Welfare

Benvenuti rifugiati: da oggi un portale che mette in contatto chi ospita e chi è accolto

Online dalla mattina di lunedì 21 dicembre 2015 refugees-welcome.it, sezione italiana della rete internazionale che vuole "promuovere esperienze di inclusione che abbiano un impatto positivo sui territori"; come spiega la cofondatrice Germana Lavagna. Già arrivate le prime iscrizioni di persone interessate ad accogliere richiedenti asilo

di Daniele Biella

“La prima chiamata di disponibilità all’accoglienza? E’ arrivata qualche minuto prima della conferenza stampa del lancio ufficiale”. Benvenuti rifugiati – Refugees welcome Italia, sezione italiana dell’iniziativa che sta spopolando in mezza Europa, ha aperto i battenti questa mattina, e “da oggi chiunque volesse accogliere in casa propria una persona richiedente asilo può farlo, basta seguire la procedura”, spiega Germana Lavagna, cofondatrice di Benvenuti rifugiati che ora è diventata associazione e gestirà – volontariamente – il passaggio degli asilanti dai centri di accoglienza alle case delle persone.

Come avviene l’inserimento di un richiedente asilo in una casa privata?
Grazie al sito web refugees-welcome.it, attivo da oggi 21 dicembre 2015, è possibile coinvolgere soggetti ospitanti, rifugiati, associazioni e tutor che agiscono da facilitatori sul territorio attraverso una piattaforma online con diverse sezioni: chi decide di intraprendere il percorso di ospitalità può registrarsi al sito offrendo una stanza libera nella propria casa per un periodo che va da tre a sei mesi. La permanenza minima di tre mesi è stata fissata affinché le persone prendano responsabilmente a cuore questa esperienza: in Germania ad esempio, in molti decidono di proseguire la convivenza anche dopo i tre mesi iniziali. Una volta ricevuta una sottoscrizione lo staff di Refugees Welcome intraprende un percorso di conoscenza più dettagliata, attivandosi tramite il contatto diretto del candidato ospitante. La piattaforma attiverà anche micro campagne di crowdfunding per aiutare a sostenere economicamente le nuove convivenze: chi accoglie non riceverà la diaria di 30-35 euro legata all’accoglienza, che attualmente rimarrà in mano agli enti gestori del luogo di provenienza per continuare a portare avanti tutte le azioni legali, mediche e di inserimento già attivate nei confronti dei richiedenti asilo.

Qual è l’idea alla base della rete Refugees welcome?
Favorire la diffusione dell’accoglienza domestica di coloro che chiedono asilo e dei rifugiati e promuovere esperienze di inclusione che abbiano un impatto positivo sui territori. A oggi sono 471 le persone inserite in appartamenti condivisi, 231 in Germania, 235 in Austria, il resto tra Polonia, Grecia e Spagna, le ultime reti attivate prima di quella italiana (sul sito ufficiale refugeeswelcome.net la lista aggiornata). Nel fare questo, l’intento non è assolutamente sostituirsi all’accoglienza, quanto essere uno strumenti in più a disposizione. Refugees welcome Italia, in particolare mette in contatto professionalità e territori collaborando con istituzioni pubbliche e associazioni competenti sui temi dell’accoglienza, verso un nuovo modello di inclusione che permetta ai richiedenti asilo e ai rifugiati di inserirsi positivamente e in modo attivo, il prima possibile, nella società italiana. Grazie a due piattaforme di Community engagement, ImpactON e WeTipp, si cercherà di attivare più sinergie possibili, assieme a un database di competenze trasversali oltre alla disponibilità all’accoglienza che potranno risultare utili in specifiche occasioni.

Quali sono gli aspetti importanti da tenere in considerazione per chi volesse dare la propria disponibilità all’accoglienza?
È fondamentale sapere che si agisce in completa tutela, nel senso che il matching tra domanda e offerta viene fatto prendendo tutto il tempo necessario per conoscere la persona che potrebbe venire ospitata, allo stesso modo di chi ospita: dove vive, cosa offre, come intende gestire i costi di vitto e alloggio del nuovo ospite e soprattutto cosa si aspetta da questa esperienza. Lavoreremo assieme agli enti che stanno accogliendo oggi gli asilanti così da avere da loro i nominativi di chi può fare il passaggio da struttura d’accoglienza a casa privata: non tutti sono pronti o disponibili a farlo. Quello che stiamo cercando di fare è promuovere un cambiamento culturale nei confronti del fenomeno delle migrazioni, delle trasformazioni demografiche, sociali e culturali in atto. È un obiettivo molto ambizioso, ma a giudicare dall’interesse delle persone pensiamo di essere sulla giusta strada.

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