaceva tantissimo di aver fatto passare a mio figlio l’ultimo dell’anno in guardina. E adesso speriamo di voltar pagina. Speriamo che la gente la smetta di dire e scrivere cattiverie contro mio figlio”. Un’altra pausa e la signora Jole riprende: ”Roberto al telefono con Berlusconi quasi piangeva e al presidente assicuro che le scuse che gli ha fatto sono vere e sincere; io Roberto lo conosco bene, e’ un bravo ragazzo”. L’assedio dei giornalisti davanti alla caserma dei carabinieri di Marmirolo, dove deve recarsi due volte al giorno per firmare l’obbligo di dimora, il provvedimento cautelare emesso dal gip nei suoi confronti, accompagna ancora il muratore a sera. Ma lui – ripetendo che si e’ sentito ”un po’ in imbarazzo, pensavo fosse arrabbiato” – spera che sia per l’ultima volta. Tutto e’ bene quel che finisce bene, recitano come una litania gli amici dell’ormai famoso bar Blue Moon, ”ma Roberto non e’ un delinquente” sottolineano.
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