Cultura

Benedetto XVI: la Chiesa cerca la pace, non privilegi

Oggi il papa ha presentato le linee guida diplomatiche del suo pontificato

di Gabriella Meroni

Cercare sempre le vie della pace, difendendo i diritti dell’uomo a tutti i livelli, senza chiedere per questo particolari ”privilegi” per la chiesa cattolica: saranno queste le linee guida della ”diplomazia” di Benedetto XVI, in perfetta sintonia e continuazione con il ”caro” Giovanni Paolo II, che ha reso un ”servizio unico alla causa dell’unita’ della famiglia umana”. Linee che sono state presentate oggi al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede dal nuovo papa, che ha ricordato come, da uomo del Novecento, da tedesco che ha conosciuto la guerra e poi la separazione della patria con il muro di Berlino, sono state le ”ideologie devastatrici e inumane” (i non nominati ma chiaramente indicati nazismo e comunismo) che sotto la copertura di sogni e illusioni hanno messo ”l’uomo sotto il giogo dell’oppressione”. L’incontro con gli ambasciatori e’ servito anche a Joseph Ratzinger a cercare l’apertura verso quei paesi, ormai rimasti veramente pochi (sono 174 le nazioni che hanno ambasciatori con la Santa Sede), che non hanno relazioni diplomatiche con il Vaticano. Il papa ha auspicato che al piu’ presto la Santa Sede possa stringere rapporti diplomatici con quei paesi che si sono associati alle celebrazioni in occasione della morte di Giovanni Paolo II e alla sua elezione. Parlando per la prima volta al corpo diplomatico accreditato presso il Vaticano, Benedetto XVI ha ringraziato tutti per l’affetto e la vicinanza dimostrate nel mese passato. Ma ha voluto dare un segno particolare a quelle nazioni che non sono rappresentate oggi nella Sala Regia del palazzo apostolico. Pur senza nominarle, il riferimento del papa e’ stato chiaramente alla Cina e al Vietnam, che hanno inviato messaggi per la morte di Karol Wojtyla e all’Arabia Saudita che era presente anche ai funerali con una sua delegazione. ”Da questi paesi, in particolare da quelli con comunita’ cattoliche numerose, mi sono giunti messaggi che ho particolarmente apprezzato”, ha detto Ratzinger, che ha assicurato a tutti ”la sua preghiera”. Nel discorso, fatto in francese che e’ la lingua della diplomazia vaticana, Benedetto XVI ha parlato soprattutto della necessita’ che il mondo ha della pace, portando ad esempio la sua personale vicenda umana: ”Io vengo da un paese dove la pace e la fraternita’ sono cari al cuore di tutti gli abitanti, specialmente per chi, come me, ha conosciuto la guerra e la separazione tra i fratelli appartenenti ad una stessa nazione, a causa di ideologie devastatrici e inumane che, sotto la copertura di sogni e illusioni, hanno fatto pesare sull’uomo il giogo dell’oppressione”. ”Voi – ha detto agli ambasciatori – comprendete dunque come io sia particolarmente sensibile al dialogo tra tutti gli uomini, per superare tutte le forme di conflitti e di tensioni, per fare della nostra terra, una terra di pace e fraternita”’. Secondo Benedetto XVI, ”tutte insieme, unendo loro sforzi, le comunita’ cristiane, i responsabili delle nazioni, le diplomazie e tutti gli uomini di buona volonta’, sono chiamati a realizzare una societa’ pacifica, per vincere la tentazione di scontrarsi tra le culture, le etnie e mondi differenti”. ”Per questo – ha affermato Ratzinger – ogni popolo deve attingere nel suo patrimonio spirituale e culturale i migliori valori di cui e’ portatore, per andare senza paura incontro agli altri, accettando di dividere le sue ricchezze spirituali e materiali a beneficio di tutti”. Per aiutare l’umanita’ ad andare in questa direzione, la chiesa cattolica ”non si fermera’ dal proclamare e difendere i diritti umani fondamentali, purtroppo violati ancora in differenti parti della terra”. Ma per questo svolgere suo ”compito” la Chiesa non domanda ”alcun privilegio per se stessa, ma unicamente condizioni legittime di liberta’ e d’azione per la sua missione”. Tra i diritti fondamentali citati dal papa, ”la vita, il cibo, la casa, il lavoro, l’assistenza sanitaria, la protezione dela famiglia e la promozione dello sviluppo sociale, nel rispetto della dignita’ de l’uomo e della donna, creati ad immagine di Dio”. Il decano del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Giovanni Galassi, ambasciatore di San Marino, nel suo discorso ha detto che gli uomini di ”tutti i continenti e di tutte le religioni” guardano al nuovo papa ”per uscire dalla spirale malefica di egoismo e di prevaricazione”, e per arrivare ad una ”nuova coesistenza pacifica tra gli uomini e i popoli”. Galassi ha ricordato, infine, che i giovani attendono ”con impazienza” il papa a Colonia, per la giornata mondiale della gioventu’, in programma ad agosto.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA