Non profit

Beni confiscati alle mafie: a Milano il progetto Arché

iniziative

di Redazione

Dal sequestro dell’immobile al bando comunale 2008 per il riutilizzo dei beni confiscati e, infine, nel 2009, la destinazione: il progetto «Frequenze A Impulsi» dell’associazione Arché. Il Pink Rabbit, un locale in via Jean Jaurès a Milano che «tanti passanti ci chiedono ancora quando aprirà», scherza Jacopo Dalai, direttore di Arché a Milano, diventerà la Factory, un luogo dove gli adolescenti della zona potranno incontrarsi, organizzare concerti e promuovere una web radio, ma soprattutto responsabilizzarsi attraverso la gestione delle attività. «La chiave del progetto è credere che i ragazzi possano essere responsabili, ovviamente con un aspetto simbolico molto forte: un bene confiscato alla mafia diventa luogo di responsabilità per i giovani». La Factory è in fase di ristrutturazione, secondo i progetti realizzati dall’architetto Chiara Frigerio, ma i ragazzi hanno già lasciato la storica sede, un’aula all’interno dell’Istituto Franceschi di via Cagliero. «Questo nuovo spazio è più grande e ci darà maggiore libertà, anche se nella scuola abbiamo sperimentato intrecci interessanti con la didattica», spiega Dalai. Il prossimo passo? Tornare alle origini del progetto «Frequenze A Impulsi»: la strada, «il luogo di partenza per conoscere le risorse del nuovo quartiere e incontrare i giovani della zona».

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