Benessere equo sostenibile, con un acronimo: Bes. Parte da qui, dal tentativo di “superare la dittatura del Pil” il ponte lanciato ieri tra Cosenza e Pavia, durante l’inaugurazione del Festival “Invasioni”. Le crisi degli ultimi anni hanno toccato settori vitali della nostra società. Crisi energetiche, economiche, ambientali, relazionali hanno reso urgente lo sviluppo di nuovi parametri di carattere statistico in grado di guidare sia i decisori politici, sia i comportamenti degli individui. Ecco dunque la necessità di uscire dalla gabbia troppo stretta rappresentata dal parametro del Prodotto interno lordo (Pil).
Il Pil, osserva uno dei promotori dell’iniziativa, l’economista Pierangelo Dacrema, docente all’Università della Calabria, è fortemente inadatto per valutare progresso e benessere di una società, di una città, di un mondo fatto di relazioni e di gesti. Il Pil non è altro che un numero, ovvero il valore di quanto un sistema economico nazionale produce su base annua. Un numero che impone sacrifici immensi, puntualizza Dacrema, «i governi cadono se il Pil scende di qualche punto, ma resta saldi con una disoccupazione che sale senza freni. Tutto questo è senza senso».
Ritrovare il senso perduto, valutare diversamente l’esistente, la qualità della vita e del tempo è la preoccupazione, anzi l’invito espresso da Rodolfo Faldini, assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del comune di Pavia, presente per manifestare la precisa volontà dell’amministrazione di «gettare un ponte tra la città lombarda e quella calabrese, impegnate a sviluppare un piccolo, ma ambizioso progetto per valorizzare ciò che abbiamo fatto, in previsione di ciò che si farà». Gettare un ponte di cooperazione e confronto, osserva Faldini, è oggi più che mai necessario. Necessario per far partire «progetti e non progettifici, soprattutto coinvolgendo i giovani». Perché, come ricordata don Enzo Boschetti, richiamato da Simone Feder, «i giovani salveranno i giovani».
Quello di benessere equo e sostenibile, ha precisato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto «è un concetto che risale indietro nel tempo, all’idea di progresso di pasoliniana memoria. Dobbiamo approfondire questo tema, inserendolo nel dibattito che si è sviluppato in tempi più recenti, per aiutarci anche nella comprensione di cosa sia davvero oggi il benessere per i cittadini, con quali indicatori si misuri. Indicatori che aiutino a progettare seriamente il nostro modo di vivere, accogliendo la sfida di un pensiero. Troppe cose accadono o vengono fatte senza che si richieda a questo fare o a questo accadere di essere all’altezza di una prestazione intellettuale degna di questo nome. Ora è il momento di svoltare».
Cosenza e Pavia si stanno impegnando.
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