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Berlusconi contro i “giudici comunisti”

Mills, condanna confermata e il premier passa all'attacco

di Franco Bomprezzi

E’ sempre Berlusconi contro i giudici: un tema ricorrente sui giornali, alimentato oggi dalla nuova sentenza di condanna per corruzione dell’avvocato inglese David Mills e dalla telefonata in diretta del premier a Ballarò.

“Giudici e tv, il premier attacca”. Il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi è dedicato all’intervento in diretta tv a Ballarò del premier Silvio Berlusconi. «L’intervento di Berlusconi è arrivato al termine della trasmissione, che vedeva da una parte Rosi Bindi e Pier Ferdinando Casini, dall’altra i ministri La Russa e Alfano, e prima ha toccato temi di attualità, in particolare il taglio dell’Irap e la crisi. Ma l’affondo iniziale di Berlusconi è stato sui giudici: «L’anomalia italiana non è Silvio Berlusconi, ma sono i pm e i giudici comunisti di Milano che da quando Berlusconi è sceso in politica lo hanno aggredito in tutti i modi. I pm sono la vera opposizione nel nostro Paese». Poi ha accusato Floris per i contenuti del programma e ripete l’attacco già fatto altre volte alla tv pubblica: «Lei fa dei processi pubblici nei miei confronti e senza contraddittorio nella tv pagata da tutti i cittadini. Le ricordo che la televisione non è sua. Ho assistito agli interventi degli esponenti della sinistra, ho assistito al festival delle falsità e della calunnia. La tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra e attacca il governo». Una situazione «unica in tutto il mondo occidentale». E poi ancora: «L’ultimo sondaggio che ho qui davanti a me dice che il governo è al 54%, il presidente del Consiglio è al 68% e il Pd, che è tornato Pci con l’elezione di Bersani, è al 25%». Della sentenza Mills si occupa Luigi Ferrarella a pag 8: “”«Mills fu corrotto». Condanna confermata”: «La seconda sezione della Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di primo grado a quattro anni e sei mesi nei confronti dell’avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari. Dopo le repliche del sostituto procuratore generale di Milano, Laura Bertolè Viale, che ha chiesto la conferma della condanna, e dei difensori, si erano riuniti da quattro ore in camera di consiglio». Questa la reazione degli avvocati delle difesa: «In una nota Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato di Berlusconi, afferma: «La decisione della Corte d’appello di Milano è del tutto illogica e nega in radice ogni risultanza in fatto e in diritto. Un processo svolto in tempi record negando qualsiasi prova e rifiutando qualsiasi possibilità di difesa. Tale decisione non potrà che essere annullata dalla Cassazione. Comunque, ancora una volta si conferma che a Milano non si possono celebrare processi quando, ancorché indirettamente, vi sia un collegamento con Berlusconi».  Ferrarella fa notare anche che «il giudice che ieri presiedeva la Corte di appello…cioè Flavio Lapertosa, nel processo d’appello Sme aveva invece firmato l’assoluzione di Berlusconi nel merito e non più solo per prescrizione come in primo grado». Intanto però sul “Lodo Mondadori il risarcimento è stato congelato. A dicembre si decide sullo stop chiesto da Fininvest”.

