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Benevento: domenica 21 la città corre contro l’azzardo

La Caritas e la Parrocchia dello Spirito Santo di Benevento organizzano "Run to win": una corsa, agonistica e non, contro l'azzardo. Vita seguirà l'evento

di Chiara Pracucci

La Parrocchia dello Spirito Santo di Benevento, con il patrocinio dell' U.S. Acli e con le collaborazioni tecniche dell'Amatori Podismo Benevento e di International S. Service, organizza domenica 21 maggio 2017 il “3° Trofeo Contrada Run” e, dopo la prima edizione andata in scena nella romagnola Longiano, ha scelto di organizzare la propria edizione di “Run to win". Run to win è una corsa, agonistica e non, contro l’azzardo. A Longiano, quasi mille persone hanno preso parte per lanciare un piccolo, ma concreto segno contro l'azzardo. Per lanciarlo, soprattutto, grazie e tramite lo sport: che è fatica, lavoro, ma anche metodo, disciplina, divertimento e salute.

Così, come organizzatrice della corsa di Longiano (FC9, ho accolto con grande gioia la richiesta di proporre un’edizione di “Run to win In corsa contro l’azzardo” a Benevento perché le motivazioni, la passione e l’impegno che gli organizzatori hanno messo in campo dimostrano una grande sensibilità e un forte coraggio per immaginare azioni significative per i propri cittadini. Lo hanno fatto in passato e siamo fieri che abbiano scelto anche questa gara tra le azioni di contrasto e sensibilizzazione, l’abbiamo immaginata come un gesto pubblico, sportivo e coinvolgente proporla al di fuori della città dove è nata, Longiano, ci conferma che è nella condivisione che un’idea si rafforza. A promuovere la corsa, don Maurizio Sperandeo, della Parrocchia dello Spirito Santo e Angelo Moretti coordinatore dell'attivissima Caritas Diocesana di Benevento-Cittadella della Carità Evangelii Gaudium.

Don Maurizio, come si è accorto della presenza massiccia di gioco d'azzardo sul suo territorio?
Vedo le persone che escono dai locali dove si gioca, ascolto famiglie che sono sempre più in difficoltà per debiti di gioco.

Perchè ha scelto di organizzare nella sua città "Run to win In corsa contro l'azzardo", una gara podistica pensata per mettere uno sport al servizio della prevenzione e della sensibilizzazione su un tema così controverso?
Dal 2015 la parrocchia Spirito Santo organizza una gara podistica che unisce i valori dello sport con quelli sociali. Sono venuto a conoscenza di “Run to Win” e ho pensato di portare questo messaggio nella nostra città, dove altre pregevoli iniziative, a cura dello sportello No-slot della Caritas, si stanno organizzando per la lotta a questa dipendenza. In prospettiva mi pare il contributo più urgente di una comunità cristiana viva, per rendere vero l’annuncio del Vangelo in una specifica realtà territoriale e sociale quale è la parrocchia.

Crede che sia importante valorizzare tutti quei commercianti che decidono di non vendere azzardo legale ma legittimare ai loro locali il ruolo di aggregazione e scambio sociale?
Sono sicuro che un efficace lotta consiste nel proporre alternative ai facili guadagni che una sala slot porta ai commercianti. Occorre dare loro sostegno morale, inserirli in un circuito virtuoso di persone che fanno scelte controcorrente e onerose, che alla fine si dimostrano “appaganti” però. Se il tessuto sociale non viene danneggiato, tutti ne ricevono un beneficio. Indicare chiaramente, far conoscere questi locali dove non si vende azzardo, è doveroso. Si tratta di comunicare che non si tratta di pochi “eroi”, che invece ci sono altri che condividono con loro questo modo di pensare e contribuiscono, ciascuno secondo le proprie capacità, a procedere verso un cambio di mentalità. In questo modo si fa rete, si dà forza al bene.


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Angelo Moretti, alla Caritas quali iniziative avete intrapreso nella lotta all’azzardo sul vostro territorio?
Nel 2012 abbiamo organizzato il nostro primo slot mob, poi abbiamo continuato con altre iniziative tutte quante con l’obbiettivo di mettere in campo un “contrasto porta a porta” come la marcia dell’Arco Troiano dove il corteo faceva un applauso ai commercianti che non avevano le slot. Vogliamo donare “benefit emozionali” a chi decide di non vendere azzardo, per farli sentire riconosciuti e avere piccoli meriti virtuosi perché noi li consideriamo piccoli eroi che fanno una scelta privata e non pubblica, ma scelgono di rimettere al centro della propria attività le persone e non l’azzardo. Ad esempio gli edicolanti che hanno fatto questa scelta rimettono i giornali come fulcro della propria attività, e noi abbiamo scelto di ringraziarli e renderli visibili per questa loro decisione.

Cosa vuole dirmi del lavoro con persone con problematiche legate al gioco eccessivo?
Sono situazioni complesse, perché l’azzardo non ha segni visibili, scoprire il disagio è molto difficile, molto spesso la famiglia non è consapevole di avere un giocatore in casa. Il tema della vergogna è molto presente e i giocatori chiedono soldi e non un aiuto/sostegno. Rispetto alla droga il giocatore non ha i segni fisici evidenti, non costringe esplicitamente ad uno stile di vita che tutti possono vedere e riconoscere, l’azzardo è più subdolo anche perché è legale per cui non c’è la percezione di fare una cosa non lecita, e quindi pericolosa come nel caso della droga.

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