Cultura
Bergoglio: «Chi sono io per giudicare un gay?»
Il Pontefice parla con i giornalisti a bordo dell'aereo che lo ha riportato in Vaticano. «Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby»
di Redazione
Il Papa parla per un'ora e venti e risponde a tutte le domande, libere e non preparate, dei giornalisti che volano con lui da Rio de Janeiro a Roma.
Ad un certo punto arriva la domanda che tutti si apettavano su monsignor Ricca e la presunta “lobby gay” in Vaticano.
Papa Francesco non si è fatto pregare e ha risposto: «per quanto riguarda monsignor Ricca, ho fatto quello che il diritto canonico manda a fare, che è l’investigatio previa. E in questa investigatio non c'è niente di quello che accusano, non abbiamo trovato niente. Questa è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa. Io vedo che tante volte nella Chiesa, fuori di questo caso e anche in questo caso, si vanno a cercare i peccati, di gioventù per esempio, e questo si pubblica. Non i delitti, eh, i delitti sono un’altra cosa. L’abuso di minori per esempio è un delitto, non è un peccato. Ma se una persona, laica prete o suora, commette un peccato e poi si converte, il Signore perdona. E quando il Signore perdona, il Signore dimentica. E questo per la nostra vita è importante: quando noi andiamo a confessarci, e diciamo “ho peccato in questo”, il Signore dimentica. E noi non abbiamo diritto di non dimenticare, perché corriamo il rischio che il Signore non si dimentichi dei nostri, eh! È un pericolo! È importante una teologia del peccato. Tante volte penso a San Pietro: ha commesso uno dei peccati peggiori, rinnegare Cristo, e dopo questo peccato lo hanno fatto Papa! Ma, tornando alla sua domanda più concreta, in questo caso ho fatto l'investigatio previa, e non abbiamo trovato niente».
A questo punto il Papa trona sul tema dell'omosessualità. Con una risposta inequivocabile. «Questa è la prima domanda. Poi lei parlava della lobby gay. Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta d’identità, in Vaticano. Dicono che ce ne siano. Ma si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, non tutte sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte. Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby: di questa tendenza o d'affari, lobby dei politici, lobby dei massoni, tante lobby…questo è il problema più grave. E la ringrazio tanto per aver fatto questa domanda».
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