LA REPUBBLICA sceglie per il titolo di apertura la sentenza milanese: “Corruzione, pena confermata per Mills” cui, nel sommario, collega l’esternazione: “Berlusconi a Ballarò: «L’anomalia italiana sono i pm comunisti». Alle pagine 6,7 e 9, la cronaca e i commenti. Anzitutto la conferma della condanna dell’avvocato inglese (sono bastate 4 udienze e una camera di consiglio durata poco più di tre ore) e poi le conseguenze politiche. L’avvocato onorevole Ghedini parla di «verdetto del tutto illogico che non potrà che essere annullato dalla Cassazione». Il ministro Alfano, in tv da Floris, ha puntualizzato che non sono in preparazioni norme che accelerino la prescrizione relativa. Adesso infatti dovrebbe partire il processo al premier (che sarebbe il corruttore del corrotto Mills) con un nuovo collegio (ma è una corsa ad ostacoli: per non cadere in prescrizione, il processo dovrà terminare entro l’aprile 2011). Il retroscena di Liana Milella informa, d’altro canto, che proprio per arrivare indenne a questa data Berlusconi e i suoi starebbero pensando di puntare sul legittimo impedimento: il premier è impegnato a fare il premier e non può difendersi né andar in tribunale. Sarebbe in corso una trattativa tra Ghedini, l’onorevole avvocato, e Giulia Bongiorno, inflessibile presidente della commissione Giustizia. Tutte cose che il premier si è ben guardato dal commentare nel corso della sua telefonata in diretta a Ballarò, preferendo il solito refrain dei giudici comunisti. Un intervento da padrone («ora parlo io») in difesa di San Silvio… Nemmeno ha fatto riferimento ai giudici meno comunisti, quelli che hanno deciso la sospensione del risarcimento alla Cir da parte di Mondadori. Per ora i 750 milioni resteranno nella cassaforte di famiglia. Il commento di Giuseppe D’Avanzo spiega le mosse del Cav ossessionato dal processo Mills perché potrebbe venir fuori il «group B very discreet della Fininvest», ovvero la strada che hanno preso quasi mille miliardi in nero serviti per azioni non proprio meritevoli: il premio a Craxi per la legge Mammì, quello ai parlamentari che la votarono, la proprietà abusiva di Tele+, il controllo egualmente illegale di TeleCinco, la corruzione delle Fiamme gialle, quella dei giudici di Roma (per la sentenza a favore della Mondadori).

Quella descritta dal pezzo de IL GIORNALE “Il premier nel mirino dei giudici dopo le  condanne-lampo a Mills” è una giustizia che ha messo il turbo. «La corsa sul calendario dei giudici centometristi» si legge nel pezzo «fa capire come l’apparato giudiziario abbia più velocità». Oltre alla cronaca sul tempismo del lavoro dei giudici che fa risaltare il turbo messo dalla corte per la condanna in primo e in secondo grado nei confronti di Mills, il giornale della famiglia Berlusconi arriva alla conclusione che la cassazione metterà la quinta «anticipando di un soffio la prescrizione che, ad aprile 2010, fermerebbe la rincorsa dei magistrati». Intanto, mentre i giudici premono sull’ acceleratore, secondo quello riportato nell’articolo “Ai legali Fininvest il primo round. Sospeso il maxi risarcimento a Cir” Carlo De Benedetti si è visto stoppare l’atto di precetto in cui chiedeva l’immediato versamento di 750 milioni di euro, minacciando in caso contrario il pignoramento dei beni del gruppo Fininvest. Il presidente della seconda sezione della Corte d’appello Giacomo Deodato, in base alla cronaca del IL GIORNALE ha accolto la tesi della Fininvest sul difficile recupero dei 730 milioni di euro se la sentenza venisse ribaltata. In parole semplici: è più semplice sborsare 730 milioni alla Cir piuttosto che riportarli a casa in un potenziale ribaltamento della sentenza. «La partita vera» conclude il pezzo «si giocherà a dicembre, quando Cir e Fininvest si scontreranno – in attesa del processo d’appello – sulla richiesta di sospensione della sentenza Mesiano davanti a un collegio di tre giudici».

Pezzo sobrio e di cronaca, quello che il SOLE24ORE dedica alla conferma della condanna per Mills. Nel pastone si dà conto della sentenza e dei commenti degli avvocati del legale inglese, di Ghedini, di Di Pietro e del Pd. Più interessante un pezzo in taglio basso dove si analizzano le prossime mosse del Pdl in Parlamento, che secondo il SOLE saranno tese «a rallentare o chiudere prematuramente i processi al premier». Se ne occuperà, manco a dirlo, lo stesso onorevole Ghedini, ma la prudenza è la parola d’ordine anche visti i recenti cambiamenti nello schieramento avversario, con Bersani nuovo segretario Pd e le manovre di Rutelli. Quindi, chiude il SOLE insolitamente tranchant, meglio «attendere qualche giorno prima di buttare in Parlamento norme ad personam».

