Cultura

Bergonzoni: «per l’Emilia, la mia lettera alla terra»

L'artista questa sera sarà al grande concerto di Bologna

di Sara De Carli

Anche Alessandro Bergonzoni questa sera sarà sul palco della Stadio Dell’Ara di Bologna. Bolognese lui stesso, il terremoto non lo ha vissuto in prima persona, ma da vicino: la compagna del suo regista è di Mirandola. Ma non è questo il punto: «il tema è la terra, non chi è coinvolto, come dico sempre anche per il coma e le malattie. Io lavoro sui non terremotati di oggi, che sono i terremotati di domani», ci dice.

Questa sera, sul palco, che farà Bergonzoni?

Scriverò una lettera alla terra, facendole alcune promesse.

Cosa prometterà?

Le prometto che non la faremo tremare, la faremo ballare sì, ma non tremare. Senza dimenticare quello che è il cambiamento da fare. Perché ci sono delle devastazioni, ma nelle devastazioni ci sono delle pensiline, non ci piove, e sotto le pensiline bisogna pensare.

L’ha detto, con un’espressione fortissima, anche in una precedente intervista: bisogna “rimboccarsi il cervello”…

Non è questione di campanilismo, di terra nostra, è riduttivo parlare dei terremotati emiliani, qui dobbiamo parlare di terremotati del mondo. È il tema fisico che mi interessa. Per questo bisogna riaccendere le menti, e il buongiorno si vede anche dal mattone, da come si ricostruisce. Ma è inutile ricostruire il territorio se prima non ricostruisci le persone.

E la beneficenza?

Noi non dobbiamo amare di più il prossimo, ma quello che c’è qua. Con più intelligenza. Per questo prometto alla terra che passeremo dal danno di alcuni al dare di tutti.


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