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Berlusconeide, i figli in campo

I cinque eredi del premier compatti contro l'attacco del leader Pd. Veronica mantiene il silenzio

di Stefano Arduini

L’attacco di Franceschini: «Gli fareste educare i vostri figli» e le reazioni dei figli di Berlusconi – «si vergogni» – scrivono un nuovo capitolo dell’affair Noemi. Per i giornali, anche oggi (sic) è la notizia principale della giornata.


Franceschini: gli fareste educare i vostri bambini?. Poi il Financial Times che definisce il Cavaliere: «Un pericolo per l’Italia». Due uscite che ispirano il primo titolo di oggi del CORRIERE DELLA SERA “I figli di Berlusconi contro il leader Pd”. Il numero uno del Pd durante un tour elettorale aveva aggiunto: «Chi guida un paese ha il dovere di trasmettere valori positivi». Compatti i figli del premier: «Si vergogni». I servizi interni occupano le pagine 5,6,8 e 9. A pag 5 l’attacco di Franceschini e le repliche dei figli. Un titolo “Lo sfogo di Luigi: è l’ora di stare vicini a papà” per il quotidiano merita un titolo a sé stante. Nel pezzo le reazioni dei figli di secondo letto di Berlusconi. Poi a pag 6 due interviste: a Marina Berlusconi primogenita del premier “Superata ogni decenza. Sono orgogliosa di mio padre”: «Nel caso Noemi verrà il momento in cui mi toglierò i sassolini dalle scarpe, per restituire al mittente quei macigni poggiati sul mio cuore di figlia», dice a Verderami. Gian Guido Vecchi invece interpella il fondatore della Compagnia delle Opere Giorgio Vittadini: “«No ai Torquemada, il premier governi”: «non mi metto a giudicare il comportamento morale degli altri…Come dicono giustamente i vescovi, ognuno ha la propria coscienza. Da esprimere nelle prossime elezioni». E ancora: «Hanno ragione i vescovi a porla all’interno della questione educativa. Se vogliamo parlare della moralità della politica partiamo da qui, dall’emergenza educativa, sennò ci prendiamo in giro». A pag 8 gli attacchi della stampa estera, Financial Times, Indipendent, El pais e Times con la replica del premier: “«Non danneggiano me, ma l’Italia»” a pag 9 dove Marco Imarisio firma anche il ritratto di famiglia di Noemi: “La famiglia di Noemi tra affari e dolori. E la mamma si candidò nei Progressisti”. Infine, tornando alla prima, il fondo del vicedirettore Pierluigi Battista “Eccessi e silenzi”: «Il leader del Pd Franceschini ha commesso un grosso errore ad affermare «fareste educare i vostri figli a Berlusconi?»…È chiaro anche che lo schieramento politico di cui Berlusconi è leader non può pensare sempre a un «complotto» se la stampa internazionale guarda sbigottita alla fosca commedia italiana di questi giorni…(Berlusconi) si sottoponga al rito della verità e della sincerità per mettere la parola fine a una telenovela».

“I figli in difesa di Berlusconi” è l’apertura della prima de LA REPUBBLICA nonché la sintesi della comprensibile reazione dei 5 figli del premier, uniti nella difesa del “papi” di fronte all’attacco del leader Pd. Primo a reagire PierSilvio: «Ma Franceschini come si permette? Forse sbaglio a prendere sul serio una battuta di così pessimo gusto. Anche alla campagna elettorale c’è un limite». Marina si dice «offesa», mentre Luigi, il più giovane dei figli, afferma: «sono orgoglioso dell’educazione che ho ricevuto… sono in una situazione difficile da tanto tempo e non ne vorrei parlare».  Claudio Tito si dedica al retroscena: “«Stavolta dovete rispondere così» il Cavaliere arruola la famiglia”. «Ho sempre cercato di tenervi fuori dalla politica, ma stavolta vi devo chiedere uno sforzo. Dovete rispondere voi a questa cosa ignobile»: sarebbero queste le parole che il premier ha indirizzato ai suoi figli. Il ragionamento di Tito è chiaro: Franceschini ha lanciato questa “offesa” permettendo al premier di tornare  a giocare la carta familiare mettendo tra parentesi le critiche della stampa internazionale, piovute ieri da giornali spagnoli e inglesi. A questo proposito, il commento di Alexander Stille: “Troppe verità e troppo potere quello che l’Italia non vede più”. Parte dal caso Clinton Stille per sottolineare la necessità di trasparenza da parte dei potenti che devono rispettare le istituzioni di controllo e dire la verità in ogni caso. Elementi che non si vedono in Italia, dove «si è dimenticato che all’estero lo strapotere di Berlusconi è letteralmente inconcepibile… perché non è questione di destra e sinistra, ma di potere incontrastato. Questo è il punto… Negli Stati Uniti l’audio della conversazione Berlusconi -Saccà sarebbe stato strasmesso migliaia di volte su tutte le televisioni. In Italia, invece, vorrei sapere se un singolo telegiornale l’abbia trasmesso anche una volta sola…».

