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Bergamo, il Bes Hotel si trasforma in una struttura per la quarantena

Il Bes Hotel di Mozzo, in provincia di Bergamo, è diventato una struttura di accoglienza per persone dimesse dagli ospedali che devono però fare un percorso di quarantena. L'albergo ora è gestito da un sistema messo in piedi dalla cooperazione bergamasca. «I primi pazienti», spiega Omar Piazza vicepresidente di Confcooperative – Bergamo, «sono arrivati nella struttura lo scorso lunedì. Ad oggi sono occupati 50 posti e la capienza massima è di 90 persone»

di Anna Spena

Il BES Hotel di Mozzo, in provincia di Bergamo, è diventato struttura di accoglienza per persone dimesse dagli ospedali che devono però fare un percorso di quarantena. La struttura è gestita da un sistema messo in piedi dalla cooperazione bergamasca. «I primi pazienti», spiega Omar Piazza vicepresidente di Confcooperative – Bergamo sono arrivati nella struttura lo scorso lunedì. Ad oggi sono occupati 50 posti e la capienza massima è di 90 persone».

Il progetto è finanziato mediante l'azione di raccolta fondi “Abitare la Cura” promossa da Eco di Bergamo, diocesi di Bergamo Confindustria di Bergamo che ha visto la mobilitazione di importanti realtà del mondo profit e di singoli cittadini. Con le risorse raccolte si stanno sostenendo i progetti dei 3 hotel, tra cui il Bes Hotel di Mozzo appunto, che mettono a disposizione circa 300 posti di accoglienza.

Nella struttura sono presenti infermieri 24 ore al giorno, un medico e gli operatori socio sanitari. «Da domani nove aprile», spiega Piazza, «sarà attivo anche un servizio di supporto psicologico da remoto per oltre 40 ore alla settimana e la possibilità di un sostegno spirituale garantito da Don Cristiano Re che è il responsabile della Pastorale Sociale e del Lavoro ed assistente di Confcooperative Bergamo. A tutti gli operatori è stata data una formazione specifica sulle procedure».

L’albergo diventa una sorta di “casa” per le persone in quarantena. E per accedervi si deve registrare assenza di febbre per almeno 72 ore continuative e assenza di problemi respiratori.

«Il progetto è realizzato presso l'hotel Bes», continua Piazza, «è stato messo a disposizione da parte del proprietario dott. Marcucci. L’accordo prevede solo un rimborso delle spese come acqua ed elettricità. L'accordo di gestione prevede inoltre la partecipazione di Humantas Gavazzeni che è il collettore delle donazioni di Abitare la cura, della Cooperativa OSA che ha sviluppato la prima iniziativa a Grassobio del Winter Hotel e sta affiancando il sistema territoriale con consulenza scientifica, esperienza e condividendo il numero verde di accesso agli hotel».

I soggetti gestori sono i consorzi del sistema bergamasco della cooperazione sociale che coordinati da Confcooperative Bergamo stanno partecipando al progetto. «Capofila della iniziativa», conclude Piazza, «è il Consorzio Sol.Co Città Aperta. Partecipano alla iniziativa, oltre al capofila, la cooperativa La Persona, il Consorzio Sol.Co del Serio, il Consorzio Cum Sortis ed il Consorzio Ribes. Tutti i soggetti appartengo a confcooperative bergamo che ha partecipato alla nascita di questa iniziativa stimolando le cooperative a cooperare. Nei fatti costruendo una sorta di Caschi Blu della cooperazione locale che ha deciso di affrontare la sfida della gestione».

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