“Berlusconi, è iniziato il dopo lodo” così ITALIA OGGI titola il pezzo sulla conferma della condanna a 4 anni e 6 mesi all’avvocato David Mills da parte della seconda sezione della Corte d’appello di Milano.  Nonostante  il titolo lascia presagire che il fronte giudiziario intorno al premier si sia rianimato, il contenuto dell’articolo pende a favore di Berlusconi. Dopo la bocciatura del lodo Alfano, «il procedimento a carico del presidente del Consiglio» scrive ITALIA OGGI «ricomincerà avanti a collegio diverso da quello che ha emesso la sentenza di primo grado nei confronti di Mills, difficile, quindi, che si arrivi a un verdetto definitivo entro aprile 2011, quando anche per il premier scatterà la prescrizione».  Positivo anche l’altro lodo, quello della sentenza Fininvest-Cir. ITALIA OGGI spiega che la decisione del presidente della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano di sospendere in via provvisoria la condanna a risarcire la Cir  con 750 milioni di euro «sia stata presa con provvedimento “inaudita altera parte”  (senza aver ascoltato il parere dell’altra parte in causa)». Secondo ITALIA OGGI, il presidente della seconda sezione della corte d’appello ha agito così per bloccare eventuali pignoramenti alla Fininvest fino alla prossima udienza. «E’ molto difficile» conclude il pezzo «che in camera di consiglio possa essere bocciato un decreto del presidente. Il ragionamento che si fa di solito in questi casi è che un presidente di sezione difficilmente avrebbe preso una simile decisione se non fosse condivisa dal resto del collegio».
 
IL MANIFESTO dedica un articolo, segnalato in prima, al caso Mills. “Processo Mills, confermata la condanna in appello. Ghedini punta sul ricorso”  il titolo del pezzo a firma di Giorgio Salvetti. Si capisce il taglio dell’articolo già dalle prime tre parole «Come volevasi dimostrare». In sostanza si conferma la condanna, dunque è vero che «l’avvocato inglese è stato pagato 600 mila dollari dalla Fininvest per fornire una testimonianza reticente nei processi sulle tangenti alla guardia di finanza, e sull’affare All Iberian che vedeva imputato Silvio Berlusconi». Ma la notizia vera, la cosa per cui è importante la conferma di condanna è che «ora anche il processo contro Berlusconi dovrà riprendere il suo corso» dopo essere stato stralciato dal processo iniziale in virtù del lodo Alfano. Ma il quotidiano comunista sottolinea che per entrambi gli imputati «sono vicini i termini per la prescrizione e tutta la vicenda potrebbe finire nel nulla». E qui sferra il colpo il Manifesto. Il processo potrebbe non avere esiti dal punto di vista legale, ma da quello politico ne ha e deve avere eccome. Di seguito Salvetti spiega la situazione processuale, l’impossibilità comunque di perseguire Mills in virtù dell’indulto e riporta l’unica reazione politica degna di nota che arriva al solito da Di Pietro. Si conclude con amarezza: «il problema è che, processi o no, Berlusconi continua a vincere le elezioni». In un box a fianco al pezzo di Salvetti un box, “Lodo Mondadori, sospesa la pena per Fininvest” riporta la decisione del presidente della sezione civile della corte d’appello di Milano per via dell’elevatissima entità della condanna.

“Mills fu corrotto: confermata la condanna”, titola AVVENIRE con lancio in prima pagina. L’articolo parte con un «David Mills è a un passo definitivo dalla condanna definitiva» e la sentenza di ieri «si allunga minacciosa anche su Silvio Berlusconi». Un box tuttavia spiega che i giudici hanno fatto in modo che per Mills si accelerino i tempi in modo da evitare la prescrizione, che scadrebbe in aprile 2010, ma «quasi impossibile invece che si arrivi a un verdetto definitivo per Silvio Berlusconi»: la prescrizione per lui arriverà nel 2011.

