Sostenibilità

Benvenuta primavera, addio al secondo inverno più caldo di sempre

L'inverno che oggi archiviamo si è classificato come il secondo più caldo di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,89 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo

di Redazione

Arriva la primavera e finisce l’inverno che si è classificato come il secondo più caldo di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,89 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. E' quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre dal 1880. Anche in Italia si è verificata una evidente anomalia con l’inverno che – sottolinea la Coldiretti – è stato piu’ caldo con una temperatura superiore di 0,45 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento e si colloca al 26esimo posto tra i piu’ bollenti dal 1800, secondo Isac Cnr.

Dall’analisi si conferma la tendenza al surriscaldamento con il 2016, 2015 e 2014 che si collocano nell’ordine sul podio degli anni piu’ caldi a livello globale mentre in italia il 2016 si è classificato al quarto posto ma il 2015 si era posizionato al primo posto e il 2014 al secondo.

L’aumento delle temperature è accompagnato a livello nazionale da una tropicalizzazione del clima. Il “pazzo inverno” si è caratterizzato infatti in Italia – precisa la Coldiretti – anche da un calo del 24 % delle precipitazioni, che ha sconvolto le natura con il Po che è allo stesso livello del mese di agosto. Una indicazione dello stato di crisi idrica in cui si trova l’Italia in questo momento. Al Nord in Piemonte e in Emilia Romagna il volume complessivo delle risorse idriche disponibili è ai livelli minimi dal 2010, ma in difficoltà sono anche la Lombardia dove è già attivato da settimane l`Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, il Trentino Alto Adige e il Veneto. Nel resto della Penisola la situazione è a macchia di leopardo con Abruzzo, Basilicata e Sicilia, che segnalano le più basse disponibilità idriche degli ultimi anni.

Siamo di fronte – precisa la Coldiretti – agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. Siccità e bombe d’acqua, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali – continua Coldiretti – si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola sconvolgendo i normali cicli stagionali. Una sfida anche per i consumatori che – conclude la Coldiretti – sono costretti a fare i conti con le fluttuazioni anomale nei prezzi dei prodotti che mettono nel carrello della spesa dove a febbraio si sono registrati aumenti del 37,2% nei prezzi dei vegetali freschi per le gelate di gennaio mentre a marzo le quotazioni stanno rientrando con il bel tempo.

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