“Affondo di stampa estera e Pd: Berlusconi cattivo esempio” è il titolo di prima pagina. All’interno una rassegna delle definizioni del premier apparse sui giornali europei, dal Finacial Times a The Indipendent a El Pais. Il governo italiano ha di fronte appuntamenti importanti, come il G8 a L’Aquila, e LA STAMPA si chiede se e in che modo le vicende private del premier possano influire su quelle politiche a livello internazionale. Lucia Annunziata in un articolo che parte dalla prima pagina approfondisce la tesi del “complotto” avanzata in ambienti Pdl, secondo al quale gli Usa e il mondo anglosassone in generale sarebbero infastiditi dai rapporti italo-russi. Al di là delle «ricostruzioni fantasiose» scrive l’Annunziata riferendo fonti di un think tank di Washington «c’è una distanza siderale nel come si guarda alle relazioni internazionali», dalle relazioni con la Russia all’Iran.
Sui figli di Berlusconi LA STAMPA oltre a riferire le loro reazioni mette in luce il protagonismo di Piersilvio. Non è che si prepari a sostituire il padre in politica come Franceschini aveva buttato lì a marzo?


Sulla querelle Franceschini – figli del premier IL MANIFESTO sceglie il low profile. Solo tre righe nel richiamo in prima che è tutto dedicato alle critiche dei quotidiani internazionali e un colonnino a pagina 5 dall’eloquente titolo «Gaffe di Franceschini E i figli del premier si riuniscono contro il segretario Pd». Nell’articolo si legge «Dario Franceschini in un comizio ad Albenga ceda al moralismo contro il premier (…). La reazione non si fa attendere» Dopo avere riportate le parole dei figli Piersilvio e Marina e infine di Luigi si osserva che «Franceschini chiede scusa a metà». Alla “gaffe” è dedicato anche un passaggio nell’editoriale di Norma Rangeri “Famosi nel mondo” che parte dalle critiche dei giornali esteri in cui si osserva che «Ad allarmare gli osservatori stranieri è un capo del governo che scambia il consenso con il potere di annullare ogni forma di critica. (…) Una sinistra maldestra che oscilla sull’altalena del segretario Pd, prima convinto che tra moglie e marito è meglio non interferire, ieri salito sulle barricate, a chiedere agli italiani “se farebbero educare i figli da quest’uomo”. Suscitando la replica sdegnata dei figli di Berlusconi, comparsi nei Tg della sera per esaltare l’esempio paterno. Quella di Franceschini è una domanda secondaria: la questione è da tempo uscita dal recinto dorato di Arcore. Dovrebbe essere chiaro come nell’Italia della doppia morale non accade, che l’allarmato sguardo europeo si concentra sull’atteggiamento del premier nella vicenda della ragazza napoletana (…)».

“I figli a difesa di Berlusconi” è il titolo del SOLE24ORE sulla questione Franceschini, che ha poi corretto il tiro sulle dichiarazioni sul premier-padre, ma che ha dovuto incassare le repliche dei figli del presidente del Consiglio. A fianco dei due contendenti si sono schierati da una parte La russa e dall’altra D’Alema, che ha spalleggiato Franceschini, lodandone l’azione alla guida del Pd. Il tono del SOLE è comunque asciutto, nessun commento. Di spalla, i resoconti dei quotidiani stranieri sul caso Noemi: Financial Times e El Pais ieri si sono occupati della vicenda stroncando Berlusconi sul fronte pubblico (caso Mills) e privato (vallette varie).