La sentenza Mills occupa il taglio medio della prima pagina de LA STAMPA “L’Appello conferma: Mills è stato corrotto”. La cronaca di Paolo Colonnello a pag. 4 sottolinea i pesanti riflessi sulla posizione di Berlusconi: «Si parla di David Mills ma è come se si scagliasse una freccia avvelenata nel cuore giudiziario di Silvio Berlusconi. Quando nell’aula della seconda corte d’appello il presidente Flavio Lapertosa nello spazio di un paio di minuti ribadisce la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per l’avvocato inglese accusato di aver mentito nei vecchi processi del premier in cambio di 600 mila dollari, è come se la semplice equazione già presente nelle motivazioni di primo grado firmate dal giudice Nicoletta Gandus ricevesse una doppia conferma: se Mills fu il corrotto, Berlusconi fu il suo corruttore. Un’equazione che, anche nelle conclusioni di questo processo di secondo grado, ricalca fino alla virgola l’impostazione accusatoria, senza sconti di alcun tipo: fu corruzione giudiziaria e non semplice; e il reato fu consumato a partire dal 2000, quando Mills venne materialmente in possesso dei soldi in virtù di un accordo corruttivo di cui nessuno è riuscito a stabilire una data certa, rendendo dunque impossibile la prescrizione. La palla passa così direttamente al futuro processo Berlusconi (Mills due), non più «immunizzato» dal Lodo Alfano, per una partita i cui esiti, però, appaiono scontati: quale sezione di tribunale infatti, potrebbe ribaltare un verdetto che ha già trovato una doppia conferma?»

E inoltre sui giornali di oggi:

SCUDO FISCALE
AVVENIRE – L’apertura di AVVENIRE è sui blitz delle Fiamme gialle in 76 filiali di banche svizzere e sammarinesi, un pressing in parallelo allo scudo fiscale per «far sapere agli interessati che il livello di guardia è alto». Per Gianfranco Marcelli, che firma l’editoriale, è un intervento «che non ha precedenti nella scena nazionale» che va guardato «con soddisfazione», come la «sacrosanta spada della legalità» che accompagna lo scudo. Esattamente come «nel magico mondo di Narnia». Nella spalla un pezzo che riporta le minacce svizzere di ritorsione: Giuliano Binasca, presidente della Lega dei Ticinesi, ha ipotizzato di sottoporre a controllo i 50mila frontalieri che ogni giorno entrano in Ticino e di non versare più ai comuni italiani il 40% delle imposte prelevate ai frontalieri.

INFLUENZA A
CORRIERE DELLA SERA – “Virus A, il calcio in pressing: «Date il vaccino anche a noi»”: «Enrico Castellacci, dottore della nazionale di Lippi e presidente dell’Associazione italiana medici sportivi, ha scritto una lettera al viceministro della Salu­te Fazio per sottolineare l’altissi­ma possibilità di conta­gio all’interno degli spogliatoi. Fazio ha risposto che i calciatori non rientrano nelle ca­tegorie che hanno la priorità al vaccino. Se­guirà incontro, a breve, durante il quale Castellacci insisterà con il mi­nistro sull’impatto so­ciale che potrebbe ave­re, in Italia, lo slitta­mento di una partita di campionato: «Un pro­blema di non facile ge­stione. Il ministero del­la Salute non ritiene i calciatori fortemente a rischio? Legittimo. Ma è legittima anche la nostra richiesta».

