Politica
Beni: i deputati Pd sono per la sospensione del programma F-35
In arrivo alla Camera la nuova mozione del Partito democratico, che "chiede un'indagine conoscitiva ma di fatto sospende l'acquisto dei caccia per almeno sei mesi". Attesa per una decisione che potrebbe per la prima volta andare incontro a una volontà popolare sempre più ampia e trasversale
Alla fine dell’assemblea che lunedì sera decideva la linea del suo partito sugli F-35 l’applauso più convinto l’ha preso lui: Paolo Beni, deputato Pd alla prima legislatura dopo un impegno decennale come presidente dell’Arci. “Sarebbe il caso di fermarsi”, ha detto. Vita.it l’ha raggiunto poche ore prima della votazione, quella di oggi alla Camera sulla mozione di Giulio Marcon (Sinistra e libertà) di cancellazione del programma d’acquisto, che Beni come altri 18 deputati del Pd aveva firmato, o su una nuova mozione ad hoc preparata dallo stesso Partito democratico, che potrebbe rappresentare un punto di svolta notevole dopo anni di diniego politico a rivedere la spesa militare per l’acquisto dei cacciabombardieri.
La continuazione del discusso programma di acquisto degli F-35 dipende da che posizione prende oggi in aula il Pd. Quale posizione, quindi?
C’è un forte orientamento critico all’acquisto, stiamo parlando dell’ampia maggioranza dei deputati. La linea finale è quella di presentare una mozione alternativa al testo in discussione, che sia condivisa da tutto il Pd ma non solo. Il testo di Marcon, di cui sono uno dei firmatari, è incisivo ma ora si rende necessario creare le condizioni per un consenso più ampio, tramite una mozione che non sia solo di opposizione ma porti a un vero e proprio ripensamento sul tema in questione.
La nuova mozione prevede la sospensione dell’acquisto?
Sì. Per almeno sei mesi la partecipazione italiana dovrebbe essere sospesa. Nel frattempo viene istituita una commissione d’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma, F-35 in primis, naturalmente. Al termine verranno assunte le decisioni del caso. Si tratta di un buon passo avanti, comunque, perché si partiva da difficoltà interne e la nuova mozione è il risultato di mediazioni a volte faticose. Ma ora siamo a un punto importante, in cui sono chiari a tutti limiti e contraddizioni del programma.
Quali sono i limiti e le contraddizioni dell 'adesione al programma F-35?
Come si è detto da più parti, in primo luogo i costi molto elevati. Poi c’è la questione della tipologia di aereo: perché acquisire nuovi mezzi d’attacco di quel genere, così poco coerenti con il ruolo che abbiamo nelle missioni internazionali? Per non parlare delle ricadute occupazionali inferiori alle attese: tutti validi motivi perché anche l’Italia ci ripensi, alla luce del fatto che a oggi non ha sottoscritto contratti definitivi, passibili di penali.
Anche solo un caccia in meno dei 90 previsti significherebbe avere, ad esempio, la possibilità di far partire 25mila giovani in servizio civile, esperienza che, nonostante la sua validità, ora è in un vicolo cieco per mancanza di fondi. I 14 miliardi di euro ‘risparmiati’ non sarebbero un toccasana per la spesa sociale?
Sì, nel bilancio statale una spesa di questo genere per nuovi armamenti è uno schiaffo al buon senso. Anche per questo, la mozione che abbiamo messo a punto vuole ribadire punti importanti riguardo alla posizione italiana in termini di difesa: se la priorità è il mantenimento della pace e la prevenzione dei conflitti, i modelli d’arma a disposizione devono essere funzionali a tale nostro ruolo, e non di più. Nello specifico, non si tratta di abolire l’investimento generale negli armamenti, posizione di per sé irrealistica, ma di renderlo congruo con la situazione in cui si trova il nostro paese. È un bene, in tal senso, che con la legge 244 entrata in vigore lo scorso dicembre, sia ora il Parlamento e non il Governo ad avere la titolarità sulle decisioni riguardo l’ammodernamento di armi.
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