“Pettegolezzi e sentenze non tolgono voti al premier” È il titolo dell’editoriale di ITALIA OGGI firmato d Marco Bertoncini incentrato sui tentativi falliti della sinistra, in particolare quelli di Franceschini  e di Antonio Di Pietro, di combattere le opposizioni in nome dell’antiberlusconismo. Scrive Bertoncini:«A sinistra si mordono le mani. Paludati intellettuali con la puzzetta al naso, firmaioli di appelli politicamente corretti, cronisti diuturnamente protesi ad asperrime denuncie de malcostume governativo, politici intossicati di antiberlusconismo: è una doglianza sola. Tutti a lamentarsi perché la gente non reagisce». Anzi, dall’articolo emerge che gli elettori sono curiosi, leggono i pettegolezzi, ma non vogliono cambiare idea su Berlusconi. Ancora Bertoncini:«Viene fuori, amaramente confessata, la solita spocchia della sinistra avvezza a considerarsi superiore eticamente e civilmente  a coloro che la pensano diversamente, è un atteggiamento in sé antidemocratico, perché pretende che la verità appartenga a una minoranza d’intellettuali e di politici, cui competerebbe dirigere la società». L’articolo, l’unico dedicato alle accuse della sinistra nei confronti del premier, termina dando atto a Berlusconi che «dopo oltre un anno di governo non solo non ha attirato avversione e protesta, ma ha mantenuto intatti seguito e simpatie; anzi forse li ha cresciuti. Invece di prendersela con la propria inettitudine, a sinistra preferiscono vomitar bile sugli elettori».


“Attacco frontale di Franceschini. I figli di Berlusconi gli rispondono” è lo strillo in prima di AVVENIRE. E poi a pagina 11 “Accuse e veleni, è scontro elettorale”. Il punto di vista del Pd vs il punto di vista del Pdl: due pezzi a confronto, con Franceschini che chiarisce il senso della sua domanda/insinuazione e D’Alema che gongola per la linea dura ed efficace assunta dal leader Pd in questa campagna elettorale; uguale e contraria la difesa del premier da parte del suo partito (Bonaiuti sollecita scuse formali per «la battuta infelice e pesante»; per Maurizio Lupi si è superato «il limite della decenza»; per Gaetano Quagliarello, Franceschini «non ha proprio più nulla da dire al Paese» e si affida a «squallide prurigini»; Francesco Casoli parla di «quaquaraquà» a proposito del leader Pd, «visto lo squallore immorale » di una campagna «farcita solo da insulti gratuiti e basse insinuazioni»). Ma le proteste più incisive sono quelle dei suoi stessi figli, prima Pier Silvio e Marina, poi anche Barbara, Eleonora e Luigi che si dice «orgoglioso» dell’educazione ricevuta. La vicenda ha non poca eco anche all’estero: Silvio? «Un pericolo, in primo luogo per l’Italia, e un esempio deleterio per tutti», e ancora,«il fascismo non è nel futuro probabile dell’Italia: Berlusconi chiaramente non è Mussolini, lui ha squadre di starlette e non di camicie nere» (Financial Times). Anche El Pais ha dedicato un editoriale a Berlusconi definendolo «Impunito». Dura la replica di Frattini al Financial Times: «cattiva stampa» e soprattutto «disonesta» perché i risultati del lavoro del governo «sono sotto gli occhi di tutti». E ha poi ribadito che rispetta anche la cattiva stampa ma la tratta come tale.

IL GIORNALE apre in prima pagina con due capitoli che riguardano la storia di Noemi. «La vera storia dell’ex di Noemi» parte dalle rivelazioni di Maurizio Belpietro che a Ballarò aveva svelato come Gino Flamino avesse dei precedenti penali. A pagina cinque viene raccontata con virgolettati del verbale di arresto i motivi per cui Flaminio è stato condannato per direttissima e condannato a due anni e sei mesi. Si parla di rapina e violenza a pubblico ufficiale. Il giornale attacca Repubblica su tutta la linea accusandola con un articolo di Stefano Zurlo di essere una fabbrica di falsi scoop. Facci va allo scontro frontale con D’Avanzo accusandolo di aver insabbiato il passato di Flaminio per non fargli perdere credibilità. Il titolo invece è «I figli di Berlusconi: Orgogliosi di papà» che analizza l’infelice uscita di Franceschini che durante la giornata di ieri chiedeva agli italiani con una domanda retorica se avrebbero affidato i propri figli al Premier. Vengono riportate tutte le dichiarazione della prole berlusconiana che si è stretta intorno al genitore e lo ha difeso a spada tratta.
 