MARRAZZO
SOLE24ORE – Il SOLE scava da par suo in un aspetto finora trascurato della vicenda: di chi è l’appartamento in cui vive (in affitto) Natali, il trans con cui Marrazzo è stato sorpreso? Ebbene, è di una società di consulenza che l’ha acquistato nel 2004. È un bilocale di 40 mq e Natali lo occupa dal 2006 con regolare contratto, registrato, per una spesa che dovrebbe essere di 500/600 euro al mese, come del resto tutti gli altri appartamenti del palazzo, che è lo stesso del covo delle Br. Qui infatti gli inquilini sono quasi tutti affittuari, molti vi svolgono – scrive il SOLE – «l’uso più tipico: rapidi e fugaci incontri amorosi». Nonostante la zona non sia lussuosa, è l’ultima osservazione, e totalmente priva di mezzi pubblici e negozi, i prezzi sono piuttosto alti: recentemente un piccolo bilocale identico a quello di Natali è stato venduto per ben 160mila euro.

DISCRIMINAZIONI
AVVENIRE – L’arcivescovo Celestino Migliore parla all’Onu sui diritti umani e lancia l’allarme: i cristiani sono i più discriminati al mondo. Ci sarebbero «più di 200milioni di persone al mondo, di diverse confessioni cristiane, che sono in situazione di difficoltà a causa di strutture legali e culturali che portano alla loro discriminazione». Dall’altra parte dell’Oceano, a Lussemburgo, il ministro Frattini ha annunciato che i ministri degli esteri dell’Ue, su richiesta italiana, approveranno a novembre un testo sulla libertà religiosa in generale e sulla protezione dei cristiani nel mondo in particolare.

INTEGRAZIONE
ITALIA OGGI – L’integrazione in Francia passa dalle rotaie. Il pezzo “Sarkozy, cura del ferro per Parigi” approfondisce il nuovo programma di integrazione ferroviaria tra periferie e centro voluto dal presidente francese. Il progetto si chiama “Parigi del Futuro” e consiste in una rete ferroviaria da 22 milioni di euro fatta da 50 stazioni ferroviarie e del metrò e 130 km di nuovi binari per integrare le degradate banlieue della periferia alla città.

SCIENTOLOGY
LA STAMPA – A Parigi arriva una pesante condanna per il movimento di Ron Hubbard: «Il tribunale di Parigi ha  abbattuto una mannaia che rischia di pregiudicarne i giulivi e immancabili sviluppi teologali e pratici. Per la prima volta su una sentenza è scritto chiaro e tondo che quella che per gli americani è una religione e per i francesi molto più banalmente, secondo gli schematismi della rigida laicità repubblicana, è una “setta”, agisce come “una banda organizzata che pratica la truffa”. Per questo è stata condannata a 600 mila euro di multa. Il suo dirigente principale, Alain Rosemberg, 60 anni, ha rimediato due anni e 30 mila euro di multa. Altri due seguaci sono stati condannati per esercizio illegale della farmacia. Il giudice ha imposto che la sentenza venga pubblicata, oltre che sul sito della setta, su sette giornali francesi e americani, tra i quali Herald Tribune e Time. Un modo per intaccarne la credibilità planetaria. Come ha annotato la responsabile dell’Associazione antisette, Catherine Picard, “la sentenza è sottile e intelligente, nuocerà all’organizzazione e consente di tenerla sotto controllo”». Tuttavia, sottolinea Domenico Quirico, Scientology in Francia non chiuderà, grazie a «una leggina, votata di nascosto provvidenzialmente e opportunamente proprio alla vigilia del processo, che ne ha impedito lo scioglimento brutale e amministrativo».

SCUOLA
AVVENIRE – La FISM – federazione delle scuole materne cattoliche – lancia l’allarme sul taglio dei fondi per le paritarie. Come già l’anno scorso, la Finanziaria 2010 prevede un taglio di 135 milioni di euro sui 535 di contributi alle scuole paritarie. L’anno scorso a difendere il diritto di scelta delle famiglie erano state raccolte 480mila firme in dieci giorni e anche ora le associazioni si dicono «pronte alla battaglia». Secondo un dossier dell’Agesc le scuole paritarie consentono allo Stato un risparmio di 6,2 miliardi di euro l’anno. Gli studenti che le frequentano sono quasi 9 milioni.


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