Formazione

Benetton: “senza immigrati, aziende lontano dall’Italia”

Lo dice Luciano, da 37 anni al timone dell'impresa tessile trevigiana

di Stefano Arduini

Immigrati? ”La scelta da fare e’ tra due due opzioni: o accettiamo che ne arrivino sempre di piu’ o noi portiamo le nostre fabbriche all’estero”. Cosi’ la pensa Luciano Benetton, 67 anni, da 37 a capo di un’impresa familiare, diventata ormai un gruppo internazionale che spazia dal tessile, alla moda, alla finanza, alle telecomunicazioni, i trasporti, la ristorazione.

”Noi Benetton -dice in una intervista con il Mattino di Padova- ad esempio, da quando siamo nati, nel 1965, abbiamo preferito avere le fabbriche la’ dove la gente abitava. All’inizio pensavo addirittura che anche quelli che avevano l’auto dovessere venire a lavorare in bicicletta”.

”Io ho sempre immaginato che un imprenditore deve fare i suoi interessi, guardando da vicino -spiega- al senso della propria attivita’ e al mercato. Ma, nello stesso tempo ho sempre pensato anche che e’ importante non trascurare il resto, cioe’ i risvolti ambientali e sociali del fare impresa’

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