E inoltre sui giornali di oggi:



SARAS
LA REPUBBLICA – “Saras , la rabbia dopo la strage sigilli all’impianto della morte”. Il sostituto procuratore della Repubblica, Maria Chiara Manganiello, non ha avanzato ipotesi ma non esistono dubbi che sul fascicolo scriverà omicidio colposo plurimo. Intanto una parte dell’impianto è sotto sequestro. In appoggio Carlo Bonini: “E Moratti piange tra le famiglie «Faremo per loro tutto il necessario». I Moratti hanno incontrato i familiari delle vittime, mentre l’istruttoria è contro ignoti. La Saras non è la Thyssen: «qui la morte di tre operai non funziona da detonatore. Semmai, svela di quale grana sia fatta questa compostezza di pietra che, in meno di 24 ore, ha ridotto la rabbia a un sussurro e messo insieme azienda e maestranze nel dire che “la ricerca della verità e delle responsabilità è interesse comune”. Che “se qualcosa deve essere fatto per migliorare gli standard di sicurezza, verrà fatto”. E dunque, svela cosa sia, in fondo, quello che viene definito “morattismo”. Il “capitalismo sociale” del “padrone amico” e dell’ “operaio responsabile”.». Insomma un capitalismo compassionevole (che sostiene il paese e il territorio, le famiglie) e che ha condiviso con gli operai la scelta di esternalizzare per affrontare la crisi (la ditta per cui lavoravano le tre vittime è appunto una di queste imprese esterne).

LA STAMPA – “La mia vita per tre mesi di contratto” è il titolo di uno dei pezzi che raccontano la tragedia sul lavoro nella raffineria Saras di Cagliari, che appartiene ai fratelli Moratti, dove tre operai sono rimasti asfissiati in un serbatoio in ferro. La prima verità emersa è che non cera ancora stato firmato il permesso necessario per iniziare le operazioni di bonifica nella cisterna. Ora la magistratura sta indagando per accertare se ai tre operai fosse stato chiesto di entrare ugualmente nel serbatoio. Gli altri tremila operai chiedono giustizia, hanno bloccato gli impianti e rimarranno in sciopero fino a lunedì. LA STAMPA intervista l’operaio superstite Luca Fazio, manutentore precario: «Ho rischiato di fare la loro fine. E tutto per un lavoro a termine, con un contratto di tre mesi, novanta giorni. Ma come si fa?».

IL MANIFESTO – “Sarroch ora chiede giustizia. I magistrati indagano sulle procedure seguite per la manutenzione” è il titolo che apre la pagina dedicata ai morti sul lavoro della raffineria sarda dei Moratti. In un articolo viene presentato “Oil” il «docu-film che i Moratti volevano vedere in anteprima”. «Per capire che cos’è il petrolchimico di Sarroch la cosa migliore è guardare “Oil, la forza devastante del petrolio”, il documentario di poco più di un’ora girato dal regista leccese – milanese Massimiliano Mazzotta tra il 2007 e il 2008 e presentato con crescente successo nelle scorse settimane sia a Sarroch sia a Cagliari. (…) In occasione della prima proiezione del film a Cagliari, Mazzotta ha tenuto a precisare un’ulteriore sorpresa: “Una volta deciso di affrontare la fabbrica, ho dovuto fare i conti con la famiglia Moratti, proprietaria della raffineria. Non c’è stata nessuna contestazione dei dati del professor Biggeri, solo un tentativo di vedere il film in anteprima per evitare sorprese, e ovviamente io ho risposto che non era possibile. Ma mi chiedevo come mai questa famiglia potentissima, dagli interessi politici trasversali tra destra e sinistra, sia così insensibile al rapporto con la popolazione e con la salute degli operai” (…)»

AVVENIRE – Dopo la strage, il presidente dell’Ispesl, Antonio Moccaldi, torna a chiedere di rimettere in cima alla lista delle priorità, l’effettiva entrata in vigor del documento di valutazione dei rischi, previsto dal testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il documento è arrivato già al terzo rinvio.



