Mondo

Berlino blocca le espulsioni

La svolta per evitare la bocciatura della Corte costituzionale

di Alessandro Alviani

BERLINO – La Germania bloccherà per un anno le espulsioni verso la Grecia dei migranti che sono entrati in Europa passando dalla penisola ellenica. La svolta è stata annunciata da un portavoce del ministro federale degli Interni, Thomas de Maiziére.

Ufficialmente Berlino ha motivato la sua decisione con la volontà di aiutare Atene. Le condizioni nei centri di prima accoglienza greci sono spesso disastrose, al punto che, stando al rappresentante per la Germania e l’Austria dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Michael Lindenbauer, l’intero sistema greco in materia di asilo «è praticamente collassato».

In realtà dietro la mossa tedesca potrebbe esserci dell’altro. Berlino teme che l’attuale pratica delle espulsioni venga bocciata dalla Corte costituzionale. A ottobre, discutendo il ricorso di un rifugiato iracheno, i giudici della città di Karlsruhe hanno fatto capire di essere favorevoli a uno stop dei rimpatri in Grecia.

In ogni caso, ha precisato il ministro de Maiziére in una nota, la Germania non intende mettere in discussione l’intero impianto del Regolamento Dublino II, quello, cioè, che affida allo Stato europeo in cui il rifugiato ha messo piede per la prima volta il compito di esaminare la sua domanda d’asilo.

Resta da capire dove verranno ospitati temporaneamente i richiedenti asilo in attesa di risposta. Un’ipotesi potrebbe essere quella di inviarli al centro di prima accoglienza berlinese di Marienfelde, che per oltre trent’anni è stata la prima stazione all’Ovest per i tedeschi dell’Est fuggiti dalla Germania orientale. L’impianto, che dal 1953 fino alla caduta della Ddr ha dato asilo a circa 1,3 milioni persone, era stato chiuso la scorsa estate. L’aumento del numero delle domande d’asilo a Berlino ha però spinto la città a riaprirlo. Oggi a Marienfelde vivono circa 200 rifugiati, provenienti tra l’altro da Afghanistan, Iran, Iraq e Macedonia.

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