Famiglia

Benin: il business fiorente della “green card” americana

Nel 2004, le richieste per sbarcare il lunario statunitense hanno superato quota 100mila. Un boom sul quale si avventano truffatori che fanno da intermediari

di Joshua Massarenti

“Conquistati gli Usa con la lotteria americana!”. L’allettante insegna campeggia ben in vista all’entrata di un negozio dotato di due computer connessi a internet, un apparecchio fotografico numerico e una hostess che registra le iscrizioni. “Vi siete registrati, ora andate dal fotografo per la fototessera”. Presto fatto, il passo successivo consiste nell’iscriversi on line accedendo ad un sito probabilmente americano. Ma questa tappa non è accessibile al cliente perché “tutte le informazioni sono già fornite” assicura la hostess. Privo di sospetti, Jean Luc, 35 anni, ha appena finito di iscriversi: “Vivere negli Stati Uniti è per me un sogno! Gioco a questa lotteria da sette anni e credo che quest’anno sarà la volta buona!”. Come lui, ci sono decine di migliaia di beninensi pronti a fare qualsiasi cosa per sbarcare negli Usa, ivi compreso tentare il tutto per tutto presso imprese truffatrici che si fanno spacciare per intermediari incaricati dalle autorità statunitensi di facilitare l’iscrizione di ingenui candidati. Dal novembre scorso, dopo che gli Stati Uniti hanno lanciato il programma “Diversità Lotteria Visto 2006”, imprese intermediarie spuntano come funghi tra le arterie principali di Cotonou, la capitale del Benin. Il prezzo dell’iscrizione varia dai 5mila ai 10mila Cfa, circa 15 euro. Contro questo tipo di imprese, il Dipartimento di Stato americano, via la sua ambasciata a Cotonou, si è già pronunciato denunciando “gli impostori della green card” e chiamando i candidati all’immigrazione a rimanere vigili. In un comunicato, il Dipartimento ricorda che “il governo degli Stati Uniti non cauziona, né raccomanda, né tantomeno sponsorizza le informazioni pubblicate sui siti al di fuori del suo” sottolineando che solo i siti web finendo con “.state.gov” sono da considerarsi ufficiali. Altro fattore su cui l’ambasciata insiste riguarda il fatto che la richiesta di visto è gratuita. “L’iscrizione di migliaia di beninensi presso queste imprese è dovuta al fatto che le persone ignorano che l’iscrizione ufficiale è gratuita. Il peggio sta nel fatto che lo Stato non fa nulla per contrastare il fenomeno” spiega Gregoire Houegbonou, sociologo presso la facoltà di Abomey-Calavi. Nel 2004, l’ambasciata statunitense di Cotonou ha rilasciato 233 green card mentre le richieste sono state 100mila. Così ne approfittano imprese truffe, alcune delle quali promettono addirittura di partecipare ai costi di viaggio negli Usa per coloro che otterrano l’insperata green card. “


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