SCUOLA
LA REPUBBLICA – “La Gelmini sfida i presidi: «Se non vi va cambiate lavoro». Il punto è la mancanza di fondi: 300 dirigenti scolastici del Lazio hanno inviato oltre 41mila lettere per dare le cifre della scuola al collasso (niente fondi per i supplenti né per le visite fiscali obbligatorie). Rapida e molto “politica” la risposta della Gelmini: «Deve finire l’abitudine a fare politica, a fare comunicazione, a scaricare sul ministero la responsabilità. Chi non sa dirigere cambi mestiere». Fra le reazioni, quella di Maria Coscia (Pd): il ministro «è completamente fuori di senno e propone fantasiosi codici di condotta civica per cui ai presidi, differentemente dagli altri cittadini, sarebbero preclusi i diritti costituzionali di “impicciarsi della cosa pubblica”».


ADOLESCENTI
SOLE24ORE – “Sms nuovo cordone ombelicale”: interessante pezzullo sulla mania per gli sms che gli adolescenti americani stanno scoprendo solo ora, in ritardo rispetto a quelli europei, grazie alle nuove tariffe più convenienti lanciate negli Usa. Ma come al solito gli americani fanno le cose in grande: secondo una ricerca Nielsen, i ragazzini Usa inviano e ricevono in media 80 messaggini al giorno, oltre 2200 al mese. I rischi sono tanti: dalle lesioni ai tendini e muscoli delle mani, al deficit di attenzione, insonnia e mal di testa. Ma i veri pericoli sono soprattutto psicologici: il continuo comunicare con la famiglia impedisce di tagliare il cordone ombelicale e di diventare grandi.

NIGUARDA
CORRIERE DELLA SERA – “Il Tesoro accusa Niguarda_ «Appalti e incarichi d’oro»”. Il CORRIERE dà conto del dossier del ministero dell’Economia che mette sotto accusa «episodi che risalgono a dieci anni di gestione di Niguarda, in particolare il progetto per la nascita a Milano del nuovo centro ospedaliero, un’operazione da oltre un miliardo di euro…Nelle 416 pagine (oltre 100 violazioni) del rapporto di parla di «grave danno patrimoniale alla pubblica amministrazione».

COREA
AVVENIRE – Apertura su “La Corea non si ferma, ora minaccia il Sud”. Ma rimane sempre più isolata. Anche la Russia annuncia misure preventive di carattere militare e sono sempre più vicine le sanzioni del Consiglio di sicurezza Onu. Resta il silenzio della Cina, da sempre protettrice di Pyongyang, ma sempre più analisti sottolineano il cambiamento di «umore» di Pechino. Sul piano diplomatico sembrano non esserci soluzioni. L’ultima«chance» di ricomporre le criticità fra Nord e Sud sono i legami economici fra le due nazioni.

ENERGIA
AVVENIRE – La vetrina è dedicata a “La scommessa verde frenata dalla burocrazia”. Eolico, solare, biomasse. Cresce l’interesse verso le fonti alternative e le loro applicazioni. Ma i piani delle imprese devono fare i conti con leggi e regolamenti farraginosi e spesso molto diversi messi in campo dagli enti locali. Con alcuni eloquenti paradossi. I sindacati, invece, compatti nel dire no alle modifiche «salva-manager» introdotte dal decreto legislativo che corregge il testo unico sulla sicurezza sul lavoro relativo alle sanzioni ai manager.

TAV
IL GIORNALE – «Alta velocità in Veneto, è giallo sui fondi “sono stati dirottati sulla Napoli-Bari”» è il titolo dell’articolo che racconta come il Cipe abbia deciso di non finanziare la Tav Brescia-Verona-Padova ma la Napoli-Bari. La scoperta è stata un terremoto in Veneto. In realtà la situazione è complicata e nessuna si è ancora mosso per chiarire la situazione. l’unica cosa certa è la presa di posizione di Giancarlo Galan, governatore veneto che ha fatto sapere che se la Tav non si dimetterà dalla presidenza della Regione.


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